Dal 1° febbraio al 29 giugno 2025 il Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese presenta la mostra Fulvio Morella. Le stelle che non ti ho detto, a cura di Elsa Barbieri e Sabino Maria Frassà, in collaborazione con Cramum. Negli spazi di Palazzo Rizzoli una ricca selezione di opere tessili condurrà il pubblico alla scoperta dell’alfabeto “braille stellato” di Morella, un linguaggio inedito attraverso cui l’artista trasforma cieli notturni in poetici ed enigmatici messaggi tattili.

Fulvio Morella, Installation view Le stelle che non ti ho detto, Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese. Ph. Francesca Piovesan

Con l’obiettivo di far rete sul territorio e promuovere sinergie attorno ai temi dell’arte e dell’inclusività, con la mostra di Fulvio Morella il Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese ospita il primo appuntamento del progetto artistico e culturale I limiti non esistono, una rassegna promossa da Cramum in collaborazione con Regione Lombardia e Lagazuoi Expo Dolomiti e con il patrocinio del Comitato Italiano Paralimpico e di INJA Louis Braille, che mira a unire, con mostre ed eventi culturali, i luoghi simbolo delle prossime Paralimpiadi invernali 2026 – Milano, Val di Fiemme e Cortina – dando vita a un dialogo profondo tra arte, inclusione e sport.

Fulvio Morella, Installation view Le stelle che non ti ho detto, Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese. Ph. Francesca Piovesan

Sviluppata all’interno degli spazi di Palazzo Rizzoli

Sviluppata all’interno degli spazi di Palazzo Rizzoli, la mostra Le stelle che non ti ho detto presenta 15 lavori tessili ricamati, frutto di una reinterpretazione poetica da parte dell’artista del linguaggio braille attraverso la sostituzione dei tradizionali punti con stelle, espandendone in questo modo i confini con nuovi significati e suggestioni. L’artista così trasforma cieli stellati in criptiche informazioni. Ne sono esempio opere come “Pupille”, “Sipari”, “Flash” e “Montagne”, dove frasi personali o citazioni di autori si traducono in costellazioni e frammenti di cielo: il risultato è un nuovo linguaggio visivo, il braille stellato. In questo senso, Fulvio Morella invita al pubblico a toccare il cielo e le stelle con le dita, ricordandoci che i limiti non esistono e che siamo noi a tracciare la nostra poesia, vivendo ogni giorno con intensità.

«Guardare le stelle è un’attività che a tutti – eccezion fatta, doverosa – piace. Siamo attratti dal cielo stellato – conforto al senso morale dentro di noi, per citare il sempre attuale Kant – come fu Palomar, il personaggio di Italo Calvino, che non accontentandosi di guardare attraverso il telescopio cercava di osservare il cielo a occhio nudo, guardando all’insù, non solo vedendo ma anche immaginando. Oltre alla vista, oltre all’immaginazione, Fulvio Morella le stelle ce le fa toccare. Si, toccare, confrontandoci ognuno con la possibilità o l’impossibilità di scoprire che la posizione dei suoi corpi celesti sulla tela non è che l’espressione di pensieri e parole messe al posto della minuscola macchia di luce che perfora il cielo», Elsa Barbieri, Direttrice Museo Arte Contemporanea Cavalese e co-curatrice della mostra

Fulvio Morella, Flash Le Voyage, dettaglio con mano ©Francesca Piovesan, Courtesy Fulvio Morella e Cramum, Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese

Parla Sabino Maria Frassà

«Da sempre, l’essere umano alza gli occhi al cielo in cerca di salvezza, speranza e sogni. Quella vastità senza confini diventa rifugio e specchio delle emozioni più profonde. Fulvio Morella ci invita a sfiorarle con un dito, fondendo l’alfabeto tattile con una dimensione universale e trascendente, che evoca il gesto michelangiolesco della Creazione di Adamo. L’artista costruisce un racconto epico e corale, dove le emozioni universali si riflettono in cieli stellati ricamati, custodi di pensieri sussurrati nell’anima o mai pronunciati. Prende forma un viaggio di consapevolezza che ci guida a riconoscere e vedere come le stelle non dette, trattenute dal tempo e dalla vita, possano – e debbano – riuscire a brillare, illuminando la nostra esistenza», Sabino Maria Frassà, Direttore creativo di Cramum e co-curatore della mostra.

Con la volontà di portare l’arte tra le persone e incontrare nuovo pubblico, il Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese in occasione della mostra Le stelle che non ti ho detto sceglie di uscire dagli spazi museali di Palazzo Rizzoli portando alcune opere di Fulvio Morella nel cuore della città e a Tesero.

Fulvio Morella, Pupilla del Bacio ©Francesca Piovesan Courtesy Fulvio Morella e Cramum, Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese

Cinque opere inedite

Per tutta la durata della mostra, cinque opere inedite dell’artista saranno infatti esposte presso Palazzo Ress di Cavalese, sede del Comune. Tra queste Galassia Eternità, dedicata al poeta serbo Pavlović, Flash Dream, ispirata alle parole del maestro africano Ngũgĩ wa Thiong’o sul ruolo dei bambini, e Pupilla Luna, un omaggio ai versi di Pierangelo Bertoli e dei Tazenda in Spunta la luna dal monte (“Per altre vie, con le mani le mie cerco le tue, cerco noi due”).

Dal 29 gennaio al 2 febbraio l’opera Sipario di Stelle sarà invece esposta presso il Centro del Fondo e del Biathlon di Lago di Tesero, dove, a poco più di 400 giorni ai Giochi Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026, Fondazione Milano Cortina 2026, con il supporto del Comitato Organizzatore Nordic Ski Val di Fiemme, si prepara ad accogliere due importanti test event del warm-up programme della Road to 2026. Sipario di Stelle (2022) accoglierà il pubblico con una frase ricamata in bianco su tessuto nero ripresa da La gaia scienza di Friedrich Nietzsche (1882): “L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello di polvere”.

Fulvio Morella, Pupilla di Jung e Flash Dolci Montagne ©Francesca Piovesan, Courtesy Fulvio Morella e Cramum, Museo Arte Contemporanea Cavalese

La mostra Le stelle che non ti ho detto di Fulvio Morella

La mostra Le stelle che non ti ho detto si arricchisce poi di un public program: nel mese di luglio a Cavalese verrà presentata Blind Trust, una performance corale, immersiva e multisensoriale, durante la quale 100 partecipanti, guidati dall’artista Fulvio Morella, verranno bendati con una fascia su cui è ricamata la parola “Trust” in braille stellato e guidati alla scoperta di quattro opere attraverso sensi alternativi alla vista.

Al termine della mostra, in occasione delle Olimpiadi e Paralimpiadi Milano Cortina (6 febbraio – 15 marzo 2026), le opere tessili di Fulvio Morella saranno proiettate sulla facciata del Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese e presso le sedi dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Predazzo e Tesero. Un repertorio di aforismi in italiano, traduzioni in braille e in braille stellato, offrirà alla comunità della Val di Fiemme un’esperienza suggestiva, restituendo il messaggio universale della ricerca di Fulvio Morella e trasformando l’arte in un’esperienza di condivisione. Con Le stelle che non ti ho detto il Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese, sotto la direzione di Elsa Barbieri, esce dai confini museali per partecipare attivamente alla vita culturale e all’attualità del territorio, generando senso di comunità e partecipazione attorno al dialogo tra arte e inclusione.

Fulvio Morella
Fulvio Morella, Flash Dream e Galassia Eternità, Comune di Cavalese ©Francesca Piovesan, Courtesy Fulvio Morella e Cramum, Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese

I limiti non esistono, le prossime tappe

In autunno, il progetto I limiti non esistono approderà a Milano con la mostra LUDI – L’arte è un abbraccio. L’esposizione, curata da Sabino Maria Frassà, vedrà, presso la prestigiosa sede di Regione Lombardia, le opere tattili di Fulvio Morella, realizzate in legno, metallo e braille, interagire in un dialogo suggestivo con i celebri gonfiabili del Maestro Franco Mazzucchelli, creando un’esperienza artistica unica e inclusiva. La rassegna raggiungerà il suo culmine in inverno con la mostra Cortina di Stelle, che per la prima volta riunirà in un’unica esposizione le suggestive sculture luminose del ciclo Braillight di Fulvio Morella. L’evento si terrà in prossimità dell’inizio dei Giochi Olimpici, nel terzo “cuore” paralimpico, Cortina, grazie alla collaborazione con Lagazuoi SpA.

Fulvio Morella, artista nato in Valtellina nel 1971, è riconosciuto per aver elevato la tornitura del legno a espressione dell’arte contemporanea. Dal 2019, Fulvio Morella integra il braille nelle sue opere, rendendole più inclusive e immersive. Attraverso questa ricerca, ha trasformato il braille in un elemento estetico e narrativo, aprendo nuove prospettive nel dialogo tra arte, inclusione e innovazione. L’originalità di questo contributo lo porta, dopo mostre personali a Roma e Milano, a essere invitato a Parigi per una personale in cui presenta la medaglia “Ailes de Mouette”, creata per celebrare le Olimpiadi e Paralimpiadi del 2024 e i 200 anni dall’invenzione di Louis Braille. Nel 2023, Morella riceve il prestigioso Premio alla Carriera Alfredo d’Andrade. Le sue opere fanno parte di collezioni internazionali di rilievo, tra cui il Museo del Braille di Milano e Parigi, la Zecca Italiana, il Kunsthistorisches Museum di Vienna e l’UNESCO di Parigi.

Fulvio Morella
Fulvio Morella, Installation view Le stelle che non ti ho detto, Comune di Cavalese ©Francesca Piovesan Courtesy Fulvio Morella e Cramum, Museo d’Arte Contemporanea Cdi avalese

Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese

Il Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese nasce nel 2001 all’interno dello storico Palazzo Rizzoli, antico complesso signorile situato nel centro storico di Cavalese, in Val di Fiemme, che nel corso degli anni ha vissuto significative trasformazioni, sia nell’aspetto che nella funzione, vantando oggi diverse unità che si differenziano per epoca di costruzione, stile ed elementi architettonici. Il primo nucleo della collezione d’arte moderna e contemporanea del Museo si forma a partire da una preziosa selezione di opere di Bruno Munari e di numerosi artisti storicizzati appartenuta al Dottor Giancarlo Baccoli, medico di origine bresciana residente nel comune fiemmese, che negli anni coltivò relazioni con artisti, collezionisti e critici protagonisti dell’arte italiana della seconda metà del Novecento.

Negli anni il Museo ha organizzato mostre temporanee collettive e personali e momenti culturali pensati per promuovere il legame con il territorio alpino, in stretta connessione con le tradizioni locali e insieme con uno sguardo verso i nuovi linguaggi della scena artistica. Oggi il Museo d’Arte Contemporanea è un luogo dove la percezione dell’identità alpina nelle sue peculiarità e valori viene rafforzata attraverso il confronto con prospettive di ricerca e di fruizione sempre nuove, ma complementari, da cui trarre una maggiore consapevolezza culturale e sociale. artecavalese.it