Come e quando piantare le rose in giardino sono domande fondamentali per tutti gli appassionati di questi meravigliosi fiori che, a differenza di quanto si creda, non sono per niente delle piante difficili o problematiche. Tutt’altro. Con i dovuti accorgimenti, che si possono leggere qui, danno molte soddisfazioni e garantiscono costanti fioriture, colori e profumi, quindi bellezza, per molti mesi all’anno.
Quando piantare le rose
È presto detto: salvo che con il caldo di mesi come luglio e agosto e con il gelo di dicembre, gennaio e febbraio, praticamente in tutti gli altri mesi è possibile piantare le rose. Ovvio che la differenza sia sempre stabilita dall’andamento stagionale e dalle località. Al nord Italia le tempistiche sono sicuramente diverse da quelle del sud. Per la messa a dimora, come per le fioriture e le potature. Le rose amano più i climi freddi, rispetto a quelli caldi, ma sono anche adattabili e accettano di buon grado di vegetare nel Meridione d’Italia. A condizione che si facciano i debiti distinguo sulle tecniche di coltivazione. Ciò non toglie, però, che esistano mesi preferibili per l’impianto. Solitamente sono quelli di inizio primavera (da marzo a fine aprile/inizio maggio) e d’autunno, come ottobre e novembre.
Novembre, un mese di lavoro per gli appassionati delle rose
Se si sono operate le scelte d’acquisto per tempo, fintanto che le temperature non si attestano stabilmente sotto lo zero, anche di pochi gradi, (qualche escursione occasionale non fa testo), novembre è un mese che fornisce ampi spazi di manovra sul quando e come piantare le rose. Piuttosto, è importante sapere che preparare la buca d’impianto, se è fondamentale con qualunque pianta in generale, con le rose un po’ di più. Questo è dovuto soprattutto al benessere futuro delle rose. Una buca per la messa a dimora, fatta a regola d’arte, garantisce salute alla pianta e successo di coltivazione con pochissima manutenzione. Quindi, è il momento di parlare del come piantare le rose.
Come piantare le rose in giardino
Qui di seguito i passaggi fondamentali. Niente di drammatico. Basta fare un po’ di attenzione e imparare i passaggi. È anche importante sapere che se serve sostituire una Rosa con un’altra, è necessario cambiare anche la terra. Almeno i primi 40 centimetri. Le rose rilasciano tossine nel terreno che sono nocive per altre rose.
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1. DELIMITARE e TAGLIARE la cuticola superficiale del prato
Tagliare la superficie con la vanga e tenere da parte le zolle di erba asportate, ripulire dalle infestanti e dagli stoloni (il tipo di organo con cui molte di esse si propagano).
Perchè: serve a ricomporre e coprire le parti del manto erboso asportato e lascia ordinata la sede in cui si è lavorato.
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2. SPACCARE LA TERRA con un piccone
Qualora il substrato fosse molto duro e compatto, è necessario frantumarlo grossolanamente. Dopo di che iniziare a vangare spostando la terra a lato. Se invece il terreno è lavorabile, la vanga è sufficiente. Evitare di girare le zolle.
Perchè: è nel primo strato (circa 15-20 centimetri) che ci sono i microorganismi che determinano la fertilità del suolo, quelli che compongono un vero e proprio laboratorio chimico.
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3. SCAVARE una buca ampia
Serve scavare che sia profonda circa cinquanta centimetri e profonda altrettanto. Una regola aurea, questa.
Perchè: se il proprio suolo è argilloso e compatto, è indispensabile, rosa, arbusto o perenne che sia, anche se hanno un vaso piccolo. Questa pratica serve a fare in modo che, una volta in piena terra, la pianta trovi terreno soffice, mosso e ossigenato per iniziare ad attecchire. Meno fatica fa, più veloce sarà la rosa a far lavorare le radici esplorative e poi quelle relative a nutrimento e crescita. Questa pratica serve anche a creare microcapillarità nel terreno che è ciò che evita i pericolosi ristagni d’acqua, il solo vero pericolo per tutte le rose, più ancora di altri generi di piante.
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4. USARE UNA VANGA e non una fresa
Per quanto davvero comoda e pratica, la fresa tende a “polverizzare” il terreno. Questo non è un vantaggio.
Perché: una terra dalla tessitura così sottile, dopo la chiusura della buca d’impianto e alla seconda o terza irrigazione, la terra tende a ricompattarsi troppo, peggiora la microcapillarità e aumenta il ristagno idrico. Inoltre, se già vangare crea un disequilibrio nei microorganismi del suolo, la fresa li distrugge del tutto.
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5. PREPARARE la buca almeno una settimana-dieci giorni prima dell’impianto
Soprattutto per la messa a dimora delle rose, è una buona pratica.
Perchè: innanzitutto per avere tempo e modo di pulire il fondo da eventuali depositi di macerie dal cantiere di costruzione dell’abitazione, come spesso accade di trovare. Inoltre, lavorare in anticipo consente anche di valutare la permeabilità del terreno, riempiendo di acqua la buca e osservando con quanta rapidità defluisce. Più di tutto, però, è importante l’ossigenazione del suolo che ha diverse funzioni, la più importante è quella che, a contatto con l’ossigeno, eventuali detriti organici (come radici nel terreno, piccoli frammenti di legno etc.) iniziano a decomporsi, fornendo alle rose ulteriori elementi nutritivi.
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6. RIEMPIRE metà buca di acqua
Va fatto almeno un paio di volte, due o tre giorni prima dell’inserimento della rosa.
Perchè: in primis, consente di valutare in quanto tempo si svuota: se lo fa rapidamente, allora il drenaggio è ottimale. Se impiega due o tre minuti, è mediamente accettabile, se tende a ristagnare, è d’obbligo ammendare per evitare che generi problemi di asfissia radicale. In secundis, idratare la terra prima di mettere a dimora una pianta, fa sì che sia questa ad attingere dal terreno e non il contrario, evitando che si stressi ulteriormente.
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7. CONCIMARE abbondantemente il fondo della buca
Possibilmente con stallatico maturo (letame di stalla), in questo caso agire almeno due o tre giorni prima di piantare le rose. Non è facile da reperirsi, specie vivendo in città ma resta un’opzione validissima.
Perchè: non apporta solo nutrienti ma migliora sensibilmente la struttura del suolo. Nel caso di terreni tendenzialmente argillosi e compattanti, se non limosi, è davvero una panacea. Se usato maturo, non puzza e non brucia le radici. In caso non sia possibile reperirlo, di necessità si fa virtù, quindi si ripiega sullo stallatico pellettato.
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8. QUANTITÀ DI STALLATICO da usare
In entrambi i casi (letame o pellettato), fare uno strato sul fondo di circa cinque centimetri di altezza. Ricoprire con altrettanta terra.
Perchè: aiutare le rose ad attecchire, è sempre buona norma. Se trovano nutrienti in fase di impianto e per il primo/secondo anno, ne avranno grande giovamento. I primi due anni, sono faticosi per ogni pianta ma per le rose è ancora più evidente. Le migliori fioriture, infatti, iniziano a comparire nella terza primavera dalla messa a dimora. Devono adattarsi al grande cambiamento vaso-piena terra, gli apparati radicali subiscono un vero e proprio shock quindi per superarlo devono attivare ogni possibile risorsa, il cibo su tutto che non consiste solo nella luce ma anche in ciò che hanno sotto ‘ai piedi’. Inoltre devono sviluppare rami e foglie per riuscire a fiorire. La fioritura che per chi le coltiva è solo puro piacere, per le piante è riproduzione, quindi sopravvivenza. Alla terza stagione è sufficiente concimare una/due volta l’anno al massimo, interrando appena sotto la terra, un pugno di concime, possibilmente ancora stallatico pellettato.
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9. AMMENDARE il terreno
Se il terreno fosse molto argilloso o proprio limoso, o troppo sabbioso al tatto, è indispensabile ammendare mescolando sabbia di fiume, foglie e cippato al terreno.
Perchè: ammendare migliora la struttura, favorendo non solo la microcapillarità necessaria ad avere un substrato in cui l’ossigeno consente di far defluire l’acqua e quindi a non avere più ristagni, ma anche a avere materiale vegetale (come nel caso del cippato) che si degrada rilasciando nutrienti e nel mentre le fibre migliorano la qualità del suolo. Lo stesso vale per un terreno che non trattiene, come i terreni dalla consistenza sabbiosa.
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10. POSIZIONAMENTO DELLE ROSE e riempimento della buca
Una volta fatte tutte le operazioni precedentemente descritte, dopo aver delicatamente liberato le radici, collocare la pianta nella buca, in modo che il colletto arrivi a livello del suolo. Riempire con la terra e compattare, possibilmente senza salirci col piede. Infine irrigare bene.
Perchè: quel tipo di metodo di compattamento del terreno attorno alle radici, spesso comprime troppo e crea subito un cattivo drenaggio, mettendo immediatamente in difficoltà la pianta e vanificando il lavoro di alleggerimento fatto. Irrigare sopperisce a un compattamento più leggero eliminando le bolle d’aria attorno alle radici. L’aria attorno alle radici, incamerata con la messa a dimora, finisce con l’impedire loro di assorbire acqua e nutrienti.
Come piantare le rose: più facile a farsi che a dirsi
A dispetto di come possa sembrare, l’operazione di piantare le rose non è difficoltosa. Come ogni lavoro, richiede solo un po’ di pratica che si acquisisce facilmente dopo la prima-seconda volta. Inoltre, sono attenzione e fatica che le rose sapranno ripagare. E con gli interessi.
Ivana Fabris
©Villegiardini. Riproduzione riservata
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