Dici Carnevale e pensi chiacchiere, il dolce carnevalesco più amato dal Bel Paese, che proprio in questi giorni colorano le tavole degli italiani.
Se dal Lazo in giù fino alla Sicilia, sono conosciute come Chiacchiere, in Piemonte e in Liguria si chiamano Bugie, in Toscana i cenci.
Simbolo per eccellenza del Carnevale, sono il dolce più diffuso sul territorio del “buon vivere” e le numerose varianti fanno impazzire i palati di tutti.
Friabili, croccanti, cotte al forno o fritte, dorate e di forma rettangole, le Chiacchiere sono spolverate di un sottile strato di zucchero a velo e il loro sapore è davvero inconfondibile.
E come ogni tradizione culinaria che si rispetti, anche quella delle Chiacchiere merita di essere raccontata.
Le origini storiche delle Chiacchiere (e una leggenda napoletana)
In pochi conoscono davvero le sue origini e il significato del nome.
Secondo gli storici, l’origine delle Chiacchiere risale all’epoca dei romani, quando, proprio nel periodo di Carnevale (che allora corrispondeva alla festività dei Saturnali), le donne preparavano i “frictilia”, un impasto dolce a base di uova e farina immersi nel grasso di maiale e poi fritti. Era un giorno speciale, un’occasione di festa, i banchetti offrivano cibo e vino in grandi quantità, e i frictilia erano il simbolo dell’eccesso. Un eccesso anche nelle dosi e nella quantità, perché dovevano durare per tutto il periodo della Quaresima. Erano, e sono tutt’ora, facili da preparare, da cucinare, e poi costavano poco.
Di contro, leggenda napoletana vuole attribuire la denominazione di chiacchiera alla regina Margherita di Savoia che, durante una lunga chiacchierata con la sua corte, chiese al suo cuoco di fiducia di allietare lei e i suoi ospiti con un dolce prelibato.
Pochi e semplici ingredienti, facile da realizzare e poco dispendioso: le Chiacchiere sono perfette da mangiare tra una “chiacchiera e l’altra”.
È una tradizione, quindi, che è giunta intatta fino ad oggi, apportando solo alcune piccole modifiche alla ricetta di base a seconda delle tradizioni locali.
È vero che, oggi, non si friggono più nello strutto, anzi, le Chiacchiere sono buonissime anche cotte in forno (e per chi ama concedersi dei vizi, fritte nell’olio).
Di ricette regionali ormai se ne trovano molte e le varianti sono davvero infinite: a forma a striscioline con i bordi arrotondati, ricoperte da zucchero a velo, dal miele o dal cacao, modellate come fiocchetti o nodini, ripiene o in versione easy, le Chiacchiere sono uno dei dolci da assaggiare almeno una volta nella vita.
Per conoscere la sua ricetta tradizionale – Giallo Zafferano (fonte)