I giardini di Marqueyssac, appartenenti all’omonimo castello, rappresentano un gioiello di arte e natura nel cuore della Dordogna, parte sud-ovest della Francia. Situati su un alto sperone di roccia che domina la valle, vicino a Vézac, offrono una vista panoramica mozzafiato sul fiume e sui castelli circostanti. La storia del castello, così come quella dei suoi giardini spettacolari, è ricca di avvenimenti.
Lo Château, nella sua forma attuale, con la sua importante facciata principale, è il risultato dei lavori effettuati nel XVII secolo. Le prime tracce di una fortificazione del sito datano però al tardo Medioevo. Fu costruito infatti su una roccaforte medievale, probabilmente risalente al XII-XIII secolo, per volere di Bertrand Vernet de Marqueyssac, consigliere di Luigi XIV a Sarlat. Nel corso dei secoli è stato oggetto di diverse ristrutturazioni e rimaneggiamenti. Seppur non imponente, posto su uno sperone roccioso, occupa una posizione dominante sulle alte falesie che sovrastano la valle della Dordogna, regalando un panorama mozzafiato: dal Bélvedère, a 130 metri di altezza sul fiume Dordogna, si possono ammirare castelli e borghi tra i più belli e rinomati di Francia, come Fayrac, Castelnaud, Roque-Gageac Beynac-et-Cazenac e Domme.
Le origini dei giardini
I veri protagonisti di Château de Marqueyssac, però, sono i giardini, anche se non sono antichi quanto il castello. Bertrand de Vernet ne commissionò la realizzazione, affidandosi al paesaggista Porcher, allievo del celebre André Le Nôtre. Due secoli dopo, il raffinato giurista Julien de Cerval, che aveva lavorato per lo Stato Pontificio ed era un appassionato esperto di giardini italiani, acquistò la proprietà e trasformò la tenuta in un’oasi di pace, arricchendola di piante della macchia mediterranea, come cipressi, pini marittimi, lecci, alberi di Giuda (Cercis siliquastrum) e introdusse, importandolo dall’Italia, anche il ciclamino tipico del sottobosco, altrimenti detto ciclamino napoletano (Cyclamen hederifolium o neapolitanum) che oggi ha colonizzato vaste aree dei giardini.
I 150.000 bossi secolari
La vera meraviglia di Marqueyssac risiede nei suoi 150.000 bossi, potati in modo di formare una scenografica balconata di 192 metri che si snoda dal castello fino alla terrazza Bélvedère. Immersa in 22 ettari di splendore, la tenuta comprende sei chilometri di percorsi, tra vialetti costeggiati da secolari bossi, viali di Santolina usata en masse in contrasto alle siepi di bosso in potatura formale, giardini rocciosi con cascatelle, fontane e teatri di verzura. In alcuni tratti, invece, lo stile richiama quello dei giardini folly e mostra un’evidente impronta, nello sviluppo dei suoi sentieri sinuosi, del gusto francese tipico del Secondo Impero di Napoleone III. Le vicissitudini dei Giardini di Marqueyssac sono molteplici e si concludono con un degrado progressivo dato dall’incuria, l’abbandono e la mancanza di fondi in cui vennero lasciati per decenni, fino alla loro rinascita.
Nella galleria di seguito, alcuni scorci panoramici sui parterre
Il restauro dei giardini di Marqueyssac
Fortunatamente, nel 1996 lo Château de Marqueyssac e i suoi giardini, sono stati acquisiti dal gruppo Kléber Rossillon. Grazie all’impegno del gruppo e ai significativi investimenti, i giardini sono stati restaurati con meticolosa cura, poi ampliati e integrati, per far riemergere la luce della magnificenza del progetto originale e, in aggiunta, ne è stato valorizzato il disegno. Sono state ripristinate le siepi di bosso, curate secondo le tecniche tradizionali con potature rigorosamente fatte a mano, riportando all’antico splendore le elaborate forme geometriche e le prospettive scenografiche, implementandole di nuove e particolari linee. Nel video linkato qui, prodotto dal gruppo che ne è oggi proprietario, si possono osservare scorci, attività e atmosfere davvero splendidi.
Nella galleria seguente, passaggi, contrasti di linee e atmosfere:
Un recupero impegnativo e imponente
Il recupero e il mantenimento dei giardini di Marqueyssac, dopo anni di abbandono, è stato un lavoro lungo e complesso. Un team di giardinieri e paesaggisti, sotto la direzione degli attuali proprietari, ha lavorato intensamente per riportare i giardini all’antico splendore. L’intervento ha compreso non solo la potatura e la modellazione delle siepi, ma anche la ricostruzione di parti danneggiate e la messa a dimora di nuovi arbusti. La manutenzione costante, con tecniche di potatura dedicate, è fondamentale per preservare la bellezza e l’integrità di questo straordinario giardino. È un recupero che ha fatto dell’ars topiaria, non solo l’esaltazione di una tecnica ma un’opera d’arte collettiva che continua nel tempo.
Nella galleria che segue, scorci più ravvicinati sulle varie parti dei giardini:
Il recupero e la riapertura del 1997
Il sito ha riaperto al pubblico nel 1997, diventando uno dei giardini di Francia ufficialmente riconosciuti fra i più importanti. La cura di tutto il complesso è ininterrotta e quella che riguarda le parti vegetali, non conosce sosta. Una squadra di giardinieri mantiene le caratteristiche forme tondeggianti (e non), dei bossi, lavorando in punta di forbici. Inoltre, estrema attenzione viene posta alle patologie che colpiscono il bosso da qualche anno.
I Giardini e il Castello, sono anche patrimonio di chiunque li visiti per godere della bellezza e delle tante attività che si svolgono. Sono dedicate ad adulti di ogni età, bambini e famiglie. In alcune occasioni, la vita dei giardini si anima con eventi stagionali come la “Grande Caccia alle Uova Pasquali” (domenica e lunedì di Pasqua), la “Festa dei Giardini” (prima domenica di giugno) e le magiche e suggestive “Soirées aux Chandelles” (nei giovedì di luglio e agosto), con 2000 candele che illuminano la notte sulle scenografie e creano incredibili suggestioni, con momenti di musica e attrazioni. È presente anche un museo sulla storia dei giardini e vi è contenuto lo scheletro di un dinosauro ritrovato in loco.
Nella seguente galleria, alcune delle attività nel Giardino di Marqueyssac:
L’impegno della proprietà del gruppo Kléber Rossillon
Oggi, la proprietà continua a gestire e curare attentamente il sito, mantenendo in vita la straordinaria eredità di Marqueyssac. Il gruppo Kléber Rossillon, è nato proprio in occasione della riapertura al pubblico di Marqueyssac e ad oggi gestisce dodici siti di grande valore artistico-storico e culturale del patrimonio di Francia e Belgio (il video che illustra la loro attività merita i tre minuti di visione che richiede).
Nelle galleria seguente, le panoramiche sul paesaggio che circonda il castello:
Un giardino inimitabile
Definito giardino sospeso, nel linguaggio comune, per la sua collocazione e per i terrazzamenti ricchi di linee sinuose di bossi topiati, il paesaggio ricreato a Marqueyssac, è straordinario. Non solo per la particolare presenza di siepi di bosso in potatura formale, ma per la loro sbalorditiva complessità e maestosità. Quello che rende unico al mondo questo giardino (benché parlarne al singolare è riduttivo) è la dimensione e la precisione con cui sono state modellate le siepi. Le forme hanno creato, infatti, un palcoscenico di linee sinuose e ondulate che si snodano per chilometri lungo i pendii della valle della Dordogna. Non si tratta di semplici siepi tagliate in forma squadrata, ma di un’opera d’arte vivente vera e propria, un labirinto verde di curve, volute e spirali che creano un effetto scenografico di rara bellezza.
Perchè i Giardini di Marqueyssac sono unici
Innanzitutto la dimensione. È a dir poco monumentale considerata la loro estensione e la presenza degli oltre 150.000 esemplari di bossi centenari, modellati con una precisione incredibile. La vastità dell’opera lascia senza fiato. Conferisce una sensazione di immensità e di potenza di una natura addomesticata ma con il rispetto e la mitezza dell’agire.
Un altro aspetto di rilievo è lo stile che, grazie alle sinuosità così evidenti, crea sensazioni carezzevoli al limite del romantico. A differenza delle forme geometriche rigide tipiche dei giardini formali francesi, le siepi di bossi di Marqueyssac presentano un’estetica che appare più libera e naturale, anche se incredibilmente precisa.
L’unicità del luogo riassunta in questa galleria:
Un gioco di splendide e coinvolgenti linee
Un altro fattore che stupisce enormemente è dato dalla precisione e la pulizia delle linee. Curve armoniche e morbidissime, evocano un senso di movimento, di fluidità e di grazia, creando prospettive sorprendenti e giochi di luci e ombre. Questo stile si discosta dalla rigidità classica, avvicinandosi a un’idea più naturalistica del giardino. Ogni ansa, ogni ondulazione, ogni dettaglio è stato accuratamente progettato e realizzato, dimostrando una maestria di altissimo livello. La precisione con cui sono state modellate le siepi è impressionante. È la testimonianza di un impegno e una dedizione costanti e meticolosi nel mantenimento di quest’opera d’arte vivente.
Inoltre, l’integrazione nel paesaggio è notevole. Le siepi dei bossi sono state abilmente contestualizzate, sfruttando al meglio la topografia e le prospettive naturali. L’effetto scenico è di grande impatto: l’opera dell’uomo si fonde armoniosamente con la naturalità circostante.
In questa galleria di foto, alcuni viali e percorsi nel giardino:
La visita ai Giardini di Marqueyssac: un’esperienza imperdibile
I giardini di Château de Marqueyssac, sono molto più di un semplice parco. Sono un monumento vivente all’arte topiaria e ai giardini, un esempio di armonia tra natura e tecnica. Sono il riflesso del gusto, dell’originalità e della maestria di chi lo ha progettato e di coloro che lo stanno preservando nel tempo.
I giardini sono visitabili tutto l’anno. La visita offre un’esperienza un’esperienza unica e indimenticabile, altamente raccomandata per chiunque apprezzi la bellezza di un giardino storico realmente inimitabile.
Ivana Fabris
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