Miró – i materiali e le tecniche a Palazzo Zabarella

Lo scorso 10 marzo è stata inaugurata, a Padova, una mostra dedicata a Joan Miró, il grande artista catalano del novecento.

È stata organizzata dalla Fundação de Serralves – Museu de Arte Contemporânea di Porto ed è curata da Robert Lubar Messeri.

85 opere della collezione Miró (per la prima volta fuori dal territorio portoghese) sono state accolte nella location storica di Palazzo Zabarella, dalla Fondazione Bano e dal Comune.

L’artista

Joan Miró, nasce a Barcellona nel 1893 ed è universalmente noto come pittore, ceramista e scultore, un’artista a 360°, tra i più grandi talenti spagnoli di ogni tempo.

La sua formazione inizia a 18 anni, con l’interruzione degli studi in economia (per un esaurimento nervoso). È una mutazione interiore che lo porterà a un folgorante percorso creativo.

Nel 1920, Miró si trasferisce a Parigi, dove conosce il connazionale Pablo Picasso ed entra a far parte di un gruppo Dada.

Ritornato in Spagna, dopo più di 10 anni, riparte per la Ville Lumière, a causa della Guerra Civile. L’occupazione nazista segna una nuova inversione di rotta, verso la Catalogna e, da lì, Maiorca, dove trascorre l’ultima parte della sua esistenza. Muore a Palma nel 1983.

Miró è un esponente di primo piano del surrealismocorrente artistica che focalizzava l’attenzione sull’inconscio e sulla dimensione onirica, per rappresentare emozioni e percezioni in forma d’immagini.

Tutti i suoi lavori vestono colori intensi – soprattutto i fondamentali (il blu, il giallo e il rosso) – racchiusi da forme essenziali e intercalate a spazi neri:

… sono gli oggetti più semplici a ispirare le mie idee …

La mostra

La mostra include dipinti, disegni, sculture, collage, tappezzerie e arazzi, in cui Miró ha esplorato materiali diversi, estendendo il novero delle tecniche artistiche della sua epoca.

La sua ispirazione interagiva con questa produzione in chiave sinestetica, usando vista e tatto per creare e modificare.

Le opere appartengono a un arco temporale di vari decenni – dal 1924 al 1981 – e sono innervate da molti supporticarta, catrame, iuta, legno, metallo, pelle, sabbia, sughero e altro ancora – trattati con pittura ad olio, acrilici, gessetti, pastelli, matite, china, vernici e stencil.

L’esposizione resterà aperta sino al 22 luglio prossimo.

Per i credits, le immagini della galleria sono tratte dall’area stampa gestita da studio Esseci e linkata dal sito ufficiale di Palazzo Zabarella (sede della Fondazione Bano). Vi consigliamo senz’altro di visitarlo.