Il Primitivo – rosso pugliese e lucano dal gusto morbido e armonico
Il Primitivo è un vitigno particolarmente diffuso in Puglia e in Basilicata, che ha origini dalmate e una genetica affine al celebre Zinfandel australiano e californiano (forse per i lunghi viaggi dei nostri emigranti).
È utilizzato come vino da taglio e da tavola, ma le sue uve migliori, vinificate in purezza e affinate nel legno delle barrique, regalano vini DOC, morbidi e armonici, molto interessanti.
Le caratteristiche
Il Primitivo veste un color rosso rubino, piuttosto opaco, che vira sul viola e sul porpora e, invecchiando, si tinge d’arancio e di granato .
All’olfatto, offre un profumo intenso, dai richiami assai variegati, fruttati (amarena, ciliegia, mora e ribes) e floreali (gelso e viola), con note speziate (pepe e cannella) e sentori di liquirizia e cacao.
All’assaggio, rivela una struttura ben equilibrata, un gusto caldo e persistente – in cui tornano le note fruttate, arricchite dalla mandorla – un’avvolgente morbidezza e un gradevole elemento tannico.
Il servizio
Una bottiglia di Primitivo va stappata da mezz’ora a un’ora prima della degustazione e il vino va servito in calici medio grandi (tulipani o baloon) per corroborarne la qualità con l’ossigenazione.
La temperatura consigliata dai produttori per il consumo si attesta tra i 18° e i 22° Celsius.
Gli abbinamenti
I migliori accostamenti enogastronomici del Primitivo sono gli affettati, le zuppe di verdure, i primi al ragù, le carni rosse e i formaggi stagionati, come il pecorino o il caprino.
Nelle sue versioni più liquorose, accompagna bene anche i dessert – soprattutto le crostate, la piccola pasticceria secca e i dolci a base di mandorle.
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