Bonarda – il rosso fruttato e speziato
Il vino Bonarda nasce da 2 distinti vitigni rossi: il Croatina – coltivato nell’Oltrepò Pavese e nel Piacentino, esportato anche in Sudamerica – e il Bonarda, più diffuso in Piemonte.
In questo articolo, ci concentreremo sulla prima origine di vinificazione, benché le caratteristiche dei due prodotti non siano distanti.
Il Bonarda esiste sia in versione frizzante e più amabile che secca e va consumato “giovane”; raramente viene invecchiato per più di 3 anni.
La declinazione frizzante è prodotta con una nuova fermentazione del vino – grazie a lieviti particolari – e non contiene anidride carbonica aggiunta.
Le caratteristiche
È un vino di color rosso rubino piuttosto intenso e dai riflessi viola, che, nelle declinazioni frizzanti, mostra una spuma sottile ed evanescente, sfumata sul rosa o sul porpora.
All’olfatto, presenta richiami fruttati dolci (amarene, ciliegie, fragole e more) e sentori speziati (pepe nero).
All’assaggio, si rivela fresco, secco, amabile o vivace – secondo la versione, morbido e piacevolmente tannico, persistente e segnato da note di mandorle.
Il servizio
La bottiglia di Bonarda va stappata almeno mezz’ora prima della degustazione – per ossigenare il prodotto – e il vino va versato in calici di dimensioni abbastanza ampie, per garantire la diffusione del profumo.
La temperatura di consumo consigliata dai produttori si attesta attorno ai 12° Celsius per le versioni frizzanti o amabili e a 3°-4°in più per quelle secche.
Gli abbinamenti
I migliori accostamenti enogastronomici del Bonarda frizzante sono gli affettati, i primi a base di pasta e le carni bollite, mentre le declinazioni ferme si abbinano bene alle grigliate e ai formaggi stagionati.
I prodotti più dolci sono indicati per accompagnare i dessert alla frutta, come le crostate.
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