Mart, il polo culturale: Nel cuore del meraviglioso Trentino, incastonato tra palazzi del XVIII secolo, il Mart di Rovereto è stata inaugurato vent’anni fa: nel dicembre 2002. Si tratta della prima struttura italiana del nuovo millennio realizzata per essere un polo culturale, un’agorà delle arti e dei saperi. Disegnata dall’archistar svizzera Mario Botta la piazza circolare del Mart è allo stesso tempo un’icona della contemporaneità e un omaggio alle forme classiche: le dimensioni della cupola sono quelle del Pantheon di Roma e la fontana posta al centro rimanda all’impluvium per la raccolta delle acque piovane delle ville romane.
Di fronte al Museo si affaccia un importante Auditorium nel quale viene sviluppato un calendario multidisciplinare dedicato alla contemporaneità: festival internazionali, rassegne, stagioni di danza, musica elettronica, jazz, teatro e cinema. Sul lato opposto, una ricca Biblioteca civica è il fiore all’occhiello dell’innovativo sistema bibliotecario trentino.
A pochi passi dal Mart
A pochi passi dal Mart si trovano diverse e prestigiose istituzioni culturali: il settecentesco Teatro Zandonai, teatro all’italiana nel quale il Comune programma la stagione di prosa, e il polo universitario di Rovereto che afferisce all’Università degli Studi di Trento, migliore università statale d’Italia. Completa l’eccellente formazione di spazi dedicati alla cultura concorre il ristorante stellato del Mart: affidato allo chef Alfio Ghezzi, durante le ore di apertura del museo è un elegante bistrot per pranzi, colazioni, merende e aperitivi.
Da Ghezzi l’esperienza culinaria incontra il design italiano del XX secolo. Gli arredi costituiscono una selezione di pezzi iconici che identificano la grande storia del made in Italy: la lampada Luminator di Luciano Baldessari; la poltroncina Luisa (832) e il tavolo Cavalletto (883) di Franco Albini; lo sgabello Mezzadro e la poltrona San Luca di Achille Castiglioni; la sedia Seconda/602 e la poltrona Charlotte di Mario Botta; la poltroncina Silver, la poltroncina Uragano e la poltrona Louisiana di Vico Magistretti; la poltroncina Ghiaccio di Piero Lissoni.
Mart, il museo
Dall’Ottocento ai giorni nostri, il patrimonio del Mart di Rovereto attraversa oltre 150 anni di storia con particolare attenzione all’arte italiana del XX secolo. In particolare, le Collezioni museali sono testimonianza delle due vie dell’arte del primo ’900: l’Avanguardia, incarnata soprattutto dal Futurismo, e la fedeltà alla bellezza, al canone, alla tradizione come raccontano le varie tendenze dalla Metafisica a Novecento Italiano e Valori Plastici. Al Mart la lezione novecentesca si confronta con il contemporaneo, con gli artisti internazionali, con i nuovi linguaggi. In continuo mutamento, secondo un principio di rotazione, le sale dedicate alle Collezioni presentano oggi i più celebri capolavori del Mart. Un percorso che lascia senza fiato, attraverso le opere di Luigi Bonazza, Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Fortunato Depero, Gino Severini, Luigi Russolo, Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio de Chirico.
Nominato dalla Provincia autonoma di Trento, dal 2019 il Presidente del Mart è Vittorio Sgarbi. Completano il Consiglio di Amministrazione: Silvio Cattani, vicepresidente, e Dalia Macii, consigliera. Il Comitato Scientifico è composto da Stefano Bruno Galli, Giordano Bruno Guerri, Emilio Mazzoli, Riccardo Muti, Moni Ovadia. Il Direttore generale è Diego Ferretti. Il progetto culturale dell’attuale dirigenza del Mart, a 20 anni dall’inaugurazione del museo, ruota intorno alla relazione tra antico e contemporaneo. Coerentemente con quanto immaginato dai fondatori del Mart, che con la piazza stessa del museo e con la creazione della straordinaria collezione scelsero di rendere omaggio all’arte classica e all’italianità, il palinsesto museale è alla ricerca delle connessioni tra la storia, i grandi classici e i linguaggi del XX secolo.
Il tipo di proposta espositiva
Questo tipo di proposta espositiva, basata su confronti e parallelismi, è una delle cifre stilistiche del museo di Rovereto che già nel 2013 proponeva una straordinaria mostra su Antonello da Messina, a cura degli studiosi Ferdinando Bologna e Federico De Melis. Per l’occasione, le opere del Maestro quattrocentesco venivano messe a confronto con la ritrattistica contemporanea, raccolta in un progetto curato dal filosofo francese Jean-Luc Nancy. Muovendo da queste premesse, il programma del Mart attraversa i secoli. I maestri classici e moderni dialogano tra loro e con le opere di una collezione pubblica tra le più ricche d’Europa.
Negli ultimi anni hanno trovato collocazione nelle sale del Mart il Seppellimento di Santa Lucia di Caravaggio, posto in dialogo con le figure contemporanee di Burri e Pasolini; la lezione di Raffaello in inediti raffronti con l’opera dei più grandi maestri del XX secolo, Picasso, de Chirico Dalí; i canoni di Botticelli in confronto con il cinema, la moda, la fotografia e le opere di numerosi artisti contemporanei, da Giosetta Fioroni a David LaChapelle, da Michelangelo Pistoletto a John Currin; l’eternità di Canova con la quale si sono misurati i maggiori scultori e fotografi dei nudo del XX secolo e, ancora, la lezione di Giotto che ha influenzato alcuni dei maggiori maestri del XX secolo, come Carrà, Sironi, Martini, ma anche Klein, Matisse, Turrell.
Casa d’Arte Futurista Depero
A Rovereto a dieci minuti dal Mart si trova la Casa d’Arte Futurista Depero, ideata dal grande artista di cui porta il nome. Vero pioniere del design contemporaneo, Fortunato Depero curò personalmente ogni dettaglio: i mosaici, i mobili, i pannelli dipinti. Alla base un progetto dissacrante e profetico: l’abbattimento di ogni gerarchia nelle arti. Roveretano, Depero morì poco dopo l’apertura della Casa, inaugurata nel 1959. Dopo un complesso e decennale restauro, curato dall’architetto Renato Rizzi, è cominciata la seconda vita della Casa Depero. Gli accurati lavori hanno permesso il recupero delle zone originali progettate dall’artista, completandole con due nuovi livelli ispirati direttamente al gusto di Fortunato Depero. La Casa riapre nel 2009, anno del centenario del Futurismo.
Oggi si possono ammirare, esposti a rotazione, alcuni dei 3000 oggetti lasciati dall’artista alla città: dipinti, disegni, tarsie in panno e in buxus, grafiche, giocattoli, mobili, disegni, locandine, collage, manifesti, prodotti d’arte applicata. Le opere sono rappresentative di tutto l’arco dell’intensa attività dell’artista, dalle sperimentazioni del primo Novecento alle commissioni pubbliche degli anni Cinquanta. Simbolo della memoria e della storia di una proposta architettonica innovativa, l’edificio si trova nell’elegante centro storico della Rovereto medioevale. Passato, presente e futuro si intrecciano saldamente: il progetto originario di uno degli artisti più prolifici del Novecento è qui conservato e arricchito da un percorso museale che ne mette in luce gli aspetti più salienti.
L’ultimo piano della Casa
L’ultimo piano della Casa è dedicato a piccole mostre di approfondimento che spesso sottolineano la considerevole eredità del Futurismo. Attraverso l’attività della Casa e dell’Archivio del ’900, che di Depero conserva il Fondo, il Mart documenta gli aspetti che legano quell’Avanguardia alla contemporaneità, mostrando gli esiti di una travolgente creatività a cui ancora oggi numerose esperienze artistiche sono debitrici. La funzione espositiva è completata e ampliata da quella didattica che, con continuità, valorizza pienamente il carattere monografico e l’inestimabile unità culturale del museo, programmando attività per le scuole, per le famiglie e per il pubblico adulto.
Galleria Civica di Trento
Con l’annessione della Galleria Civica di Trento al Mart, nell’ottobre 2013, si è ampliato il polo museale trentino dedicato all’arte contemporanea: la storica Galleria ha ripreso la propria attività divenendo a tutti gli effetti la terza sede Mart. Il progetto a Trento sancisce un dialogo costruttivo con il territorio, con gli abitanti e con chi visita la città, confermando tanto il legame con il Comune e con le istituzioni, quanto la vocazione internazionale e cosmopolita della Galleria.
A Trento il Mart sviluppa un palinsesto espositivo dedicato all’arte e all’architettura contemporanee. A conferma del radicamento con il territorio e dell’attenzione che il Museo vuole dedicare ai giovani, in Civica è confluito anche l’ADAC, l’Archivio degli artisti contemporanei trentini, il cui lavoro di ricerca sul territorio è propedeutico alla formazione, alla produzione, alla circuitazione degli artisti trentini, nonché di interesse per ricercatori, curatori, galleristi e operatori culturali. Attraverso l’ADAC, che ritorna così nella città in cui, negli anni Ottanta, venne fondato, la Galleria Civica rafforza la propria dimensione di piattaforma al servizio degli artisti attivi sul territorio e intensifica i rapporti con l’associazionismo dell’arte contemporanea, segmento vivace e oggi più che mai attivo. Associazioni culturali, realtà indipendenti e collettivi artistici nazionali e internazionali possono trovare nella Galleria Civica un interlocutore con il quale confrontarsi attivamente.
Servizi, ospitalità e accessibilità
Con le sue tre sedi, a Rovereto e a Trento, il Mart si avvale di uno staff di curatori, conservatori, ricercatori, archivisti e professionisti della formazione, della divulgazione scientifica e della comunicazione. Tutela, gestisce e valorizza il proprio patrimonio e produce ogni anno decine di mostre e progetti. Il personale di biglietteria e gli operatori didattici sono formati per offrire al pubblico un servizio di accoglienza commisurato agli standard museali più elevati.
Per approfondire i percorsi alle Collezioni o alle principali mostre sono disponibili audioguide e videoguide in tre lingue per adulti e bambini; visite guidate fisse in tutte le sedi; visite per gruppi e scolaresche; percorsi tattili per persone cieche o ipovedenti e la video guida in Lingua dei Segni con sottotitoli per sordi.
Sono inoltre disponibili, sia per il Mart sia per la Casa Depero, le guida cartacea in CAA – Comunicazione Aumentata e Alternativa, destinate a persone con bisogni comunicativi complessi come l’autismo. Ancora poco utilizzata in Italia, la CAA offre a persone con difficoltà relazionali la possibilità di una comunicazione non verbale coinvolgente e diretta. Per rendere più coinvolgente l’esperienza delle persone cieche o ipovedenti, il museo si è dotato delle sue prime due opera a rilievo: una riproduzione de Le Figlie di Loth, il capolavoro dipinto da Carlo Carrà nel 1919 e Movimento d’uccello di Fortunato Depero, del 1916. mart.tn.it
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