Il rosso DOCG: Amarone di Valpolicella
Tra i più buoni vini italiani c’è Amarone di Valpolicella, un vino rosso passito secco a DOCG, cioè a Denominazione di Origine Controllata e Garantita.
È prodotto esclusivamente nella zona collinare della Valpolicella in provincia di Verona, sul limitare delle Prealpi Veronesi. In realtà la zona di produzione si estende anche nei territori della Valpantena, della Val Tramigna, della Val di Mezzane e della Val d’Illasi.
Non sono molti i vitigni con cui è consentito produrre questo vino dal gusto eccezionale: il corvina veronese, il corvinone, la rondinella e altri vitigni a bacca rossa non aromatici.
Amarone di Valpolicella: caratteristiche e abbinamenti
Le sue caratteristiche organolettiche sono indicative di un’esperienza sensoriale unica: dal colore rosso granato, questo vino presenta infatti un caratteristico odore accentuato. Il sapore è caldo, vellutato, così rotondo da sprigionare tutta i suoi sentori olfattivi: confettura di amarena e lamponi e frutta matura, mentre in vini più invecchiati spunta una nota dal sentore di muschio.
Se stavi dunque pensando ad un vino dal gusto amarognolo, sappi che il nome di questo rosso veronese deriva sì dall’aggettivo amaro, ma solo in contrapposizione con il Recioto della Valpolicella, che è invece un passito dolce. Leggenda vuole che a inizio Novecento il vinaio Adelino Lucchese spillando il Recioto Amaro dal fusto di fermentazione urlò entusiasta: Questo non è un amaro, è un Amarone!
Il vino fu poi ufficialmente commercializzato con questo nome solo a partire dal 1953, ed ebbe subito gran successo – anche grazie alla sua versatilità in cucina.
È infatti di facile abbinamento con selvaggina, brasati, arrosti e spezzatini; ma oltre a questi piatti importanti, questo rosso veronese si sposa bene con formaggi stagionati, salumi, risotti e legumi. D’altronde è proprio di queste zone la tradizione della pasta e fasoi con un bel bicchiere di Amarone.
Per gustarne tutte le sue proprietà organolettiche, sarebbe meglio servirlo in ampi bicchieri per permettere l’evoluzione dell’ossigenazione. Il grado alcolico si aggira sui 14° o poco più; solo i più corposi riescono a raggiungere un massimo di 17°. Per questo motivo è meglio servilo ad una temperatura dai 18 ai 20 °C.