Qual è la vostra stagione preferita? La mia è l’autunno, non solo perché sono nata a settembre, ma perché apprezzo tutti i frutti della terra (olio, vino, castagne e funghi) e anche perché tutto sembra più autentico e per certi aspetti meno falsato dagli esuberanti colori della primavera.

Un paesaggio pittorico

Il paesaggio è tinteggiato dai colori caldi che regalano le foglie pronte a cadere dagli alberi caducifolia, che dal verde virano a tutte le colorazioni del rosso, arancione e giallo. In questo contesto variopinto è difficile distinguere le varie specie ma sicuramente sono inconfondibili a distanza le cascate d’oro delle foglie di Ginkgo biloba.

Ginkgo biloba, una pianta fossile

Il suo fascino riporta a tempi remoti, è presente da 250 milioni di anni, prima che i continenti australi si separassero dall’Antartide. Conviveva con piante e animali preistorici, in un mondo senza la presenza dell’uomo ma è proprio grazie a lui che oggi ne godiamo la bellezza e la maestosa presenza nei giardini, viali alberati e parchi: i monaci cinesi hanno salvato la specie coltivandola per millenni vicino ai monasteri e facendola diventare una pianta sacra.

Le strategie di sopravvivenza

Tra i trucchi che il Ginkgo ha escogitato per l’elisir di lunga vita, c’è quello di produrre, sui lunghi rami distribuiti a palchi, dei corti rametti chiamati brachiblasti da cui spuntano le caratteristiche foglie a ventaglio bilobato, che hanno incisioni mediane più o meno profonde, da cui partono le altre parallele. Per descriverne la forma è stato coniato il termine flabellate. Hanno una forma peculiare, che non condividono con altre specie, e per questo ancora oggi sono d’ispirazione per molti artisti e grafici. Le foglie cadono in modo quasi sincronizzato, per un motivo ancora da scoprire. È un albero dioico, ma la richiesta di esemplari femminili di Ginkgo è penalizzata dal fatto che i falsi frutti gialli e globosi, simili a un’albicocca, quando sono maturi cadono a terra e la loro polpa diventa maleodorante.

La storia

Originario dalla Cina e dal Giappone, è un albero imponente che può vivere centinai di anni e raggiungere altezze di 20 – 30 metri. Si trova in località famose in tutto il mondo, dalla Piazza imperiale a Tokyo ai giardini della Casa Bianca. Molto diffuso anche nei parchi italiani, il primo esemplare arrivato in Italia nel 1750 fu introdotto nell’Orto botanico di Padova.

Le cultivar di Ginkgo biloba

Il suo largo impiego paesaggistico è giustificato anche dalla sua alta adattabilità alle diverse condizioni pedo-climatiche e alla sua notevole resistenza alla malattie e all’inquinamento atmosferico. Tra le varietà  interessanti troviamo: Ginkgo biloba ‘Variegata’ dalle foglie con variegatura verde e crema, Ginkgo biloba ‘Globosa’ clone maschile dal portamento nano e chioma tondeggiante, Ginkgo biloba ‘Golden Globe’ a crescita rapida e chioma arrotondata e Ginkgo biloba ‘Pendula’ dalla chioma ricadente.

Testo a cura di Elisabetta Margheriti

 

Potrebbe interessare anche: