A Joyful Sense at Work
Nell’articolo di ieri su Workplace 3.0 – il contest del Salone del Mobile di Milano dedicato alla mutazione contemporanea del lavoro – avevamo citato “A Joyful Sense at Work“, un evento-allestimento assai suggestivo.
Curato dall’architetto Cristiana Cutrona, l’evento si sviluppa attraverso 4 segmenti principali, progettati da tecnici e creativi di respiro internazionale e collegati dal file rouge del lavoro “smart“.
Aggettivando il lavoro come smart, non parliamo solo di attività “intelligenti” o “iper-tech“, ma ci rifacciamo ad un nuovo umanesimo, che orienta il design in una 3^ dimensione, oltre alla funzione e all’estetica.
È la coordinata dell’emozione, che nasce dalla condivisione e dalla centralità della figura umana nell’attività progettata … A Joyful Sense at Work è … un approccio al lavoro che stimola un sentimento di gioia.
Ogni designer si è sempre interrogato sulle esigenze dei fruitori delle sue trame concettuali. Qui l’interrogativo contempla anche la qualità della vita negli spazi di lavoro della nuova “società liquida“.
L’installazione
In un ambito quasi teatrale, dalla scenografia mutante, possiamo trovare le proposte ispirate ai bisogni e ai desideri di chi lavora: contesti dedicati alla concentrazione, filosofie di condivisione e stimoli alla creatività.
Una grande piazza, di circa 1.600 mq, raccoglie 4 accessi, provenienti da altrettanti elementi separati, dedicati ai progetti degli studi di architettura internazionali qui convenuti.
I protagonisti sono: gli italiani di 5+1AA, fondato da Alfonso Femia e Gianluca Peluffo, con sedi a Genova, Milano e Parigi; gli statunitensi di O+A di San Francisco (sigla dei fondatori – Orpilla e Alexander); il team iraniano dello studio di Arash Ahmadi e gli olandesi di UnStudio (fondato da Ben van Berkel, con sedi ad Amsterdam, Shanghai e Hong Kong) assieme ai colleghi di Scape di Jeff Povlo.
I 4 elementi – Chronotopic System
Chronotopic System (di 5+1AA) si ispira all’interazione tra tempo e spazio, che dovrebbe plasmare il luogo di lavoro in funzione del quando e del dove. Rappresenta spazi in mutazione evolutiva, con pochi, precisi riferimenti alle origini.
Il progetto include anche una meeting room – sala riunioni – trasparente e circolare, raccolta ma aperta visivamente sull’esterno, secondo le modalità proprie dell’architettura mediterranea.
Ham-Dasti
Ham-Dasti (di Ahmadi Studio), dal termine iraniano che indica complicità e partnership, cerca il comfort emotivo di chi lavora ispirandosi a 4 principi: “dinamismo … condivisione … appartenenza e confidenza“.
È uno spazio modificabile, ispirato a 2 elementi simbolici delle culture medio-orientali: il giardino – come luogo di intimità familiare – e il bazar, come archetipo dello scambio e dell’incontro.
Le decorazioni di tessuti, tappeti e ceramiche completano i richiami iconici e creano la suggestiva atmosfera in cui un albero sale verso l’alto e corsi d’acqua accarezzano il giardino.
Reset
Reset (di UnStudio e Scape), acronimo di RESponsive Emotional Trasformation – trasformazione emozionale adattativa – è un’installazione ludico-interattiva, che include riferimenti a diversi metodi di riduzione dello stress da lavoro.
Tra questi, in uno spazio immersivo, troviamo “Intimacy pod” – contesto intimo che induce calma e relax – e “Sound pod”, riproduzione della terapia del suono.
The Water Cooler
In The Water Cooler (di O+A) l’aspetto ludico si unisce a piccole provocazioni creative. L’elemento chiave è l’acqua – in piccoli flussi potente antistress – che, con la sua capacità di mutare forma, è la metafora perfetta di un ufficio che si adatta all’utente.
4 differenti posture e altrettante, corrispondenti azioni vengono sperimentate nella “caverna di ghiaccio” per stimolare flussi ideativi e interazioni con l’ambiente.
Per i credits, le immagini della cover e della galleria sono tratte dal sito internet del Salone del Mobile di Milano. Ve ne consigliamo la consultazione per approfondimenti e curiosità.