Carla Tolomeo torna protagonista a Venezia con L’albero della Vita. Fino al 22 novembre la grande installazione in vetro, velluto e tessuti è ospitata dal Museo di Palazzo Mocenigo – Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo.
L’artista ha realizzato questa scultura “sostenibile” grazie a una ricca collaborazione con aziende del made in Italy di lusso. L’iniziativa, curata da Clara Santini e Chiara Squarcina, è organizzata e promossa da Fondazione Musei Civici di Venezia in collaborazione con Reve Art, col patrocinio di Fondazione Cavour e Associazione Dino Ferrari. Hanno preso parte alla realizzazione del progetto in qualità di sponsor tecnici Bevilacqua, Fortuny, Antico Cotonificio Veneziano, Pontoglio e Venini.
L’albero della Vita
L’Albero della Vita è un’opera di notevoli dimensioni, realizzata in ferro, legno, tessuto e velluto, composta da ottocento pezzi creati personalmente dall’artista e designer italiana Carla Tolomeo. Ogni parte di questa creazione vive in autonomia, ma in perfetta armonia con il resto dell’albero.
Ogni foglia è unica; dai rami pendono frutti e si arrampicano tartarughe, si posano pappagalli, fioriscono fiori tropicali e si nascondono serpenti, mentre tra le radici guizzano pesci. Tutti questi elementi sono stati realizzati a mano da Carla Tolomeo, utilizzando stoffe, passamanerie, sete e cotoni, lampassi e broccati della grande tradizione artigianale veneziana.
L’ispirazione
L’ispirazione culturale de L’Albero della Vita deriva dal “Manuale di zoologia fantastica” di Jorge Luis Borges, autore che Carla Tolomeo ha conosciuto e frequentato, instaurando una solida amicizia. Le creature fantasmagoriche che popolano le pagine del libro di Borges, derivate dalle cosmogonie universali, rappresentano la metafora dell’esistenza di ogni essere animale o vegetale che nasce e si trasforma continuamente nel corso della sua vita.
Le parole dell’artista
La trasformazione è uno dei temi centrali nel lavoro di Carla Tolomeo, che recupera oggetti e, nel pieno rispetto della sostenibilità, li modifica seguendo il suo istinto e la sua fantasia.
“Tutto esiste prima di noi”, afferma Carla Tolomeo, “la vera sfida è imparare a vedere, a scegliere e infine a trasformare perché il risultato ci somigli. Forse la trasformazione è l’azione primaria, è invenzione di ciò che esiste, è dare dignità, rovesciare l’ovvietà dei cicli conclusi e promettere l’eternità gloriosa al residuato; ma dobbiamo essere in grado di trasformare, avendo presente la lezione di chi ci siamo scelti come maestri”.
Carla Tolomeo incontra il vetro di Venini
L’Albero della Vita è animato da preziosi animali in vetro colorato, realizzati a mano dalla storica azienda del vetro Venini. Questi animali sono stati ricavati dai disegni e dai progetti di Carla Tolomeo, che ne ha supervisionato la realizzazione: dalle tartarughe con il carapace in vetro soffiato a rane e pappagalli in vetro massiccio, la fantasia di Carla Tolomeo si trasforma grazie alla magia del vetro.
Carla Tolomeo
Carla Tolomeo è nata a Pinerolo in Piemonte e ha vissuto i suoi primi anni tra cavalli e cavalieri; non ha seguito studi artistici regolari e ha corso il rischio di percorrere, per volere paterno, la carriera diplomatica. Ha sposato un grande scrittore ed è riuscita a vivere nel suo cono d’ombra senza rinunciare a una propria autonomia intellettuale.
Vive tra Milano, Buenos Aires e Parigi. È artista di fama internazionale, sue opere nei Musei e nelle collezioni private. Viaggia soltanto per lavoro. A Parigi ha lavorato per Hermès e ha creato delle sculture per l’Hotel le Meurice, a Londra ha esposto alle Leicester’s Gallery, a Mosca una grande mostra al Museo Puskin, a San Pietroburgo una mostra al Museo Sheremetev e in Paraguay ha dipinto un grande affresco in una cattedrale nella foresta.
Ha scritto due romanzi e saggi su Giacomo Casanova di cui è studiosa. Passando con leggerezza dalla resina alle paillettes, al velluto, al bronzo, al marmo, Carla Tolomeo si inerpica in forme sempre più ardite e coraggiose, sempre meno –Sedie -, sempre più –scultura-.
Nuove, diverse, certamente espressione di una originale inusitata maniera, ma senza prendersi troppo sul serio perché, come lei ci ripete, l’importante è “divertirsi e essere divertenti”, in opposizione alla troppa seriosità che opprime tante forme d’arte e design contemporanei.
Museo di Palazzo Mocenigo
Nella pianta di Jacopo de’ Barbari (1500) si ha documentazione dell’edificio che all’epoca si presentava a base pressoché quadrata con cortile al centro. In seguito, il palazzo venne progressivamente ampliato e ristrutturato.
Nel 1945 il Palazzo Mocenigo di San Stae, con l’archivio e parte degli arredi, fu donato per disposizione testamentaria al Comune di Venezia da Alvise Nicolò, ultimo discendente della nobile famiglia veneziana, affinché venisse utilizzato “per Galleria d’Arte, a completamento del Museo Correr”.
Nel 1985, dopo consistenti interventi di restauro, l’appartamento Mocenigo venne aperto al pubblico come museo, senza peraltro perdere il fascino e l’atmosfera della casa vissuta. Nello stesso anno venne istituito a palazzo Mocenigo il Centro Studi di Storia del Tessuto e del Costume (ora Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo), ospitando le ampie collezioni tessili e di abiti antichi dei Musei Civici – provenienti soprattutto dalle raccolte Correr, Guggenheim, Cini, Grassi – e una biblioteca specializzata, sempre aperta, in cui spicca l’importante raccolta di oltre 13.000 figurini dal ‘700 al ‘900.
Moda e costume, con particolare riferimento alla storia della città, caratterizzano dunque da subito la ricerca e l’attività espositiva del museo, nel contesto ambientale del palazzo gentilizio dei Mocenigo.
Visitare la mostra
Informazioni Fondazione Musei Civici di Venezia. Sito internet: mocenigo.visitmuve.it | mocenigo.visitmuve.it/albero-della-vita
Aperture serali (fino al 30 settembre): venerdì e sabato, fino alle ore 20.00 (ultimo ingresso ore 19.00) Costi: (compresa visita al Museo): intero €10,00; ridotto €7,50
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