Ceratostigma plumbaginoides è un’erbacea perenne a portamento tappezzante che colpisce per il color indaco dei suoi fiori che, sul finire dell’estate e ad autunno già pienamente iniziato, vengono prodotti in continuo e ben contrastano la colorazione rossastra che assume il fogliame quando le temperature iniziano a scendere. È di facile coltivazione e ben si presta al giardino roccioso e alla coltivazione in vaso.
Origini e nomenclatura di Ceratostigma plumbaginoides
È una pianta che ha una strana storia. Fu il botanico Alexander von Bunge a scoprirla a Pechino nel 1831 e la chiamò col suo nome attuale ma non riuscì a farla giungere viva in Europa. Una dozzina di anni dopo, Robert Fortune, un valente ricercatore botanico a cui si deve l’importazione in Inghilterra di numerosi generi e specie, inviò i semi di questa pianta che però non germogliarono mai. Nel 1846 qualcuno inviò un esemplare a Sir Larpent (noto commerciante e uomo d’affari) che la fece coltivare a Lady Larpent, la quale riuscì nell’impresa. All’inizio si ritenne erroneamente che la pianta appartenesse al genere Plumbago e questo le valse l’epiteto generico mentre prese l’epiteto specifico dalla nobildonna che era riuscita ad allevarla. Assunse quindi il nome di Plumbago larpentae, cioè Plumbago di Lady Larpent.
Da un nome all’altro per tornare infine all’origine
Non passò molto, però, e Sir William Jackson Hooker (botanico e direttore dei Kew Gardens) si accorse che esistevano differenze delle strutture della pianta rispetto al genere Plumbago e le cambiò nuovamente il nome, mutandolo in Valoradia plumbaginoides. Tuttavia, qualche anno più tardi, si decise di tornare al nome originario, quello che le aveva dato von Bunge, quindi a Ceratostigma plumbaginoides, il quale lo aveva coniato dal greco unendo le parole keras (cono) e stigma (stimma) perché, osservando il fiore, gli parve che gli stimmi avessero escrescenze che gli ricordavano le corna di un cervo. L’epiteto specifico, invece, si riferisce al fatto che l’aspetto dei suoi fiori ricorda, appunto, il genere Plumbago.
Ceratostigma plumbaginoides: conoscerla meglio
È un’erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Plumbaginaceae. Il suo portamento è strisciante, tende a espandersi in modo molto equilibrato e ama anche vivere nel rock garden in cui colonizza, senza fatica e problemi, l’area in cui vegeta formando un tappeto compatto punteggiato di blu viola o indaco. È quindi una tappezzante molto interessante per le sue diverse peculiarità. Non cresce oltre i trenta-trentacinque centimetri di altezza. I fusti sono semilegnosi ma esili, facili a rompersi se la si maneggia in modo poco attento e assumono portamento eretto. Fa un po’ fatica al momento dell’impianto, ma con qualche attenzione in più, si adatta bene e anno dopo anno riappare emettendo nuovi rami e fiorendo dalla fine dell’estate fino ai primi freddi autunnali. Con l’inverno, appunto, scompare del tutto ma si può contare sul rivederla riapparire per molti molti anni. Inizia a fiorire quando in giardino tutto pare aver compiuto un altro ciclo vegetativo e smette quando tutto sembra già sul punto di addormentarsi. Esiste un’altra specie appartenente allo stesso genere, con la sola differenza di aver portamento da piccolo arbusto e quindi essere più alta ed è Ceratostigma wilmottianum.
Foglie e fiori
Ceratostigma plumbaginoides ha foglie obovate, con una leggera dentellatura sui margini foliari e mostrano la presenza di piccole e sottili ciglia. Sono alterne e di color verde tendenzialmente scuro ma brillante con le nervature e il picciolo leggermente sfumati di rosso. In autunno assumono colorazioni rossastre all’arrivo del primo freddo, creando un gioco davvero stupendo di contrasti. Se strofinate emanano un odore speziato.
I fiori sono semplici, piatti, solitamente composti da cinque petali, riuniti in mazzetti e di un bellissimo colo indaco o blu/viola in base a esposizione e substrato, portati su calici di color rosso bronzeo che man mano vira schiarendo in rosa scuro/fuchsia. Nella fase di sfioritura i petali tendono a schiarire verso l’azzurro.
Tecniche colturali di Ceratostigma plumbaginoides
Come detto più sopra, è un’erbacea perenne che non ha assolutamente richieste di sorta. Una volta ben attecchita e accestita, è una garanzia per il giardino, anche il roccioso e nel vaso per lungo tempo.
Non ha particolari necessità per i substrati, accetta volentieri un’esposizione anche in mezz’ombra, non ha granché bisogni idrici e tollera una moderata siccità. Non richiede più di una, massimo due, concimazioni l’anno. Di più se posta in un vaso. Si pota basso a fine inverno quando la parte aerea è tutta secca. Si allarga per rizomi e si moltiplica per divisione. Non è soggetta a particolari patologie o attacchi parassitari.
Caratteristiche di Ceratostigma plumbaginoides
- Tipo di pianta: erbacea perenne; tappezzante
- Famiglia: Plumbaginaceae
- Origine: Cina
- Dimensioni: altezza circa 25-35 cm
- Colore dei fiori: indaco/blu-viola
- Foglie: obovate, con una leggera dentellatura ricoperte e piccole ciglia, di color verde scuro e brillante; aromatiche
- Periodo di fioritura: da fine agosto fino ai primi freddi
- Utilizzo: come tappezzante nelle bordure e nelle aiuole; nei giardini rocciosi; in vaso
- Esposizione: sole, mezz’ombra
- Resistenza al freddo: buona
- Tossicità per animali e bambini: nessuna
- Interessante per api, impollinatori, farfalle: sì
- Premi: Award of Garden Merit (AGM) della Royal Horticultural Society
Ivana Fabris
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