Fino al 20 febbraio 2024 la “pioggia di lettere” di Lorenzo Marini sarà protagonista del World Art Expo di Seoul. Il 2024 si appresta così ad essere per l’artista italiano un anno all’insegna dell’affermazione internazionale: approda a Seoul prima della Biennale di Venezia e dopo il successo della mostra milanese, appena conclusasi, “Private Collection Vol.1” promossa da Cramum a Superstudio Più.
Cos’è il World Art Expo di Seoul?
Il World Art Expo di Seoul è un luogo per scoprire nuove realtà artistiche che combinano vari generi e forme d’arte, come NFT e Metaverse. È l’unico evento espositivo in loco che presenta una vasta gamma di opere attraverso una piattaforma online, inclusi personaggi, webtoons, inviti speciali per artisti ed eventi collaterali Olympiart.
Raintype – La pioggia di lettere
Dopo essere stata premiata quale installazione di arte contemporanea più visitata dell’anno al Museo di Santa Maria della Scala di Siena, Raintype ha varcato i confini nazionali per essere esposta in Florida a Palm Beach e in California a Los Angeles, dove è stata definita dai media “The most loved installation”. Oggi questa grande pioggia artistica approda in Oriente, a Seoul, in Corea del Sud, più precisamente al World Art Expo invitata dall’Artcontinue Gallery Seoul. L’opera sta suscitando fin dalle prime ore di apertura dell’EXPO un senso tra meraviglia e stordimento a chi le si accosta: è infatti l’unica installazione immersiva in mostra a Seoul, e ovviamente sono tutti in fila per la fotografia.
In merito al concetto dietro l’opera, l’artista parte da una domanda: Cosa succederebbero se fossimo liberi di creare combinazioni, accostamenti, contrasti spinti non dall’esperienza logica ma dal puro gusto, fluttuando tra lettere che sono prima di tutto immagini? Per provare questa sensazione di libertà entriamo (il termine corretto è proprio questo) in Raintype, l’installazione di Lorenzo Marini in mostra a Seoul: 7.000 lettere serigrafate su piccoli riquadri in plexiglas e appese a fili che pendono dal soffitto al pavimento, in un gioco di trasparenze esplodono nello spazio e non sempre rivelano un accostamento immediato come lo suggerisce la logica.
Con malcelato orgoglio Lorenzo racconta di avere inventato e disegnato circa 200 logotipi originali che si ripetono più volte, casualmente. Raintype rivela una precisa concezione del mondo e una dichiarazione di poetica su cui si regge questo secondo tempo della sua vita artistica. Marini è un inventore di segni, simboli, logotipi, claim per la pubblicità.
L’opera spiegata dall’artista
L’artista spiega che “questa installazione immersiva prende ispirazione da una giornata di pioggia. Solo che qui le gocce di pioggia non cadono mai, ma rimangono sospese in un universo linguistico tutto da scoprire. Le lettere diventano tali solo se si associano insieme ad altre lettere e prendono la forma della parola. Acquisiscono il senso nella loro composizione lineare. In questa opera d’arte le lettere non toccano mai terra, ma rimangono nel mondo delle idee, del possibile, del potenziale. Non hanno fretta di toccare terra, non hanno fretta di diventare parola, frase, discorso. Amano la libertà dello spazio e la sospensione del tempo. Aspirano a diventare frammenti di eternità.”
Le altre opere in mostra
A Seul l’artista non porta soltano l’iconica pioggia di lettere “RainType”, ma anche 8 quadri: 2 su acciaio e 6 in tela in cui l’artista racconta le sue – ormai famose – “lettere liberate” da secoli di contestualizzazioni. Il risultato è un vortice di forma e contenuto in cui manca la punteggiatura e resta solo la pura bellezza delle linee e segni che compongono le lettere.
Chi è Lorenzo Marini?
Lorenzo Marini è un artista italiano che vive e lavora fra Milano, Los Angeles e New York. Sviluppa la sua poetica sotto il grande maestro Emilio Vedova, dopo avers tudiato Architettura all’Università di Venezia. Dopo Miami e New York, nel l2014, la Provincia di Milano gli ha dedicato una grande antologica, in cui ha presentato vent’anni di lavori. Nel 2016 ha tenuto a battesimo, presso il Palazzo della Permanente di Milano, la “Type Art”, movimento di cui è caposcuola. Questa nuova corrente, in cui riscopre il colore, può essere definita come l’esaltazione dello studio dell’alfabeto e in particolare delle fonti dei caratteri grafici. Dopo la mostra Personale al Gaggenau di Milano e alla Fondazione Bevilaqua La Masa, alla Biennale di Venezia ha partecipato al padiglione Armenia, presentando un’ulteriore evoluzione della TypeArt, il passaggio alla terza dimensione, con installazioni dedicate ad altrettante lettere dell’alfabeto. Nel 2021 vince il premio AVI per la mostra di contemporary art più visitata dell’anno tenuta al Complesso Museale Santa Maria della Scala di Siena.
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