Nel cuore di Firenze, ricami dalle sembianze di poesie ammaliano con il loro fascino senza tempo
Al civico 4 di Piazza Antinori a Firenze si entra in punti di piedi, per non disturbare la creatività e rovinare creazioni dalle sembianze di poesie ricamate che portano il nome di Loretta Caponi, una delle personalità più interessanti e dall’interminabile inventiva che ha segnato gli ultimi decenni del Ventesimo secolo.
La sua arte era quella del ricamo, una passione prima che un lavoro, ma soprattutto una qualità innata che l’accompagnò sempre, dai nove anni sino agli ultimi mesi prima della sua scomparsa nel 2015. Lavori su commissione, esposizioni a Roma negli anni Cinquanta e, finalmente, l’apertura del primo negozio a Firenze in Borgo Ognissanti nel 1967 in cui poter ammirare le meraviglie della lingerie e l’incanto della biancheria per la casa. Da allora, oltre 10.000 disegni di tovaglie, asciugamani, lenzuola, cuscini, abbigliamento da bambino, uomo e donna hanno creato i dettami di una nuova moda – elegante, su misura e di qualità – che ha conquistato il pubblico, proponendo tessuti come il cotone, il lino e la seta, mettendo invece, da parte quelli sintetici e il nylon.
Negli anni, l’estro di Loretta non vide confini, sapendo coniugare la propria sensibilità con la cultura italiana e fiorentina. Riuscì a trarre giovamento e maggior ardore anche dalla scena culturale cittadina particolarmente fervida di quegli anni, nella quale era coinvolta con il marito Dino Caponi e da personaggi del calibro di Palazzeschi, Montale, Ungaretti, Carrà e Cardarelli.
Viaggio nella creativià di Loretta Caponi
Un patrimonio di inestimabile valore che oggi vede la figlia Lucia al timone dell’attività, ma che già aveva affiancato Loretta Caponi in “bottega” per oltre trent’anni, apprendendo dalla brillante madre tutti i segreti dell’alta sartoria e dell’arte del ricamo. Ed è proprio Lucia la guida che ci ha accompagnato nel viaggio alla scoperta di questo magico atelier, all’apparenza sospeso nel tempo, scrigno di un’arte che richiede pazienza e dedizione, eppur così presente, come abbiamo scoperto, anche nei giorni odierni.
Fascino ed eleganza. Sono queste le sensazioni che avvolgono gli utenti che approdano sul sito di Loretta Caponi. A ciò si aggiunge anche un pizzico di curiosità e mistero: ad accoglierli infatti, vi è la frase “…ogni ‘creazione’ viene realizzata appositamente per ogni cliente e poi archiviata scrupolosamente con nome e cognome, campioni di stoffa e fili usati, per evitare di ripeterla per altri.” L’effetto è quello di uno scrigno al cui interno sia custodita la ricetta perfetta della creatività, mai copiata. Lucia, ci racconta meglio questa frase e, direi, il “metodo Loretta”?
Il “metodo” è molto semplice: basta avere una grande creatività, che ti permetta di dare a ogni cliente l’oggetto giusto per la sua personalità, per la sua casa, partendo sempre dalla nostra visione di questa. Rimanendo sempre noi stessi.
Sua madre era un enfant prodige: iniziò a ricamare all’età di nove anni e a quattordici realizzò il suo primo lavoro su commissione. Purtroppo è recentemente scomparsa, ma com’era al lavoro? Che rapporto aveva con i suoi dipendenti? La creatività e quel “saper fare” italiano che vi ha contraddistinto e ci ha reso celebri all’estero era una sorta di diretta propagazione della sua personalità?
Era di grande fantasia, molto moderna e molto esigente. Le creazioni dovevano essere finite esattamente così come lei le aveva immaginate. Era molto amata dalle sue collaboratrici, tutte dicevano di aver imparato a lavorare con Lei. Coloro che avevano voglia di crescere trovavano in Lei una persona molto disponibile e affettuosa. Le altre dopo un po’ sparivano.
Certo. La sua produzione era l’espressione della sua personalità: curiosa in tutti i campi, aperta a nuovi mondi e amante del Bello in tutte le sue espressioni. Ogni nostra creazione, oggi come ieri, è una diretta propagazione della personalità di chi la immagina e realizza. Un modus operandi, una costante e quotidiana ricerca, un approccio creativo che non ha conosciuto e non conosce soluzione di continuità rispetto al passato.
Quanto e come le creazioni Loretta Caponi hanno influenzato gusti e tendenze del pubblico dagli anni Sessanta in poi?
Negli anni Sessanta abbiamo aperto la prima “bottega”, piccolissima. In vetrina avevamo lo spazio per un solo capo e mettevamo una camicia da notte con il punto smock al collo, ispirata ai camicini dei neonati. La cosa “rivoluzionaria” erano i tessuti e le loro fantasie, molto colorate, a righe, con fiori grandi o piccolissimi, ma tutti in contro tendenza rispetto ai toni pallidi dei rosa e azzurri in voga in quegli anni. In quel periodo, le camicie da notte erano molto diverse rispetto alle nostre, con colori pastello molto chiari e piccoli fiori ricamati tono su tono. La nostra fu una vera rivoluzione di stile.
Atelier o bottega delle meraviglie?
Il vostro atelier è situato nel cuore della meravigliosa Firenze: uno spazio di oltre 850 mq. Ce lo descriverebbe meglio?
Il nostro atelier è un po’ una bottega delle meraviglie. Prima rilegato a semplice magazzino di pianoforti e a polveroso parcheggio. Poi divenuto un luogo senza tempo che abbiamo riportato a vita nuova dopo due anni di lavori di restauro. Lavori che abbiamo affrontato con la cura che si ha per la propria casa. Ecco, “casa” è la parola giusta. La nostra bottega è la nostra casa, dove passiamo la maggior parte del tempo e dove, per esempio, i miei figli sono cresciuti. A testimoniare questo, delle iscrizioni fatte a pennarello colorato su un mobile presente nel laboratorio attiguo allo spazio di vendita. Iscrizioni che segnano le altezze di Duccio e Guido (i miei figli, appunto) che, scherzosamente, si misuravano accanto ad alcune sarte da cui erano molto “corteggiati” e di cui ancora oggi possiamo leggere i loro nomi e fare quindi un balzo nel mondo dei ricordi. Oppure quando si tuffavano su di un divano ricco di decine di cuscini posto accanto alla porta a vetri che apre sulla sartoria. E’ proprio il laboratorio nel cuore di Firenze il luogo a cui siamo estremamente affezionati: una realtà di una Firenze che fu, ma ancora oggi viva e cuore pulsante di tutti i nostri progetti, dove nasce e si realizza ogni singola nostra creazione.
Le nuove generazioni
Oggi, sempre sotto la guida creativa di Lucia, l’azienda ha visto l’inserimento di una nuova generazione: il figlio Guido Conti Caponi. Con passione ed entusiasmo, il nipote di Loretta Caponi sta accompagnando il brand in una nuova sfida: quella di far avvicinare le nuove generazioni offrendo loro una collezione più attuale senza dimenticare l’altissima qualità manifatturiera e dei materiali, applicate all’artigianalità del ricamo.
Siete conosciuti per la vostra produzione di pregiata biancheria sartoriale, un campo che suppongo le nuove generazioni facciano fatica ad approcciare: tempi, usanze, modi di vivere diversi le caratterizzano. Come cercate di avvicinare questa nuova utenza a Loretta Caponi?
Le nuove generazioni sono già nostre clienti. La differenza è che portano all’esterno quello che noi solitamente realizzavamo per la notte. E’ anche vero che, una parte del nostro nightwear e della nostra lingerie, nasce già con tagli e tessuti perfetti per questo uso. Per quanto riguarda la casa, da sempre le nostre creazioni conoscono solo due regole: la bellezza e la praticità. Esse devono poter essere godute, nell’intimità o in compagnia. Non conoscono limiti, invece, le fonti d’ispirazione: una mattonella siciliana dipinta a mano o un’opera del Canaletto, una collezione di giocattoli o regali corone e diademi, cineserie o giardini in fiore, nella nostra bottega tutto il Bello può trasformarsi in ricamo.
Inoltre e diversamente dal passato, abbiamo iniziato una politica di espansione che ci porta a incontrare nuovi clienti o nuove generazioni nei loro paesi di origine, attraverso trunk shows, pop up stores e private sales nei nostri mercati più importanti e in altri per noi nuovi. Così, non facciamo altro che comunicare il nostro lavoro esaltandone alcuni particolari come, per esempio, i fantasiosi ricami che trovano il loro spazio in ogni nostra creazione, spiegando le nostre tecniche, le nostre tradizioni e la nostra storia.
Una clientela senza eguali
Per oltre cinquant’anni Loretta Caponi ha realizzato biancheria e abbigliamento da camera per case eleganti, panfili e aerei privati di gran parte dei più importanti industriali e magnati mondiali come i Rockefeller, i Rothschild, i Kennedy, i Getty e, al tempo stesso, per la maggior parte delle case reali: i Windsor, gli OrangeNassau, i Borbone, i Liegi. Una lista di celebrities lunga e capace di scatenare invidie non indifferenti. C’è un progetto a cui siete particolarmente legati e che vi ha portato le maggiori soddisfazioni?
Domanda difficile. Abbiamo realizzato la biancheria per tanti yachts, panfili, jet privati, persino mongolfiere, o case meravigliose. Al mare o in montagna, in città o in campagna, ma sempre in tutto il mondo. Alla fine di ogni progetto, quando si chiudevano gli scatoloni era per me una grande soddisfazione constatare come tutto fosse stato realizzato in modo armonioso e aderente allo spirito dei suoi committenti.