Tante cose da sapere per curare le piante, le racconta Guido Piacenza, noto botanico e imprenditore


Tante cose da sapere per curare le piante

Nel numero di luglio-agosto 2014 ho parlato di Agroinnova, Campus Universitario a Grugliasco, Torino, Centro di ricerca patologie vegetali diretto da Maria Lodovica Gullino. La contattai circa un mese fa perché venni a conoscenza della pubblicazione del suo libro “Spore”, ovvero le malattie delle piante. Dopo tre giorni ho ricevuto il libro, unito al quale ho trovato “Caccia all’alieno”, un libro pensato per bambini dai 7 agli 11 anni. Per i non addetti ai lavori quest’ultimo è forse più consigliabile. Solo una cinquantina di pagine scritte con caratteri “Maxi” e molte belle illustrazioni di Carlo Porta.

Lo si può poi leggere con un bambino e fare utili considerazioni assieme, al fine di sensibilizzarlo su ciò che sta succedendo sotto i nostri occhi.

Millenari ulivi in Puglia per i quali pare non si riesca ad arginare il batterio trasmesso da un insetto, una cicalina il cui nome è veramente un programma, Xylella fastidiosa, scrive la Gullino. E poi problemi sui kiwi, basilico, le due palme Phoenix, la canariensis decimata dal punteruolo rosso, l’altra, la dactilifera, che un anno fa riempiva una serretta di Agroinnova poiché i fitopatologi ricevettero l’incarico dall’Arabia Saudita di studiare la lotta a un parassita che le sta uccidendo.

Curare una pianta è un po’ come aver a che fare con un bambino piccolo

Dobbiamo allenare una particolare sensibilità che ci consenta di notare, anche a distanza, se una pianta è triste. Poi si passa a un’ispezione minuziosa anche girando le foglie per controllare se vi siano funghi o insetti. La si può tirare con cautela. Se vien via vi sono problemi all’apparato radicale. Larve di oziorrinco che banchettano? Se sì, svasate, riducete la chioma e rinvasate in terriccio nuovo. Nessun patogeno e la pianta ‘piange’? Forse non è nel suo ambiente ideale (luce, temperatura, umidità, tipo di terreno, corrente d’aria). Qualcosa non va. Ispezionate anche quando tutto sembra ok. Magari scoprite qualche cocciniglia sul limone o un inizio di ragnetto rosso.

Ma sempre con maggior frequenza siamo in presenza di patogeni nuovi.

Qui entrano in azione i ricercatori per contrastare il ‘nemico’. Ricordiamoci che nel passato vi furono alieni terribili quando nel lontano 1845 arrivò in Irlanda il microrganismo che causa la peronospora della patata. Milioni di persone dovettero emigrare verso gli Stati Uniti e il Canada. Pochi anni più tardi una nuova ruggine distrusse nell’isola di Ceylon, oggi Sri Lanka, le coltivazioni di caffè. ”Gli agricoltori impiegarono più di un decennio per riprendersi dalla crisi, e lo fecero passando alla coltivazione del tè. Ora sapete perché oggi l’isola è famosa per il tè. E anche perché gli inglesi bevono il tè”.

E da ‘Spore’ leggo un titolo: ”Le malattie americane della vite, ovvero perché gli americani consumano il whisky”.

In conclusione, molte malattie ma anche la necessità di molta informazione e poi l’eccesso di colture intensive che impoveriscono i terreni con conseguente indebolimento delle essenze in coltivazione.

Guido Piacenza