Alice Pasquini, pittrice, illustratrice e scenografa italiana, fa parte, a pieno titolo, del ristretto “club ” delle donne protagoniste della street art.
La formazione
Nata a Roma nel 1980, ha perfezionato la propria formazione artistica presso l’Accademia di Belle Arti della capitale.
Attraverso arricchimenti esperienziali nel Regno Unito, in Francia e in Spagna, ha ampliato i suoi orizzonti espressivi. Proprio in Spagna, a Madrid, si è nuovamente diplomata – in animazione – all’Ars animacion school.
La scuola della capitale iberica, centro di ricerca e formazione negli ambiti del 2-3d, della motion graphic e della stop motion, opera su filo conduttore che l’avvicina alla street art: la sperimentazione come motore dello spirito creativo.
Il percorso artistico
Facendo proprie diverse forme espressive, in qualche modo accomunate da canoni performativi, ha praticato l’illustrazione negli spazi pubblici urbani e realizzato diverse installazioni.
Le sue opere figurative rivestono porzioni murarie di molte città italiane ed estere, tra cui: Roma, Napoli, Parigi, Marsiglia, Barcellona, Londra, Copenhagen, Amsterdam, Berlino, Mosca, New York e Sydney.
Nel tempo, ha partecipato a un gran numero di manifestazioni creative di arricchimento delle agorà cittadine. Le sue opere sono apparse in festival internazionali e hanno guadagnato spazi museali importanti.
Ha collaborato con brand famosi come: Martini, Microsoft, Nike e Toyota, solo per citare qualche nome.
I contenuti delle sue creazioni
Le sue produzioni parlano di persone e interazioni sociali, di soggettività ed emozioni più o meno comuni.
Lo spirito femminile che incarna, nella sua figura di “street art Woman “, si riflette nella forza e nell’intensità emanate dalle donne che “vivono” nelle sue opere.
Nei ritratti, realisti seppur traslati e declinati in forma parietale a fiotti di spray colorato, utilizza colori naturali, quasi pittorici … meglio ancora digitali, in forte contrasto con la malinconia materica urbana.
Dipingere per strada è viaggiare con la mente, esercitare pulsioni di libertà, pensare ed emozionarsi, fare arte nella quotidianità del transito di persone sconosciute.
In alcuni casi, le sue figure partono dalle strade e si arrampicano sui palazzi, gridando un’urgenza di vivere capace di rianimare l’estetica di spazi altrimenti anonimi.
Confesso che mi ha molto colpito una sua frase, in cui parlava della vulnerabilità delle opere d’arte che vivono in strada, per l’esposizione al tempo, alle intemperie e agli agenti atmosferici … una sensibilità che fa il paio col forte istinto interpretativo.
Vi consiglio di dedicare un po’ di tempo alla consultazione del suo sito internet, da cui sono state tratte le immagini della cover e della galleria.