Con la presentazione dell’opera Raccontami di Fulvio Morella il 26 febbraio al Foro Italico di Roma, alla presenza del Ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi, il Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e l’Unione Stampa Sportiva Italiana (USSI) assegnano per la prima volta il Premio CIP-USSI, un riconoscimento dedicato a giornalisti, fotografi e comunicatori distintisi nel raccontare gli eventi sportivi paralimpici e nel diffondere i valori del movimento paralimpico italiano. Un’iniziativa che celebra il ruolo fondamentale della narrazione sportiva nel dare visibilità alle imprese degli atleti e alla loro straordinaria determinazione. Il Premio non è solo un riconoscimento, ma un invito a continuare a raccontare lo sport con la passione e la dedizione che merita.

A tutti i vincitori viene assegnata la medaglia Raccontami, tratta dall’omonima opera di Fulvio Morella, realizzata in collaborazione con l’ente non profit Cramum, per celebrare la forza della narrazione di chi – gli atleti paralimpici – ridefinisce ogni giorno i confini del possibile con il proprio impegno. Da questa creazione ha preso forma il ciclo di opere Raccontami il ritorno, che esplora il significato dell’eroismo nella contemporaneità.

Il cuore dell’opera

Il cuore dell’opera del Premio CIP – USSI è il proemio dell’Odissea – “Raccontami, o Musa, dell’Uomo” – reinterpretato attraverso il braille stellato, un’innovativa forma di scrittura ideata da Morella nel 2022. Come sottolineato da Sabino Maria Frassà, Direttore Creativo di Cramum: “Ogni eroe, per esistere e trasformarsi in mito e leggenda, ha bisogno di una narrazione: senza di essa, l’impresa resta nell’ombra, silenziosa e incompiuta. Con Raccontami, Morella riesce in modo inedito e inclusivo a far convergere lo spirito dell’impresa eroica con l’empatia che nasce dal raccontare e dall’ascoltare le imprese altrui.

I promotori del Premio CIP – USSI hanno scelto Fulvio Morella per disegnare la medaglia del riconoscimento, apprezzandone l’impegno nella ricerca sulla multisensorialità e sull’uso del braille per rendere l’arte universale e inclusiva. Questo approccio innovativo ha portato le sue opere a entrare in prestigiose collezioni internazionali, tra cui quelle della Zecca Italiana, del Kunsthistorisches Museum di Vienna, della Monnaie e dell’UNESCO di Parigi. Nel 2023, il suo impegno socio-culturale gli è valso il prestigioso Premio alla Carriera Alfredo D’Andrade e la selezione come protagonista del ciclo di mostre I LIMITI NON ESISTONO, che si terranno nei luoghi paralimpici di Milano-Cortina 2026. La prima tappa, Le stelle che non ti ho detto è in corso e resterà visitabile fino al 29 giugno al Museo Arte Contemporanea di Cavalese a cura della direttrice del Museo Elsa Barbieri e di Sabino Maria Frassà.

Fulvio Morella
Fulvio Morella, Raccontami (Ciclo Raccontami il ritorno), braillight su tessuto, 2025, ©Francesca Piovesan, Courtesy l’artistam Cramum e Comitato Italiano Paralimpico

I VINCITORI

Tra i premiati: Allianz, Claudio Arrigoni, Novella Calligaris, Mattia Chiusano, Maria Luisa Colledani, Paolo De Laurentiis, Sandro Fioravanti, Giovanni Bruno, Claudio Lenzi, Nadia Lauricella, Dario Marchetti, Mirko Narducci, Mario Nicoliello, Roberto Pacchetti, Felicita Pistilli, Giacomo Prioreschi, Rai, Rai Sport, RaiNews, Lorenzo Roata, Sonia Arpaia, Mauro Ujetto.

L’OPERA RACCONTAMI DI FULVIO MORELLA

L’opera, ideata dall’artista, è stata realizzata in collaborazione con l’ente non profit CRAMUM e OMEA per essere assegnata ai vincitori e alle vincitrici del Premio CIP – USSI. Ne sono stati inoltre prodotti cinque esemplari numerati in argento e una versione ricamata su tessuto, che entra a far parte del corpus di opere tessili sviluppato dall’artista dal 2022. Come da prassi, l’artista ha anche realizzato libri d’artista in Braille, completando così il progetto.

“L’arte di Fulvio Morella – spiega Sabino Maria Frassà – si basa sulla consapevolezza che ogni eroe necessita di una narrazione per trasformarsi in mito: senza di essa, l’impresa rischia di restare nell’ombra. Per questo, l’artista rende omaggio al ruolo dei giornalisti, moderni aedi e custodi della memoria degli atleti, narrandone lo spirito di resilienza e tramandandone il valore. In quest’opera, l’artista dà forma alla massima omerica “Raccontami, o Musa, dell’Uomo” attraverso parole scritte in braille stellato in uno dei suoi celebri cieli notturni.

La scelta del verbo “raccontare”

La scelta del verbo “raccontare”, ripresa dalla traduzione proposta nel 1963 da Rosa Calzecchi Onesti, non è casuale: essa sottolinea il valore del racconto in tutte le sue forme, sia come stimolo al miglioramento nel presente, sia come ponte autentico verso l’eternità. In linea con la sua poetica, che intreccia parola e immagine, Morella omette dal suo cielo stellato l’epiteto omerico “dal multiforme ingegno”, compiendo una scelta concettuale di grande significato: l’eroe non è definito dall’astuzia, bensì dalla scelta consapevole di faticare per diventare eroico.

Fulvio Morella non esalta acriticamente l’Ulisse che si affida all’inganno, ma celebra il vero valore eroico: colui che affronta il proprio destino con coraggio e integrità. Gli atleti paralimpici incarnano questa visione negli occhi e nelle mani dell’artista: veri viaggiatori dell’impossibile, capaci di riscrivere la stessa narrazione del possibile. Non a caso, è lo stesso Morella a ricordarci che “I limiti non esistono”, facendo eco al messaggio dantesco: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza. 

IL CICLO DI OPERE RACCONTAMI IL RITORNO

A partire da Raccontami, ideata per il Premio CIP-USSI, Morella ha intrapreso un’indagine profonda sul significato dell’eroismo nel mondo contemporaneo attraverso il ciclo di opere tessili in braille stellato Raccontami il ritorno. Questo percorso artistico si sviluppa in quattro cieli stellati, incentrati sul ritorno come elemento fondante dell’esperienza eroica. Da questa riflessione prende vita Il giorno del ritorno, ispirata alla formula omerica νόστιμον ἦμαρ (“Il giorno del ritorno”), che celebra l’eroe nell’istante più delicato e decisivo, il suo voler tornare a casa.

Come spiega Frassà ” L’artista suggerisce che, oltre all’impresa, esista qualcosa di ancora più profondo: l’incontro dell’eroe con gli altri, il momento in cui l’azione si trasforma in autentico gesto eroico. Il vero valore dell’eroismo, dunque, non risiede tanto nell’impresa in sé, ma nel coraggio di accettare la metamorfosi che il ritorno inevitabilmente porta con sé, cambiando non solo l’eroe, ma anche chi gli sta accanto. Com’è, infatti, sembra chiedersi Morella, vivere con l’eroe? E cosa significa per l’eroe convivere con le proprie gesta?

Il ciclo si completa

Il ciclo si completa così con due opere – Ulisse e Penelope – dedicate alle figure simbolo di quello che potrebbe essere definito come il processo eroico. Ulisse incarna colui che non si arrende ai limiti, non solo nell’azione eroica, ma soprattutto nell’esporsi al rischio della trasformazione: il vero coraggio non risiede nella partenza, ma nella capacità di tornare, più consapevoli e mutati. Dopo aver compiuto un’impresa, prima considerata impossibile, l’eroe avverte il bisogno di “salvarsi” da sé stesso, dalla fama e dal successo, desiderando soltanto il ritorno a casa. Questo concetto prende forma nell’opera “Ulisse” attraverso le parole dell’eroe dell’Odissea trasformate in stelle: “Niente è più dolce della famiglia per chi è in terra straniera, anche se si trova in una casa ricca e bella.”

Medaglia Raccontami CIP USSI designed by Fulvio Morella ©Francesca Piovesan, Courtesy artista, Cramum, CIP e USSI

Conclude Frassà

La riflessione di Fulvio Morella” conclude Frassà “si completa e trova il suo apice con l’opera “Penelope”, forse la più significativa e concettuale di questo ciclo, dedicata all’incontro finale tra Ulisse e la moglie, che per anni ha atteso il suo ritorno. L’artista sceglie così di immortalare le sue stelle in una forma ovale, evocativa del volto umano, dando corpo a una delle frasi più emblematiche del poema omerico: “A Penelope si sciolsero ginocchia e cuore nel riconoscere i segni sicuri che Odisseo le rivelò.” Attraverso questa scelta, l’ovale diventa simbolo di riconoscimento e intimità, richiamando il valore universale dei segni come tracce di memoria e identità.

Non solo: reinterpretando i valori paralimpici, l’artista ridefinisce il concetto di eroismo, riconoscendolo non solo in chi compie gesta straordinarie, ma anche in chi lo accompagna, in chi accetta il rischio del cambiamento con la consapevolezza che il ritorno non è una semplice restaurazione del passato, bensì un’opportunità di rinascita e trasformazione collettiva. L’eroismo, dunque, non appartiene esclusivamente a chi agisce, ma esiste anche grazie a chi condivide il peso dell’impresa, affrontandone le conseguenze con coraggio e dedizione.

Questa consapevolezza – intreccio di accettazione e gratitudine – permette di comprendere che ogni impresa nutre la successiva, preparando a una nuova partenza. Così, nella sua arte come nell’epopea omerica, il ritorno diventa per Fulvio Morella la metafora essenziale dell’esistenza stessa: un viaggio di cadute e risalite che nutre una tensione continua verso la ricerca di un futuro migliore, in cui il senso si compie nella condivisione, nel racconto e nell’empatia con le persone care.

I PROMOTORI DEL PREMIO

Il Premio CIP-USSI è un tributo a chi, con rigore e sensibilità, racconta lo sport paralimpico andando oltre i risultati, valorizzando l’impatto sociale e umano. I giornalisti sportivi sono testimoni delle storie di resilienza, coraggio e determinazione degli atleti paralimpici. Come sottolineato dal Presidente del CIP, Luca Pancalli“Il mondo del giornalismo e della comunicazione ha dato un contributo fondamentale alla crescita del movimento paralimpico. Questo Premio celebra il lavoro di chi, con passione e dedizione, ha acceso i riflettori sul nostro movimento, portando all’attenzione dell’opinione pubblica non solo le storie sportive e personali dei grandi campioni, ma anche il valore dello sport come strumento di benessere e inclusione, capace di contribuire alla crescita culturale, sociale e civile del Paese.”

Gianfranco Coppola, Presidente USSI, evidenzia: “Il racconto dello sport vede i giornalisti come testimoni e narratori di storie, luoghi e tradizioni, soprattutto emozioni. L’attenzione al paralimpismo ha trovato nei cronisti pionieri professionisti premiati per sensibilità, al di là di indici di ascolto e popolarità. Oggi i loro eredi assicurano che le storie dei giganti dello sport abbiano pari dignità. Il rigore nel resoconto agonistico, unito a una grande sensibilità e a un approccio culturale sempre più consapevole, rende il giornalismo sportivo ancora più delicato, appassionante e coinvolgente.”

I PARTNER COMITATO ITALIANO PARALIMPICO – CIP

Il Comitato Italiano Paralimpico (CIP) è un Ente Pubblico il cui fine è quello di promuovere lo sport tra le persone con disabilità. Il suo ruolo, alla stregua del CONI, è quello di Confederazione delle Federazioni e Discipline Sportive Paralimpiche, sia a livello centrale che territoriale, con il compito di riconoscere qualunque organizzazione sportiva per persone con disabilità sul territorio nazionale e di garantire la massima diffusione della cultura paralimpica e il più proficuo avviamento alla pratica sportiva delle persone con disabilità.

Il CIP, relativamente all’attività agonistica, coordina e favorisce la preparazione atletica delle rappresentative paralimpiche delle diverse discipline in vista degli impegni nazionali e internazionali e, soprattutto, dei Giochi Paralimpici, estivi ed invernali, che si svolgono ogni quattro anni, circa due settimane dopo i Giochi Olimpici, nelle stesse sedi e strutture utilizzate per le Olimpiadi. Ad oggi, il CIP riconosce circa 70 entità sportive, tra Federazioni paralimpiche, Discipline paralimpiche, Enti di promozione paralimpica ed Associazioni benemerite paralimpiche.

Premio CIP – USSI, Medaglia RACCONTAMI disegnata da Fulvio Morella in collaborazione con CRAMUM

UNIONE STAMPA SPORTIVA ITALIANA – USSI

È un’Associazione di giornalisti aderenti alla F.N.S.I. – Federazione Nazionale della Stampa Italiana e opera per il massimo riconoscimento e per la crescita del giornalismo sportivo, per la migliore tutela di tutti i giornalisti sportivi, anche promuovendo, a tale fine, l’aggiornamento tecnico professionale dei propri iscritti e il loro arricchimento culturale.  L’USSI promuove, inoltre, la cultura dello sport attraverso convegni, seminari e premi, coordina l’azione dei Gruppi regionali o interregionali aderenti e promuove e disciplina la costituzione di altri Gruppi.

Fra i suoi obiettivi preminenti si pongono, tra gli altri, la promozione e il sostegno di ogni iniziativa ritenuta utile al processo di potenziamento dello Sport in tutte le sue componenti, con riferimento ad una moderna concezione dello Sport stesso quale strumento di sviluppo e di emancipazione sociale.  L’USSI è riconosciuta dal CONI e dal CIP quale Associazione Benemerita. L’USSI, con la nascita dell’ente governativo Sport e Salute, promuove la cultura dello sport rispondendo ai bandi proposti attraverso varie iniziative a carattere nazionale, locale e internazionale essendo anche l’associazione di categoria che rappresenta in Italia AIPS, l’Associazione della Stampa Sportiva Internazionale.

CRAMUM

Cramum (Associazione Cramum Art) è un progetto non profit che dal 2012 sostiene le eccellenze artistiche in Italia e nel Mondo. Il nome è stato scelto proprio perché significa “crema”, la parte migliore (del latte) in latino, lingua da cui deriva l’italiano e su cui si è plasmata la nostra cultura. Cramum promuove attivamente mostre e progetti culturali volti a valorizzare giovani artisti o Maestri dell’arte contemporanea non ancora noti al grande pubblico, sebbene affermati nel mondo dell’arte.  Dal 2014, sotto la direzione artistica di Sabino Maria Frassà, Cramum intraprende con successo un piano di sviluppo di progetti di Corporate Social Responsibility in ambito artistico, ottenendo numerosi riconoscimenti. In quindici anni di attività CRAMUM ha sdato vita a cento mostre in Italia e all’estero coinvolgendo e promuovendo oltre 200 artisti.

FULVIO MORELLA

Fulvio Morella, artista nato in Valtellina nel 1971, è riconosciuto per aver elevato la tornitura del legno a espressione dell’arte contemporanea. Dal 2019, Fulvio Morella integra il braille nelle sue opere, rendendole più inclusive e coinvolgenti. Nel 2022 dà vita a un nuovo alfabeto, da lui denominato “braille stellato”, ampliando ulteriormente le possibilità espressive del suo lavoro.Attraverso questa ricerca, ha trasformato il braille in un elemento estetico e narrativo, aprendo nuove prospettive nel dialogo tra arte, inclusione e innovazione.

L’originalità di questo contributo lo porta, dopo mostre personali a Roma e Milano, a essere invitato a Parigi per una personale in cui presenta la medaglia “Ailes de Mouette”, creata per celebrare le Olimpiadi e Paralimpiadi del 2024 e i 200 anni dall’invenzione di Louis Braille. Nel 2023, Morella riceve il prestigioso Premio alla Carriera Alfredo d’Andrade. Nel 2025 prende avvio il progetto “I limiti non esistono” che porterà l’artista a essere protagonista di mostre ed eventi culturali nei luoghi Paralimpici in vista di Milano Cortina 2026. Le sue opere fanno parte di collezioni internazionali di rilievo, tra cui il Museo del Braille di Milano e Parigi, la Zecca Italiana, il Kunsthistorisches Museum di Vienna e l’UNESCO di Parigi. wikipedia.org