Nato come piccolo laboratorio di pasticceria artigianale a Bronte oggi Pistì è azienda leader nella lavorazione del pistacchio e nella produzione di dolci e crema spalmabile. Nino Marino, fondatore (con Vincenzo Longhitano) di Pistì, racconta a Villegiardini i segreti di una storia imprenditoriale di successo, all’insegna dell’amore per la Sicilia e dei frutti della sua terra.

Qual è in sintesi la storia di Pistì?

Abbiamo costruito lo stabilimento di Bronte circa 20 anni fa, quando io e il mio socio avevamo 23 anni; adesso ne abbiamo 48. Oggi lavorano con noi  250 persone, con una maggioranza dell’80% di donne. La nostra produzione si concentra principalmente sui prodotti al pistacchio, essendo noi stessi legati alla terra e alla sua generosità.

Dove coltivate il pistacchio?

Nella nostra azienda agricola, che si estende per quasi 100 ettari sulle pendici dell’Etna, su una colata di lava risalente al 1750.

Quali peculiarità derivano da questa particolare ubicazione?

La peculiarità del pistacchio di Bronte risiede nella sua coltivazione a un’altitudine compresa tra gli 800 e i 900 metri. Questo ambiente unico gli conferisce caratteristiche distintive. Inoltre, il terreno vulcanico ricco di minerali, come la lava, contribuisce a donare al prodotto finale un colore e un gusto unici. Va notato che molte delle piante di pistacchio hanno un’età considerevole, alcune anche fino a 200 anni, e nonostante ciò riescono ancora a produrre frutti. Un altro dettaglio interessante è che le nostre piante fruttificano solo ogni due anni, una cosa non conosciuta da tutti.

Come è nata l’idea di produrre una crema spalmabile al pistacchio?

Io e il mio socio abbiamo sentito un’irrefrenabile voglia di intraprendere un’avventura imprenditoriale in Sicilia, la nostra terra natia. Era una questione di orgoglio e determinazione, di un forte attaccamento alle nostre radici. Abbiamo deciso di puntare su prodotti locali, alcuni dei quali poco conosciuti in Italia all’epoca, come il pistacchio di Bronte. Questo prezioso ingrediente siciliano non era ancora stato sfruttato appieno in ambito gastronomico. Prendendo ispirazione da alcuni pasticceri che stavano iniziando a utilizzarlo per creare dolci innovativi, abbiamo cominciato a sperimentare. Da qui è nata l’idea di produrre la prima crema al pistacchio. Abbiamo scelto un nome semplice, veloce da ricordare e accattivante: Pistì.

Come siete riusciti a far conoscere il vostro prodotto?

Il prodotto ha stentato ai primi tempi poi pian pianino, tanti chef, tanti grandi pasticceri hanno iniziato a utilizzare il pistacchio. Noi l’abbiamo spinto con tanta promozione e siamo riusciti a diventare un punto di riferimento nella lavorazione del pistacchio, con la crema spalmabile che detiene una quota del 53% nel mercato italiano.

Cosa la rende più orgoglioso della sua azienda?

La coesione la passione delle persone che ci lavorano, che per la maggior parte lavora con noi da sempre. Quindi qualsiasi prodotto che esce è come se uscisse fuori di casa per la prima volta un figlio. Viene coccolato e curato fino a quando appunto non va oltre il nostro cancello.

In che modo la vostra sicilianità influisce sul vostro modo di lavorare e sul prodotto?

Il legame con il territorio è cruciale per noi. La ricca storia culturale della Sicilia, segnata dalle conquiste degli arabi, degli spagnoli e dei normanni, ha profondamente influenzato la nostra tradizione dolciaria. Cerchiamo sempre di rendere omaggio a queste influenze, mescolando la storia con la nostra creatività. Quando si tratta di ricette tradizionali, ci sforziamo di adattarle ai tempi moderni e di aggiungere un tocco personale di creatività.

Nuovi obiettivi?

Continuare nell’innovazione, continuare nella ricerca, ma non perdere mai la tradizione, non perdere mai le radici e mantenere i piedi per terra. In una delle tre proprietà agricole abbiamo un antico casale con una fonte secolare, usata in passato dai monaci per la lavorazione del papiro e la produzione di carta. Stiamo lavorando a un progetto ambizioso che prevede il restauro di questa dimora, per trasformarla in una villa accogliente e completa per ospitare gli amanti della natura e della storia.L’Etna è diventato un punto di riferimento per i vini e la gastronomia, e vorremmo sfruttare questa opportunità. Stiamo pianificando di promuovere i nostri pistacchieti come attrazione turistica, offrendo agli ospiti la possibilità di soggiornare in bungalow immersi nella natura. Vogliamo che i nostri visitatori non solo dormano tra i pistacchi, ma anche vivano l’esperienza di partecipare alle attività quotidiane, come la potatura e la raccolta. L’obiettivo è offrire un’esperienza turistica unica, in un ambiente bello, curato e di design. pisti.it

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