Il miglioramento naturale del suolo, il rispetto della terra, sono ciò da cui è indispensabile ripartire per andare incontro a un approccio il più vicino possibile all’ambiente nondimeno anche all’uomo e al suo benessere.
I terreni si stanno impoverendo. Come sta succedendo in agricoltura, così sta succedendo anche per il Giardino. Agricoltura e Giardino sono nati e si sono divisi le attenzioni dell’uomo fin dagli albori della civiltà. L’uomo ha smesso di essere nomade e pastore ed è diventato stanziale cominciando a coltivare la terra, non solo a scopo alimentare. A costruire siepi, non solo a scopo ornamentale.
La terra: dove nasce il tutto
Alla fine anche un Giardino può essere considerato appieno una coltivazione della terra e proprio di questo parleremo: la terra. Una terra che ad oggi ci sta presentando il conto di una gestione arrogante e quasi ingenua, che ci ha portato ad una drammatica realtà di povertà, di magrezza. Già, perché per il contadino una terra povera è “una terra magra”. Questo non significa solo aridità vista come mancanza di acqua ma che indica una perdita di sostanza organica e di quella meravigliosa biodiversità di funghi, batteri, micro e macro fauna che rende un suolo “ricco e sano”.
La terra è il primo tassello e il più importante, per far sì che le nostre piante, i nostri prati, i nostri Giardini siano rigogliosi ma soprattutto sani ed in grado di affrontare le avversità anche in maniera autonoma e non sempre dipendente dal Giardiniere.
Il rapido sviluppo, una grande illusione
Ci siamo affidati per troppi anni alla falsa idea che i concimi chimici fossero la manna divina, il miracolo delle capacità dell’uomo nel trovare soluzioni e scorciatoie ai naturali ritmi della Natura e alle regole che la governano.
Per millenni la terra si è nutrita di ciò che naturalmente ricade sul suolo, autoriciclando tutta la biomassa prodotta dagli organismi autotrofi (piante e funghi) e dagli organismi eterotrofi (animali, insetti, etc.).
Un enorme esercizio vitale di produzione e riciclo in cui, nel caso delle piante, i sali minerali assorbiti dalle radici insieme all’acqua e alla magnifica alchimia della fotosintesi clorofilliana, si fondono con l’aria ed il sole. È così che costruiscono macromolecole nobili come la lignina, le pareti cellulari, gli zuccheri e tutti i tasselli della vita, componendole in rami, fusti, fiori e foglie. Una volta finita la loro funzione, ritornano al suolo dove una gigantesca e complessa macchina di smontaggio, riduce, taglia, mangia, digerisce, sfruttando l’energia del sole racchiusa nelle molecole durante la fotosintesi. Il tutto, portandolo allo stato “sublime” di sostanza organica e humus e in fine sali minerali, che faranno sì di poter ricominciare tutto daccapo.
Noi abbiamo cercato di bypassare tutto ciò con i risultati dannosi di cui adesso ci accorgiamo
È giunto il momento di prenderne atto e coscienza e di rimediare. Ma come? Dobbiamo inventarci un’altra scorciatoia? Un’altra versione di concime? Lombrichi robotici o qualche altra diavoleria surrogata innaturale?
In realtà no! Abbiamo tutto ciò che ci serve all’interno del nostro Giardino, in realtà è il nostro stesso Giardino ad avere i mezzi, noi dobbiamo solo ricordare come sfruttarli.
Si, dobbiamo ricordarci, perché una volta avevamo più pazienza, conoscevamo i ritmi della Natura, avevamo più rispetto e più consapevolezza di ciò che serviva alla terra ma soprattutto sapevamo utilizzare le risorse ingegnandoci, perché non era la terra ad essere povera ma lo eravamo noi. Per il miglioramento del suolo si usavano le pacciamature naturali, senza andare a ricercarle troppo lontano, si utilizzavano le foglie, le ramaglie, la paglia, gli sfalci e non solo si proteggevano le colture e le piante, ma soprattutto si rialimentava la terra in un ciclo continuo e virtuoso.
Migliorare il suolo nell’accezione più affine al rispetto
Miglioramento naturale del suolo, quindi, significa migliorare la sostanza organica di un terreno e vuol dire aumentare la qualità della vita prodotta al di sopra di essa, vuol dire migliorare lo stato di salute endogeno delle piante e soprattutto a pianificare nel futuro una riduzione dei costi in fitofarmaci e veleni, che così con tanta diligenza ci hanno insegnato ad utilizzare “per avere piante belle e sane” (ma di questo ne parleremo in un altro capitolo).
Tornare a riscoprire vecchi metodi non è da retrogradi ma al giorno d’oggi è d’obbligo ed è quasi rivoluzionario
Per migliorare il suolo dobbiamo ricominciare a riutilizzare. Abbiamo la tecnologia, giusto per fare un esempio, con i nuovi tosaerba a mulching che ci consentono di sminuzzare così finemente volumi enormi di foglie da poterle soffiare sotto le siepi, sotto i cespugli risparmiando soldi in pacciamature finte e a volte puramente ed effimeramente estetiche (altro capitolo) e al contempo proteggendo piante, suolo e nutrendo la terra.
Il miglioramento naturale del suolo è possibile
La gestione naturale di Giardino è un processo di conversione non troppo lungo ma con tempi ed effetti decisamente diversi dai ”miracoli della chimica”. I concimi organici, che siano liquidi, pellettati o polverulenti possono darci una mano a far ripartire il processo naturale di riorganicatura del suolo insieme a tutte le operazioni di riciclo che dovremmo mettere in atto noi o richiedere al nostro Giardiniere di fiducia.
L’autunno può essere la stagione adatta per iniziare a lavorare per il miglioramento del suolo, in maniera da preparare una nuova ripartenza primaverile più naturale e rispettosa della terra e dell’ambiente.
Andrea Iperico
©Villegiardini. Riproduzione riservata
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