Anooshey Rahim, in California, ha creato un giardino quasi ancestrale, un insieme dinamico che combina estetica ed ecologia.

Nell’angolo nord orientale della contea di Napa, California, una delle regioni vinicole più famose degli Stati Uniti, Pope Valley è una piccola vallata incastonata tra le catene montuose di Mayacamas e Vaca e attraversata dal fiume Pope che serpeggia placidamente fino a sfociare nel Lago Berryessa. In questo luogo in cui si alternano colline ondulate, vigneti, frutteti, prati e boschi, Anooshey Rahim, fondatrice dello studio Dune Hai con sede a El Cerrito, a due passi da Oakland, è stata incaricata di progettare il giardino di una proprietà di circa quaranta ettari che fosse una celebrazione della vita all’aria aperta, un rifugio in cui contemplare la bellezza della natura e rallentare il ritmo, assaporando ogni singolo istante.

Una parte pianeggiante del sentiero con in primo piano Salvia ‘Amistad’ e i capolini di Rudbeckia fulgida var. sullivantii ‘Goldsturm’, in secondo piano Carex pansa e Muhlenbergia rigens, un albero di mele e oleandri sullo sfondo. Foto di Caitlin Atkinson.

Le richieste della committenza

Al momento dell’affidamento dell’incarico, il sito, pur comprendendo un piccolo lago, era privo di attrattiva, con pendii aridi e sterrati.

Una bella sfida ma contemporaneamente un’opportunità per creare un luogo con un’estetica stimolante e lasciare un’impronta forte, nella consapevolezza di progettare in funzione dell’evoluzione delle piante nello spazio e nel tempo, del cambiamento climatico, una realtà con cui in California si deve venire a patti, e costruire ex novo un rapporto tra l’uomo e la natura. Dopo essersi dedicata alle aree ricreative più vicine all’abitazione, e relativi giardini, quali piscina, vari campi per praticare sport e zone conviviali all’aperto, Rahim ha creato una zona intima dove “i clienti possono fare una lunga passeggiata e stare da soli quando la casa è piena di parenti e amici”.

Assecondare le linee naturali

Sfruttando una porzione di terreno sopraelevato rispetto al piano di campagna,  ha modellato un sentiero lungo il quale si trovano aree ora appartate, ora con grandi affacci sui vigneti poco distanti, sulle colline, sul lago e sui campi. Il percorso si snoda come una serpentina in più direzioni lungo il dolce pendio, delineando alcune stanze circolari aperte, di dimensione diversa, ognuna delle quali connotata dalla presenza di un olivo secolare, appositamente cercato e messo a dimora. Nelle parti pianeggianti, soprattutto iniziali, o con pendenze minime il percorso è in ghiaia, trattenuta da un bordo in acciaio brunito, scelta in un colore neutro che richiama quello delle pietre locali; dove, invece, la salita diventa leggermente più impegnativa scale in blocchi di cemento di recupero, che si abbina con il carattere rustico del luogo e crea un contrasto anche di tessitura, consentono di salire o scendere.

Curve che danno origine a stanze: il piacere della scoperta

Le curve nascondono elementi inaspettati che lentamente si rivelano e così il percorso non è mai interamente leggibile, invita alla scoperta. Lungo il cammino sono stati posizionati larghi massi di un caldo color ramato, trovati durante gli scavi, e che sembrano effondere l’impeto della terra dalla quale provengono: servono a creare piccoli aree terrazzate, oppure, raggruppati, diventano una barriera dalla quale spunta una vegetazione esuberante che la completa, o ancora sottolineano le stanze con gli olivi. In altri casi, quasi massi erratici, sono rivestiti di muschio, come se fossero lì da sempre. Insieme agli olivi secolari e alle meravigliose querce autoctone (Quercus agrifolia) esistenti regalano un’atmosfera di atemporalità.

Le bordure

Si passeggia lungo bordure di piccoli arbusti, erbacee perenni e graminacee, dal portamento e texture differenti, messe a dimora in masse che si richiamano, si rincorrono, creano un ritmo, e attestano una dinamicità che in un giardino non deve mai mancare. Alcune hanno il loro massimo impatto in primavera o inizio estate, quando fioriscono con un fascino delicato, fornendo un perfetto contrappunto le une alle altre; possono essere specie più piccole che formano un cuscinetto come Festuca ‘Siskiyou Blue’, o più alte, come Lavandula x allardii ‘Meerlo’, e al termine della fioritura la loro presenza fa da collegamento con le altre piante a fioritura tardiva, in piena estate e inizio autunno, spesso dall’aspetto più vigoroso e deciso.

La morbidezza delle erbacee perenni in stretta connessione alle linee del paesaggio

A seconda delle stagioni alcune specie diventano star indiscusse, delle quali le altre sono comprimarie in attesa del loro momento di gloria o dopo averlo trascorso: è il caso di Hylotelephium ‘Herbstfreude’ (noto anche come Sedum spectabile ‘Autumn Joy’) un’erbacea le cui rosette di foglie carnose iniziano a svilupparsi in primavera e poi forma grandi capolini. Dapprima verde glauco che maturando si aprono in fiori stellati rosa acceso che si intensifica progressivamente, o Pennisetum alopecuroides ‘Foxtrot’. Le sue ligule strette a fontana sono sormontate da infiorescenze rosate e alla minima brezza si muovono con eleganza, proprio come la danza da cui la pianta prende il nome. Altra star è Salvia ‘Amistad’ con lunghe spighe di fiori setosi viola che risplendono dai sepali color cioccolato e fiorisce instancabilmente dall’estate fino ai primi geli, quasi un magnete per gli impollinatori.

Una distesa di Achillea ‘Desert Eve’, Verbena pulchella, Festuca mairei e Pennisetum alopecuroides ‘Foxtrot’ dominata da un vecchio olivo. Foto di Caitlin Atkinson.

I colori

Anooshey Rahim ha scelto un’elegante palette cromatica, con colori che si accordano o si contrastano con grazia sotto un cielo azzurro infinito, ha sapientemente disposto le piante come se stesse ricamando la trama di un arazzo, ha alternato specie sempreverdi ad altre decidue di cui ha valutato anche l’interesse invernale, ha creato una varietà di esperienze sensoriali anche tramite materiali e forme. Ha punteggiato lo spazio di Magnolia grandiflora più in alto, o alberi da frutta più in basso, e ha scelto le piante, oltre che per il loro valore estetico, tenendo in considerazione l’esposizione e le esigenze idriche. Ha definito questo la sua “lettera d’amore per il giardino”, un luogo da scoprire, da assaporare, da amare. Perfetto anche di notte, quando le stelle brillano luminose.

dunehai.com

Elisabetta Pozzetti

©Villegiardini. Riproduzione riservata

 

Potrebbe interessare anche: