Le Clematis sono considerate di loro delle piante difficili e poco tolleranti agli stress. Ne viene da sé che in climi caldi, dove stress termici e idrici sono frequenti in estate, non avranno mai gli stessi risultati che in Inghilterra o in Polonia. Possono prendere il wilt mille volte più spesso, fiorire di meno e tutto in una volta, per poi mettersi a riposo. Eppure continuiamo a ricomprarle perché sono bellissime, e per fortuna il prezzo è diventato accessibile nel corso degli ultimi dieci anni.
I punti chiave per avere una Clematis rigogliosa
Mettendo subito in chiaro che in zone costiere avranno una vita assai limitata, le Clematis possono prosperare in zone un po’ più alte e fresche, ma rimangono piante a cui bisogna riservare attenzioni extra. I punti chiave per una buona riuscita sono tre: l’esposizione, l’irrigazione e il terriccio.
Una buona irrigazione fa nascere piante sane
Con poca acqua la Clematis non va da nessuna parte, non c’è un modo per aggirare il problema: bisogna irrigare in modo abbondante, lasciando appena asciugare. L’irrigazione, soprattutto nei primi periodi di crescita, deve essere profonda ma non troppo frequente. Una volta che la pianta è ben radicata, annaffiare a intervalli regolari stimola le radici a crescere in profondità, contribuendo alla resistenza agli stress. Il terreno deve essere drenato, soffice, aperto, ricco di materia organica vegetale decomposta e di inerti piccoli. L’esposizione non deve essere al sole, ma in mezz’ombra, o in ombra, purché ci sia vicina una zona più soleggiata verso cui la pianta può allungare i rami. Troverà la luce da sé e fiorirà distante dalla base.
Un buon impianto
Si tratta di dare le condizioni giuste all’impianto, e di gestire le cure con una certa saggezza ed esperienza. Non sono piante per principianti, non al Sud.
Le varietà tra cui scegliere non sono abbondantissime. La maggior parte dei bellissimi ibridi da giardino che vediamo sui cataloghi ha una aspettativa di vita di due o tre anni. Si può anche piantarle con questo tipo di attesa, ma non può essere trattata come perenne a ciclo breve perché va cambiato il terriccio per evitare il wilt. Dato che ogni Clematis richiede una buca di impianto grande come quella di una rosa, diventa problematico gestirle come delle annuali, cioè piantarne di nuove nello stesso punto.
Clematis cirrhosa
La Clematis che ha davvero le maggiori chance di vivere e assestarsi in modo più che comodo è la C. cirrhosa, un endemismo dell’Italia meridionale, presente anche in Sardegna e Toscana.
La Clematis cirrhosa è enorme. Non ha fine. Se prende l’abbrivio si allungherà per dieci metri e oltre, rendendo necessario, nel tempo, delle operazioni di potatura di contenimento. È infatti ideale in siepi di campagna, dove si trova spesso allo stato spontaneo, che trasforma in una sorta di deposito di ali d’angelo dismesse. Fiorisce in inverno, e l’abbondanza dei fiori bianchi è mozzafiato.
Un’ampia scelta tra le Clematis
In commercio è più facile trovare la varietà ‘Freckles’, che ha i petali fittamente puntinati di rosa scuro. Va in dormienza estiva, perciò richiede un’irrigazione molto misurata.
Un’altra Clematis resistente al caldo è la texensis, una specie originaria del Texas, a fioritura tardiva.
Anche la C. viticella è di buona resistenza, così come la C. jackmanii ‘Superba’.
La C. vitalba è diffusa in tutta Italia, è molto invadente e si fa fatica a trovarla gradevole anche nei boschi, dove cresce come liana.
Si può dare una chance anche alla C. tangutica e alla terniflora.
Ti può interessare anche: