Picolit – il passito friulano morbido e avvolgente
Il Picolit è un vitigno autoctono delle nostre regioni nord-orientali e il suo nome è probabilmente legato alle dimensioni contenute dei grappoli e degli acini.
Il vino, noto fin dai tempi della Roma imperiale, ha iniziato a diffondersi in Europa durante il XVIII secolo.
Le attuali etichette DOC sono legate a 3 province del Friuli Venezia Giulia – Udine, Pordenone e Gorizia – e risalgono al 1970, mentre la DOCG appartiene agli anni 2000.
Il prodotto della vinificazione, per molti anni re dei vini italiani da dessert, è un bianco, passito e dorato, dai profumi intensi e variegati.
È un vino versatile, particolarmente adatto all’affinamento (anche con lieviti), prima nel legno delle barrique e, poi, in bottiglia.
Le caratteristiche
Il Picolit veste un bel color giallo oro, saturo e luminoso, che sfuma sull’ambra.
All’olfatto, regala richiami fruttati (albicocche, ananas, mandarini, pere e pesche) e floreali, con sentori di carruba e miele d’acacia o di fiori di campo.
All’assaggio, rivela un buon corpo e un gusto delicato, caldo, morbido, avvolgente e persistente, con note zuccherine, bilanciate dalla freschezza resa da una punta di acidità.
Il servizio
La bottiglia di Picolit va stappata almeno mezz’ora prima della degustazione, per la giusta ossigenazione del vino, che andrà versato in calici a stelo lungo, onde convogliarne al meglio i profumi.
La temperatura di consumo consigliata dai produttori s’attesta tra gli 8° e i 10° Celsius.
Gli abbinamenti
I migliori accostamenti enogastronomici del Picolit si realizzano con i dolci tradizionali friulani, i biscotti o la piccola pasticceria secca.
Può essere abbinato, con successo, anche ai formaggi speziati o erborinati o al gorgonzola – magari accompagnandoli con un po’ di confettura.
L’intensità dei profumi e del sapore ne fanno anche un buon vino da meditazione.
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