La ‘Cracking Art‘ nasce con l’intento di incidere in modo significativo sull’arte contemporanea. Nel 1993, Ronda, Angi, Nucara, Rizzetti, Veronese e Valente, fondano a Biella il gruppo che assume questo nome e dispiega una formazione di 6 componenti. Resta stabile attraverso gli anni, tranne per un paio di mutazioni. Accolgono gli ingressi di Kicco e del belga Sweetlove e vedono le uscite di Valente e Ronda. Il gruppo assume subito la connotazione di movimento artistico, con un DNA ben definito.

“…un forte impegno sociale e ambientale che unito all’utilizzo rivoluzionario dei materiali plastici mette in evidenza il rapporto sempre più stretto tra vita naturale e realtà artificiale…” (dal sito web).

To crack

To crack“, in inglese, significa aprire, crepare, incrinarsi, spezzarsi, rompersi, crocchiare, crollare. La semantica di questo verbo è centrale per il gruppo, soprattutto nella sua accezione “chimica”. Infatti, cracking catalitico è la reazione che trasforma il petrolio grezzo in plastica. È qualcosa che ha origine organica diventa una sostanza di sintesi, in transizione dal naturale all’artificiale. La plastica è materia essenziale per questi artisti. Con essa hanno realizzato e producono chiocciole, pinguini, tartarughe, rondini, conigli, rane, suricati, lupi, orsi, coccodrilli, pesci tropicali e delfini, tutti sovradimensionati e monocolori, ma declinabili in 10 differenti cromie.

Come si esprime la Cracking Art

Periodicamente, queste creature di materia sintetica e forma naturale si radunano in branchi e stormi (tutt’altro che improvvisati) e “invadono” spazi pubblici, per costruire, nelle intenzioni degli artisti, vere e proprie fiabe metropolitane. Le invasioni assurgono così a performance artistiche, capaci di muovere emozioni nel pubblico in visita (o semplicemente passante) e, attraverso il grande potere della rete, evocano sensazioni non banali su ampia scala: le foto di luoghi importanti e riconoscibili, miscelate ai grandi animali, statici ma “vivi” per colori e postura, hanno fatto il giro del mondo sui social. In basso alcune – tutte tratte dagli slideshow del sito Cracking Art (credits sulla pagina linkata) – nella galleria qui annessa e in copertina, convinti che regaleranno anche a voi qualche piacevole suggestione.

L’arte rigenera l’arte

La plastica potrebbe apparire materiale discutibile e in contrasto con le forme naturali evocate, ma un forte segnale di ricerca e appartenenza ecologica nasce dal recupero sistematico delle opere installate, che, al termine degli eventi, vengono riciclate o rigenerate per realizzare altre, rinnovate espressioni visive. È anche interessante segnalare una seconda modalità rigenerativa che permea alcuni di questi progetti: sin dal 2012, con l’iniziava “L’Arte Rigenera l’Arte“, un certo numero di opere è stato reso disponibile a favore di raccolte fondi per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio artistico italiano e la realizzazione di progetti culturali innovativi.

Il successo della Cracking Art

Il gruppo ha esposto le proprie installazioni in Cina, Corea, Spagna e Dubai e molti altri luoghi nel mondo oltre che in Italia. Un successo che ancora non si ferma ma prosegue con ulteriori mostre e installazioni già programmate nel 2025.

 

Redazione Villegiardini. © Riproduzione riservata

 

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