L’azienda della famiglia Motolese si estende nel cuore della Puglia per oltre 200 ettari di terreno disposti tra il Salento e la Murgia Barese. Un territorio, come tutti sanno, splendido, ricco di cultura e di storia. Tre sono le Masserie fortificate che dominano l’ampia proprietà: la più antica, la Masseria Angiulli Grande, e la Masseria Rosario sono situate poco distanti tra loro nel Salento, mentre la terza, la Masseria la Cattiva, si trova nella Murgia Barese.
Questi tre bellissimi edifici storici, che rischiavano, come altri della loro specie, una triste fine, sono stati, invece, sapientemente ristrutturati e trasformati in ottimi alloggi dai loro proprietari, senza dimenticare affatto la loro vocazione agricola che è ancora fortemente presente.
Il patròn, Don Vincenzo, da sempre più amante del volo aereo con i suoi piccoli bimotori che della terraferma, mi accoglie insieme a suo figlio Nicola e alla moglie di lui, Fabrizia, con una raffinatezza tipica del Mezzogiorno italiano. Passeggiando mi mostrano la proprietà e tutti i dettagli di quelle grandi costruzioni in pietra, vestigia del passato del Sud Italia, adibite nei secoli ad aziende agricole, all’interno delle quali vivevano contadini, pastori assieme agli stessi proprietari.
La storia di quegli edifici rurali è lo specchio di un’avventura imprenditoriale e familiare che da sempre ha coniugato tradizione e innovazione.
Si tratta di un’avventura antica, che affonda le sue radici molto prima dell’Unità italiana, ma che sull’inizio del XX secolo si è fatta promotrice di innovazione nel Mezzogiorno italiano allora principalmente ancorato a tradizioni agrarie arcaiche: le aziende Motolese, infatti, divennero in quegli anni vero e proprio luogo di sperimentazione di nuove tecniche agrarie e di allevamento che le posero al centro di un radicale processo di cambiamento.
Oltre agli interni delle stanze abitabili elegantemente ripensati, si passa dal bellissimo frantoio ipogeo della Masseria Rosario (oggi restaurato e a breve visitabile appena inserito in un vero e proprio percorso museale del territorio), alle stalle progettate nei primi decenni del Novecento secondo avanguardistici criteri zootecnici, sino al prendere conoscenza del recente radicale rinnovamento agronomico e tecnologico, che, sotto la guida di Nicola, ha interessato negli ultimi anni gli oltre 50 ha di vigneto e le oltre 12.000 piante di olivo.
Ovunque si osservi la proprietà Motolese, tutto parla del succedersi di generazioni familiari che hanno fatto della passione per la coltivazione della vite e dell’olivo la base del lavoro quotidiano. Un percorso che ha condotto oggi al confronto con i mercati nazionali ed internazionali del vino, con un prodotto che punta sulla qualità della materia prima e sull’originalità e le caratteristiche tipiche del territorio pugliese.
La visita alle Tenute Motolese è suggerita: vi si organizzano degustazioni e visite aziendali che mostrano le cantine, i vigneti e gli oliveti ultrasecolari. Inoltre è possibile soggiornare nelle Masserie storiche trasformate parzialmente in accoglienti agriturismi.