Modigliani a Genova
Fino al prossimo 16 luglio, Palazzo Ducale, a Genova – nelle sale dell’appartamento del Doge – ospiterà un’importante mostra dedicata ad Amedeo Modigliani.
Modigliani non ha bisogno di grandi presentazioni, la singolarità e la qualità della sua pittura sono universalmente note; i “colli lunghi” e gli “occhi che non guardano“, solo per citare 2 tratti del pittore, sono inconfondibili per gran parte dei nostri contemporanei.
La vita e il percorso
Modigliani, detto Modì – uno di più importanti artisti italiani del Novecento – nasce a Livorno, nel 1884; Firenze e l’Accademia di Venezia completano la sua formazione in patria. Nel 1906, si sposta a Parigi – in una comune di creativi, a Montmarte – e inizia il suo confronto con figure straordinarie, come Picasso e Matisse.
Sia pittore che scultore, ha tutti i tratti dell'”artista geniale e dannato“: un talento straordinario e un fascino indiscutibile, che s’accompagnano a una salute cagionevole e a una povertà cronica – agli antipodi delle cifre record battute nelle grandi aste per i suoi dipinti – tutto sullo sfondo di una profonda, quasi incontrollabile passionalità.
Una grave tubercolosi contratta in giovanissima età, lo costringe a lasciare per sempre la scultura – per evitare le polveri da scalpello – e regala la sua mano e il suo talento alla pittura, per il resto del suo percorso umano.
La sua prima mostra, nel 1917, viene chiusa per oscenità, a causa dei nudi esposti, opere oggi famosissime, quanto allora stridenti con l’idea dominante di morale.
Ha una tecnica lineare, dall’effetto ammaliante; con pochi segni e dettagli quasi magnetici, coglie l’intima essenza dei soggetti ritratti e la restituisce nel colore e nella sinuosità delle forme.
Muore giovanissimo, nel 1920, per una meningite ed è così povero che amici e colleghi si tassano per pagare il suo funerale. Viene sepolto nel famoso cimitero Père Lachaise.
Il suo più grande amore, Jeanne, ritratta in molti quadri straordinari, saputo della sua morte si suicida. Solo 10 anni dopo, i suoi resti vengono riaccostati a quelli di Amedeo.
Il grandissimo Pablo Picasso, spesso in lite con lui, per una rivalità quasi intrinseca alle loro modalità espressive – l’oscurità meravigliosa dell’italiano e la dinamica espressiva dello spagnolo – riconobbe più volte, nel lavoro di Modì, tratti di genialità.
La mostra
Nelle sale del Palazzo Ducale sono state raccolte decine di opere di Modigliani, provenienti dai più importanti musei del continente.
L’esposizione racconta, con le immagini del pittore, il suo percorso esistenziale e la sua sperimentazione espressiva. Si possono vedere anche sculture dei primi anni, che poi lasciano il posto ai quadri e, soprattutto, ai ritratti – tema portante dell’evento artistico – rivelazione d’interesse per la figura umana.
La sequenza delle opere non vuole essere solo un excursus cronologico, ma mostrare, in una chiave narrativa e rievocativa, fasi precise dell’opera di Modigliani.
Compaiono naturalmente anche i nudi, oggi finalmente celebrati per dolcezza e mistero, nonché studi preliminari ai dipinti, disegni, bozze ed esempi di diverse tecniche di pittura.
La sosta davanti a ogni ritratto è un momento senza tempo, in cui è possibile cogliere la forza introspettiva di Modigliani nella piacevole malinconia dell’attimo congelato sulla tela.
Verso la fine della mostra, compare un quadro di Modì acquistato da Picasso, che lo ha portato con sé per il resto della vita, segnando la sua stima, pur nella conflittualità, per il pittore italiano.
I pannelli della mostra riportano, in citazione: “… Quello che cerco non è né il reale né l’irreale, ma l’inconscio, il mistero istintivo della razza …”. Mistero e istinto sono sicuramente i cardini della sua forza creativa.
Le immagini della cover e della galleria sono tratte dal sito internet ufficiale della Mostra e dalla pagina dedicatale nel sito internet di Palazzo Ducale. Vi consigliamo di visitare entrambi, per informazioni e approfondimenti.