Si sale ai Giardini di Castel Gandolfo entrando dal cancello di Villa Barberini: poi inizia il lungo percorso attraverso la grande proprietà pontificia di Castel Gandolfo. 55 ettari che si snodano in un contesto naturalistico di piante mediterranee, con boschi e prati, e una parte, quello storica, con i giardini all’italiana. Si continua attraverso il viale dei lecci fino a Villa Cybo, una delle tre presenti a Castel Gandolfo (con il Palazzo Apostolico e Palazzo Barberini), poi dal Giardino della Magnolia si percorre il viale delle Rose, il viale delle Erbe aromatiche e il viale dei Cipressi per arrivare finalmente al Giardino del Belvedere, con la splendida vista sul paesaggio laziale.
Qui ci sono i resti di una delle più famose ville romane, l’Albanum Domitiani, la grandiosa residenza di campagna dell’imperatore Domiziano (81-96 d.C.). Dopo secoli di alterne fortune e di varie spoliazioni dei palazzi imperiali, divenne proprietà papale nel luglio del 1596 sotto il pontificato di Clemente VIII Aldobrandini. Urbano VIII Barberini (l623-1644), che già da Cardinale amava soggiornare a Castel Gandolfo, fu il primo Papa a villeggiare in questa residenza. Nella primavera del 1626, una volta terminati i lavori di sistemazione e ampliamento del Palazzo, fece impiantare il giardino (Giardino del Moro), di modeste proporzioni, tuttora fedele al disegno originario, con alcuni viali che lo tagliano a riquadri regolari, segnati da siepi di mortella. Clemente XIV Ganganelli (1769-1774), nel marzo 1773 ampliò la residenza con l’acquisto dell’ adiacente Villa Cybo. Successivamente aveva acquistato, di fronte alla costruzione, un appezzamento di terreno di circa tre ettari e lo aveva trasformato in uno splendido giardino.
Dopo varie vicende, soltanto con i Patti Lateranensi tra la Santa Sede e l’Italia (1929), Castel Gandolfo tornò a essere la residenza estiva dei Papi. Le Ville Pontificie assunsero le attuali dimensioni con l’acquisizione del complesso della Villa Barberini, dove furono impiantati giardini di nuovo disegno tra i quali quelli del Belvedere, con tre ettari di giardino all’italiana. Poco distante c’è il Giardino della Madonnina, con la statua che sembra vegliare sulla tranquillità del luogo. Ci sono, nella proprietà, anche 1.500 piante di ulivo: producono un ottimo olio, che fornisce anche la mensa del Papa.
Giardini di Castel Gandolfo
Giardini di Castel Gandolfo
Uno scorcio del giardino del Belvedere splendido esempio di arte topiaria con disegni architettonici formati da siepi di bosso e aiuole fiorite. Con la stessa logica nei giardini formali italiani sono realizzati labirinti, tunnel, colonnati, anfiteatri e piccoli specchi d’acqua
Uno scorcio del giardino del Belvedere splendido esempio di arte topiaria con disegni architettonici formati da siepi di bosso e aiuole fiorite. Con la stessa logica nei giardini formali italiani sono realizzati labirinti, tunnel, colonnati, anfiteatri e piccoli specchi d’acqua
Uno scorcio del giardino del Belvedere splendido esempio di arte topiaria con disegni architettonici formati da siepi di bosso e aiuole fiorite. Con la stessa logica nei giardini formali italiani sono realizzati labirinti, tunnel, colonnati, anfiteatri e piccoli specchi d’acqua
Uno scorcio del giardino del Belvedere splendido esempio di arte topiaria con disegni architettonici formati da siepi di bosso e aiuole fiorite. Con la stessa logica nei giardini formali italiani sono realizzati labirinti, tunnel, colonnati, anfiteatri e piccoli specchi d’acqua
Uno scorcio del giardino del Belvedere splendido esempio di arte topiaria con disegni architettonici formati da siepi di bosso e aiuole fiorite. Con la stessa logica nei giardini formali italiani sono realizzati labirinti, tunnel, colonnati, anfiteatri e piccoli specchi d’acqua
Uno scorcio del giardino del Belvedere splendido esempio di arte topiaria con disegni architettonici formati da siepi di bosso e aiuole fiorite. Con la stessa logica nei giardini formali italiani sono realizzati labirinti, tunnel, colonnati, anfiteatri e piccoli specchi d’acqua
Uno scorcio del giardino del Belvedere splendido esempio di arte topiaria con disegni architettonici formati da siepi di bosso e aiuole fiorite. Con la stessa logica nei giardini formali italiani sono realizzati labirinti, tunnel, colonnati, anfiteatri e piccoli specchi d’acqua
Uno scorcio del giardino del Belvedere splendido esempio di arte topiaria con disegni architettonici formati da siepi di bosso e aiuole fiorite. Con la stessa logica nei giardini formali italiani sono realizzati labirinti, tunnel, colonnati, anfiteatri e piccoli specchi d’acqua
Uno scorcio del giardino del Belvedere splendido esempio di arte topiaria con disegni architettonici formati da siepi di bosso e aiuole fiorite. Con la stessa logica nei giardini formali italiani sono realizzati labirinti, tunnel, colonnati, anfiteatri e piccoli specchi d’acqua
Testo di Franco Niccoli
Fotografie di Dario Fusaro