Nata a Torino, fotografa, Viviana Levrino, alias Viannavi, lavora (principalmente in analogico) per creare immagini dei diversi stati di coscienza e dello “streaming ” dei sogni.
I soggetti, spesso spazi naturali, sono carichi di mistero e ricerca interiore e nascono da sguardi introflessi, che delineano visioni di realtà vissute o … soltanto possibili.
I suoi lavori sono intrisi di afflato mistico, ma conservano, comunque, una dimensione di leggerezza. Parla della natura, di chi l’attraversa, umano o creatura che sia, immergendosi nelle pieghe del cosmo che lo contiene.
Intervistata in passato, ha detto di amare “esposizioni multiple “, perché le danno modo di venare le impressioni della pellicola con i legami invisibili che collegano le cose o con gli echi che mettono in risonanza elementi diversi.
Tra gli artisti che ammira, troviamo Kandinskij e Magritte. Il russo ha creato opere straordinarie, considerate tra le prime totalmente astratte, mentre il belga, nelle sue tele surrealiste, ha registrato altrettante “chiamate” ad una diversa visione del mondo. Sicuramente, i loro percorsi le hanno dato qualche spunto significativo.
Viviana usa effetti di luce mirati a ottenere risposte quasi “fantasmatiche” dai profili ritratti. Parliamo di un’evanescenza che la cinematografia ha spesso utilizzato proprio per indurre la percezione di dimensioni altre, diverse.
Impressiona le stampe con un flusso di immagini meditate o sognate, stimolando la fantasia di chi accetta il gioco e, con lei, inizia a osservare e seguire gli effetti del processo creativo.
Una sua frase, citata online, recita “I shift barycentre of reality elsewhere” – “sposto altrove il baricentro (… il punto di osservazione) della realtà”. Ho trovato efficace e divertente questa metafora quasi fisica del suo essere artista.
Le immagini della cover e della galleria sono state tratte dal sito internet di Viviana Levrino, che vi invitiamo a visitare e navigare con la calma che merita.