Parco Sigurtà in autunno è di certo un luogo dove le atmosfere avvolgono in un abbraccio pacificante e rivitalizzante, come solo la natura sa fare. In un mix di colori, visioni, luci e profumi, le emozioni si trasformano fondendosi in una melodia. Specie se quando a orchestrarla ci sono direttori e orchestrali rispettosi e sensibili. Non c’è stagione in cui lo si visiti senza venire coinvolti profondamente per poi ritrovarsi in pace con se stessi, ma in autunno tutto è incanto.
Le stagioni
Ogni stagione al Parco Giardino Sigurtà ha una sua connotazione che la identifica e la fa risuonare nelle armonie dei colori e delle luci in relazione agli spazi. La si può percepire distintamente, attraversandolo e facendosi attraversare fino a goderne appieno. C’è il momento della rinascita primaverile che comunica soprattutto la forza della natura nel rompere la pesante coltre dell’inverno e c’è l’estate in cui refrigerio, gioco e relax hanno la meglio. Infine c’è l’autunno, il momento in cui Parco Sigurtà diventa un luogo intimo, di raccoglimento, di silenzi e di dialoghi. Si attiva immediata una comunicazione fra il proprio sé e le piante che stanno preparandosi a salutare la bella stagione in vista del riposo invernale.
Autunno, somma di tutte le stagioni
Non si coglie mestizia passeggiando per i viali o attraversando i grandi prati e gli spazi di radura. Quello che si prova è un’emozione pacificante e rassicurante perchè evoca compiutezza, perchè insegna la lentezza, perchè promette la rinascita cui farà seguito la gioia del tempo da poter vivere senza affanni e pensieri recuperando leggerezza ma soprattutto libertà. Perchè racconta che ci sono passaggi la cui la bellezza è tutta nel lasciare che le cose accadano. L’autunno, dunque, è la somma di tutte le emozioni che ogni singola stagione sa dare.
Parco Sigurtà in autunno: un’esperienza tutta sensoriale
Trovarsi a percorrere grandi spazi a perdita d’occhio, lasciarsi accarezzare dallo stormire delle foglie di tanta varietà vegetale in cui lo sguardo ammira e si perde tra le forme, le foglie o tra la possenza del reticolo di radici del gruppo di Metasequoia glyptostroboides nei pressi del laghetto nella Grande Radura, non ha eguali. Malgrado sia autunno, le piante non raccontano di tristezze ma di resistenza e resilienza, di un inattaccabile legame vocato solo alla conservazione.
Tutto ritorna. A volte sorprendentemente…
I taxodi, con le loro radici sempre alla ricerca dell’acqua, sono una presenza quieta che cede il passo al fluire dei giorni. Aceri e macchie di Lagerstroemia, riempiono la tavolozza di colori caldi. Le ombre si allungano, disegnano i prati con ancor più determinazione.
Osservare la mutevolezza del tempo di tutti i viventi, attraverso il foliage di carpini, Liquidambar, Ginkgo e Liriodendron che si trasforma repentinamente, ricorda che le foglie muoiono sì, ma per proteggere la vita dell’albero. Afferma che il riposo e l’attesa non sono tempo perduto bensì ciò che è necessario alla vita per rigenerarsi. In tutto questo constatare che la natura si sta apprestando al riposo, ecco la sorpresa di quest’anno dell’inaspettata fioritura dei tulipani, a conferma che nulla finisce e che tutto riappare. Spesso quando meno ce lo si aspetta.
Il messaggio dei grandi alberi del Parco Sigurtà
La Grande Quercia di ben quattro secoli e il Grande Faggio, gli alberi più antichi del Parco, rammentano che il susseguirsi delle stagioni, è foriero di continui cambiamenti, di momenti di vita che scorre placida come di passaggi difficili. Ricordano che è l’essenza dell’esistenza stessa che accomuna ciascun essere vivente e va accettata per ciò che è, senza opporvisi, senza rimpianti ma soprattutto dando senso ai timori.
A quel punto tutto diventa una metafora su cui riflettere e un insegnamento da trarre.
Stare seduti sulle panchine con lo sguardo che spazia dalla Grande Radura verso un infinito, dove cielo e terra si sfiorano. Osservare ciascun albero mutare adattandosi, fa pensare a quanto, tutti quei magnifici esemplari arborei, abbiano vissuto. Non solo in senso temporale e riporta a come ogni anno alberi e arbusti, al pari di erbacee perenni fino all’erba dei prati, tornino a festeggiare la primavera per essere pronti a celebrare con rinnovato vigore l’estate. La loro forza fa riprendere contatto con il ruolo di ciascuno sul pianeta e fa comprendere che la loro presenza è una garanzia e che da loro dipende la vita di miliardi di persone, non il contrario. Quindi, il rispetto è dovuto loro sopra ogni altra cosa.
L’armonizzazione di tutte le melodie
L’autunno nel Parco Sigurtà, perciò, è il momento e il luogo giusto per ritrovare la quiete interiore e il sorriso verso la propria vita anche nei momenti di avversità. È il momento in cui ogni albero, ogni arbusto, ogni prato e singolo fiore, armonizzano le melodie di tutte le stagioni colpendo l’immaginario. In questo modo, danno vita a una sinfonia che coinvolge ogni recesso della mente.
Se passeggiare nel Parco a primavera – immersi nel tripudio di fioriture dei tulipani e tante altre bulbose, del verde fresco dell’erba della Grande Radura – risuona come il Duo des Fleurs di Delibes, per la grazia avvolgente e sinuosa, per l’intensità dei colori e per l’energico ma raffinato crescendo della rinascita e l’estate è la festante, briosa e quasi scanzonata Suite n.2 dalla Musica sull’acqua di Händel, l’autunno al Parco Sigurtà è come la Sinfonia Concertante K364 di Mozart. In quelle note, sono riassunte tutte le sensazioni che comunicano le stagioni nel parco e, dopo lo struggente Andante, il Presto finale cancella la malinconia per ciò che è finito. Ridà vita alla speranza e alla gioia, con la promessa della rinascita che, sapendo aspettarla, arriverà.
Visitare Parco Sigurtà in autunno, è un dovere, un regalo da fare a se stessi
Qualunque grande compositore conosciuto non avrebbe saputo fare meglio per armonie, equilibri compositivi e melodie. Questa è la vera e sola ragione per cui anche in autunno il Parco merita la visita. La stagione di attività del Parco Giardino Sigurtà, continuerà fino al 10 novembre 2024 e prevede ancora visite ed eventi.
Visitarlo in autunno vale il viaggio. Di fatto, è un dono a se stessi per attingere la forza di affrontare l’inverno con tutte le sue difficoltà, con rinnovate certezze.
Ivana Fabris
©Villegiardini. Riproduzione riservata
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