Il MEIS apre le porte dell’ebraismo a Ferrara
Non basta solo la Giornata della memoria per ricordare gli orrori del Nazismo, per questo motivo è stato aperto a Ferrara il MEIS. Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah.
Perché proprio Ferrara?
Ospitato in un ex carcere dismesso dagli Anni Novanta, il museo trova radici a Ferrara per una motivazione storica specifica. Era il 1492, infatti, quando gli ebrei iberici – costretti a scappare dalla loro penisola – trovarono rifugio nella città di Ercole I d’Este. E con la cultura sefardita diedero nuovo splendore alla città già intrisa di Umanesimo.
Le testimonianze della loro presenza si ravvedono, d’altronde, nella toponomastica della città, che vanta un Ghetto, un Orto degli Ebrei e una via destinata alle Sinagoghe (cioè la via Sabbioni).
Scopri la mostra
Il museo ha aperto con un interessante percorso espositivo, dal titolo Ebrei, una storia italiana. I primi mille anni, che ne ripercorre per l’appunto la storia millenaria. Il racconto è affidato ad Anna Foa, Giancarlo Lacerenza e Daniele Jalla, mentre l’allestimento è a cura dello Studio GTRF di Brescia.
Più di duecento reperti preziosi, dai manoscritti agli incunaboli, passando per le epigrafie e i gioielli, scandiscono le tappe dell’Italia ebraica. Tali reperti, che vantano anche monete e amuleti mai esposti, provengono dai musei di tutto il mondo, come Genizah del Cairo o Jewish theological seminary di New York.
Dall’età romana al Medioevo (X secolo dC), il percorso espositivo attraversa la storia della diaspora mediterranea dopo la distruzione del Tempio da parte dell’imperatore Tito.
Work in progress
Oltra alla mostra c’è di più: il MEIS verrà completato entro il 2020 con la costruzione di 5 edifici moderni. E il numero non è casuale, in quanto richiama i 5 volumi della Torah.
Perché la Storia va ricordata con ogni mezzo a disposizione.