Rossese di Dolceacqua: il rosso ligure
Tra i vini italiani DOC appartenenti alla terra ligure c’è il Rossese di Dolceacqua, che nel 1972 fu il primo ad essere approvato in Liguria. È prodotto nella riva di ponente, e cioè in val Nervia, in val Verbone e nella Valle Roja, in provincia di Imperia.
Il Rossese è una pianta delicata: ha infatti acini dalla buccia fine ed è sensibile a molte patologie della vite a causa dell’esposizione all’umidità: per questa difficoltà di coltivazione si considera da tutelare la produzione.
Ne esistono, tra l’altro, zone produttive di particolare pregio che, come per il caffè, si chiamano cru o menzioni geografiche. Si tratta di zone che hanno caratteristiche lievemente diverse dalla norma e che quindi conferiscono un sapore altrettanto diverso al prodotto. Camporosso, Ventimiglia, San Biagio della Cima appartengono a questa categoria.
Le sue caratteristiche organolettiche sono facilmente identificabili: il colore è un intenso rosso rubino, mentre il profumo è complesso, fragrante e fruttato, dai lontani sentori di macchia mediterranea (nel rosmarino e timo).
Il sapore è molto sapido, con un retrogusto amarognolo: nelle realizzazioni semplici ha una struttura leggera, mentre le selezioni di qualità migliore hanno una buona acidità.
È per queste caratteristiche che si consiglia di servirlo piuttosto fresco, intorno ai 15°, in calici di medie dimensioni con gran larghezza della pancia per favorire l’ossigenazione del vino.
Tra gli abbinamenti consigliati, grazie alla sua aromaticità, si segnala la carne. È tradizione in Liguria, infatti, associarlo allo stufato di capra con i fagioli o con l’agnello al forno. Perfetto, dunque, da mettere in tavola nel periodo pasquale.
Ma non temere: si abbina facilmente anche con pesce azzurro, salumi e piatti a base di legumi.