Fondazione Alfredo Catarsini: I LUOGHI DI CATARSINI, Inaugurato a Lucca il Cammino inclusivo tra arte, storia, natura, cultura gastronomica.
“Il mondo va, la mia arte arriva”. È con questo slogan che oggi a Lucca si è inaugurato il Cammino I luoghi di Catarsini, il nuovo percorso aperto a tutti, che coinvolge Lucchesia e Versilia unendo arte, storia, natura e cultura gastronomica per un’esperienza di turismo lento attraverso le eccellenze del territorio.
Ideato dalla Fondazione Alfredo Catarsini 1899, nella persona della presidente Elena Martinelli, e realizzato con la collaborazione del Touring Club Italiano, il Cammino I luoghi di Catarsini è dedicato ad Alfredo Catarsini, pittore e scrittore viareggino che, nell’arco di quasi tutto il XX secolo, ha contribuito a far conoscere la sua città, la Versilia e la Lucchesia in Italia e nel mondo.
La cerimonia si è svolta nella sala del Consiglio Provincia di Lucca, a Palazzo Ducale: all’inizio è stato firmato il protocollo d’intesa tra i rappresentanti dei sette comuni coinvolti (Lucca, Pescaglia, Camaiore, Pietrasanta, Forte dei Marmi, Viareggio e Massarosa) e poi, prima dell’inaugurazione vera a propria con il rituale taglio del nastro, si sono succeduti gli interventi del Presidente della Provincia di Lucca, Luca Menesini, della Presidente Martinelli, di Walter Sandri in rappresentanza del Touring Club Italiano, del Presidente della Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti della Toscana, Massimo Diodati e della Presidente dell’Accademia delle arti del disegno di Firenze, Cristina Acidini, che ha parlato sul tema “Gli occhi di Catarsini sui cari luoghi”.
Formatasi nell’estate del 2020, la Fondazione intitolata all’Artista ha ideato il Cammino I luoghi di Catarsini con l’obiettivo di invitare tutti a visitare le zone della Toscana che lo videro protagonista, percorrendo le strade e sostando nei luoghi dove tutto ebbe inizio, dove Catarsini è nato e vissuto, dove ha tratto ispirazione per la sua straordinaria produzione artistica e letteraria e dove sono tuttora visibili le testimonianze della sua opera, che formano un originale museo diffuso tutto da scoprire, in alcuni luoghi-simbolo della Versilia e della Lucchesia.
Il Cammino I luoghi di Catarsini gode del patrocinio dei ministeri della Cultura e del Turismo, della Regione Toscana, della Provincia di Lucca e coinvolge sette comuni della Lucchesia e della Versilia oltre a numerose istituzioni del territorio. Inoltre, il Cammino I luoghi di Catarsini è accessibile e inclusivo, poiché pensato anche per portatori di disabilità visive: attraverso audio descrizioni di tutti i dettagli delle varie tappe e di vetrofanie ad hoc, anche non vedenti e ipovedenti potranno vivere l’esperienza del Cammino I luoghi di Catarsini grazie alla consulenza messa in campo dal Museo tattile statale Omero di Ancona.
UN ITINERARIO TRA CULTURA E NATURA
Il Cammino non è solo un viaggio nei siti dell’arte e della letteratura di Catarsini, ma unisce bellezze storico-artistiche e architettoniche, storia e ambiente, il tutto arricchito da numerosissimi riferimenti a Giacomo Puccini (il percorso attraversa tutti i comuni dove ha vissuto il Maestro), da emozionanti rivelazioni paesaggistiche e da suggerimenti di cultura enogastronomica locale. Il Cammino di Catarsini è, innanzitutto, un itinerario nei luoghi da lui frequentati – la Versilia o le Versilie – da dove tutto nasce e si espande e si mette in cammino. Da Viareggio, come al centro di una rosa dei venti, Catarsini ha attraversato buona parte del Novecento vivendone le profonde trasformazioni artistiche e storiche. Le loro tracce si possono osservare percorrendo le strade da lui battute, visitando i luoghi che ne custodiscono le memorie e che registrano i mutamenti di stile così come i grandi cambiamenti storici di un secolo tanto breve quanto drammatico.
Il Cammino però si svolge anche nel tempo ed è artistico e umano allo stesso tempo, quello di un pittore di cui viene documentata la sua opera Il Cammino è quindi come una mostra diffusa dove non si passa da una sala all’altra di una sede espositiva, ma da un luogo all’altro, nello spazio e nel tempo. In tutte le tappe del Cammino si legge la ricerca, artistica e umana, del pittore, l’intensità del segno, del colore, del pensiero, che si modifica parallelamente alle circostanze e in relazione alla costante volontà di ricerca e variabilità delle contingenze dell’arte, in una sorprendente mutabilità degli esiti artistici saldata all’immutabilità dello spirito, della tensione ideale.
I PERCORSI
Il Cammino “I luoghi di Catarsini” è un percorso che collega Lucca (tappa di arrivo e di partenza con l’esposizione del dipinto Il grano della bonifica lucchese in Palazzo Ducale, sede della Provincia di Lucca) alla Versilia, attraversando città e luoghi dove sono rintracciabili testimonianze della produzione artistica e letteraria del pittore e scrittore Alfredo Catarsini. Il Cammino nella sua interezza infatti poi tocca la chiesa romanica della frazione lucchese di Castagnori, dove sono visibili gli affreschi che l’Artista realizzò nel 1945; la chiesa parrocchiale di San Martino in Freddana, frazione del comune di Pescaglia, con affreschi del 1944 e luogo di ispirazione del romanzo Giorni neri; Camaiore con opere nel locale Museo d’Arte Sacra e nel Municipio; Pietrasanta, dove insegnò per 20 anni nel locale liceo artistico; Forte dei Marmi, che vide la sua partecipazione al circolo culturale ʺQuarto Platanoʺ e la collaborazione al mensile Versilia Oggi con opere esposte a Villa Bertelli; Viareggio, con l’atelier e l’archivio storico nella Villa Museo Paolina Bonaparte e la casa natale; Massarosa, con opere dedicate al lago Massaciuccoli e all’ambiente che ha ispirato l’opera esposta a Lucca.
In tal senso sono previsti tre percorsi diversi tra loro per lunghezza e durata: uno lungo (Lucca, Castagnori, San Martino in Freddana, Camaiore, Pietrasanta, Forte dei Marmi, Viareggio, Massarosa e Lucca) denominato “Il cammino completo delle Versilie”; uno breve (Lucca, Castagnori, San Martino in Freddana, Camaiore, Viareggio, Massarosa e Lucca) denominato “Il cammino della Lucchesia e della marina”; uno brevissimo (Lucca, Castagnori, San Martino in Freddana, Massarosa e Lucca) denominato “Il Cammino degli affreschi e dei panorami”. In tutti i casi i percorsi si possono fare in autonomia a piedi o con ogni mezzo: in bicicletta, in moto, in auto.
I LUOGHI E LE OPERE
Il percorso collega Lucca alla Versilia passando per la Val Freddana e attraversa città e località della provincia: Lucca, Castagnori, San Martino in Freddana, Camaiore, Pietrasanta, Forte dei Marmi, Viareggio e Massarosa. Il percorso abbraccia un territorio vasto:
- Lucca, Palazzo Ducale opera esposta: Il grano della bonifica lucchese, grande quadro (cm.
233X300) esposto al Premio Cremona del 1940
- Castagnori, Chiesa romanica di San Tommaso apostolo (1260): due grandi affreschi ai lati dell’altar maggiore con soggetto neotestamentario (Cristo e gli Apostoli)
- San Martino in Freddana, Chiesa parrocchiale: affreschi nell’abside (grande composizione dedicata alla Madonna del rosario in ambientazione realista con paesaggio di guerra: case diroccate, aerei bombardieri e carri armati) e due riquadri laterali con Cena in Emmaus e Samaritana al pozzo.
- Camaiore, Museo di Arte sacra e Palazzo del Municipio con alcuni disegni collegabili alla esecuzione degli affreschi di Castagnori e San Martino, del 1944-45, due bozzetti e La Madonnina delle darsene del
- Pietrasanta, con due opere esposte nello spazio Arte BVLG della Banca di Credito Cooperati vo della Versilia: Ritratto di un allievo e Interno dell’aula di disegno dal
- Forte dei Marmi, a Villa Bertelli le opere esposte sono quattro caricature di intellettuali che hanno frequentato il Quarto Platano, tra i quali un autoritratto dello stesso Catarsini, Marina con figure (di cui è realizzato l’altorilievo scultoreo), Cabina rossa (del periodo del Riflessismo), Marina con capanni, Cave di marmo, una Composizione legata al Simbolismo Meccanico e il visionario Nudo nero.
- Viareggio, Villa Museo Paolina Bonaparte: visita alle due stanze della soffitta lato nord che ospitano l’Atelier di Catarsini, unico esempio di atelier di un pittore del Novecento visitabile in un museo in Toscana, che è stato riallestito e aperto al pubblico nel 2002; è conservato e consultabile l’archivio storico ricco di documenti, affiche, fotografie, giornali, cataloghi. Un monitor proietta il servizio RAI del 1979, con immagini e
- Viareggio, Biblioteca civica G. Marconi, esposizione a rotazione delle 30 opere donate dai figli Mity e Orazio Catarsini al Comune di Viareggio: Ritratto della figlia, Ritratto di Lorenzo Viani, Fabbriche, Don Chisciotte, Barca (Riflessismo), Draga, Nudo di donna, Giovane con berretto, Darsena viareggina, Gatto, Composizione (Simbolismo Meccanico), Fiori, Capanno e l’Autoritratto del
- Massarosa, villa La Brilla nella sala dedicata a Alfredo Catarsini sono esposte tre opere: Barchino sul lago Massaciuccoli, Capanno e Campagna massarosese, quest’ultima realizzata nel periodo in cui dipinse Il grano della bonifica lucchese conservato a Palazzo Ducale a Lucca, sito di inizio e di conclusione del percorso I luoghi di Catarsini.
Nei nove luoghi coinvolti nel Cammino I luoghi di Catarsini le opere in esposizione sono in tutto 43.
I TOTEM
In ognuna delle otto tappe del Cammino I luoghi di Catarsini vi sarà un “totem” – un pannello con immagini, la mappa dettagliata del percorso digitalizzata dal Touring Club Italiano, testi e 13 codici QR (di cui uno dedicato non solo alle registrazioni per i non vedenti, ma utilizzabile da tutti) montato su una struttura metallica e posizionato in prossimità della meta della tappa – che, in corrispondenza del luogo da visitare, offrirà a tutti l’opportunità di ottenere informazioni generali sul Cammino, sui percorsi, sulla Fondazione Alfredo Catarsini 1899 che, in collaborazione con il Touring Club Italiano ha ideato e curato la messa a punto del Cammino, sull’Artista protagonista del Cammino, su una serie di informazioni storiche e artistiche relative al comune/paese dove il “totem” è posizionato, sul luogo che ospita le opere di Catarsini in quel comune/paese e sulle opere stesse, sull’ambiente e il paesaggio del luogo, sulla cultura gastronomica della zona, sulla tappa seguente del Cammino e infine sulle presenze e le ville pucciniane lungo tutto il tragitto.
Tutti i testi dei “totem” saranno scaricabili sui supporti informatici (smartphone, tablet etc..) tramite i codici QR e accompagneranno i partecipanti durante tutte le tappe del Cammino.
UN CAMMINO ACCESSIBILE E INCLUSIVO PER IPO E NON VEDENTI
Il Cammino I luoghi di Catarsini è l’unico in Italia accessibile e inclusivo per persone con disabilità visive, grazie alle collaborazioni che la Fondazione Catarsini ha in corso con Massimo Diodati presidente UICI della Regione Toscana, Vincenzo Massa Direttore responsabile del Centro Nazionale del Libro Parlato, a Claudio Calacoci responsabile del Centro di produzione di Firenze. Il Cammino rappresenta infatti un modello innovativo di accessibilità e inclusività che rende il percorso turistico adatto anche a ciechi e ipovedenti e prevede l’applicazione pratica del progetto Cambiamo il punto di vista! ideato dalla Fondazione Catarsini e rivolto a persone diventate cieche e ipovedenti. Il progetto prevede training di riattivazione sensoriale su base motoria finalizzato alla reinterpretazione dell’immagine e ha impegnato i partecipanti ai corsi tenuti presso la sezione UICI di Lucca nella stesura dei testi di descrizione adattata alle loro esigenze delle opere esposte che ha visto la collaborazione del Museo Tattile Statale Omero di Ancona, ma anche nella descrizione di tutti gli argomenti presenti nei QRcode dei totem, notizie su Catarsini e la Fondazione, sugli edifici, e poi storia, paesaggio, cucina della tradizione e curiosità su Giacomo Puccini.
Con la collaborazione di Stefano Parigi, voce narrante del CNLP, tutti i testi sono registrati, accompagneranno i visitatori lungo il percorso e sono scaricabili da chiunque lo desideri. In particolare la descrizione delle opere di Alfredo Catarsini, insieme a Claudia Menichini presidente del Comitato Scientifico della Fondazione, ha impegnato Monica Bernacchia del Museo Tattile Statale Omero di Ancona, Silvia Chelazzi, presidente della sezione UICI di Lucca. L’audioguida, in formato Daisy per i non vedenti e ipovedenti, sarà inserita nel catalogo del Centro Nazionale del Libro Parlato e sarà così un valido strumento di accompagnamento audio, lungo tutta la camminata descritta nell’opera e potrà essere ascoltato da chi non avrà la possibilità di percorrere il Cammino I luoghi di Catarsini. A tale scopo a Villa Bertelli di Forte dei Marmi si è appena inaugurato un laboratorio esperienziale per non vedenti con possibilità di effettuare la lettura tattile del dipinto di Catarsini trasformato in un’opera tridimensionale, così come di ascoltare le audiodescrizioni della stessa opera, ottenute tramite i codici QR presenti nella sala di Villa Bertelli. Narrazioni registrate ed esercitazioni pratiche permettono quindi alla persona ipovedente e cieca di partecipare interamente al percorso e di interagire con cognizione di causa con i compagni di viaggio.
IL “CAMMINO” ENOGASTRONOMICO
Il Cammino I luoghi di Catarsini offre anche l’opportunità di vivere un’esperienza di gusto, apprezzando le decise differenze tra la cucina dell’entroterra (Lucchesia) e quella costiera della Versilia. In corrispondenza di ogni tappa del Cammino, sui totem sono segnalati i ristoranti, che partecipano all’iniziativa, dove è possibile gustare i piatti tipici della tradizione locale (con tutte le differenze degli ingredienti e della cultura enogastronomica di zona), nonché trovare il “menù di Catarsini” o uno specifico “piatto Catarsini” che egli apprezzava per scoprire sapori e saperi tipici dell’area.
I LUOGHI DA VISITARE E LE SCHEDE DELLE OPERE
Lucca, Palazzo Ducale
- Il grano della bonifica lucchese, 1940, olio su tela, cm 233 x 300, Palazzo Ducale, Lucca La tela esposta in Palazzo Ducale fa parte di una serie di opere di grandi dimensioni che Catarsini realizzò tra la fine degli anni Trenta e il 1945 tra le quali tre hanno partecipato al premio Catarsini infatti fu l’unico pittore toscano che concorse a tutte e tre le edizioni di questo premio: alla prima del 1939 con il dipinto Ascoltando il discorso del Duce che vinse il secondo premio ex aequo, però l’opera non è ancora stata ritrovata, così come non è stata ancora ritrovata l’opera esposta all’ultima edizione del 1941, il trittico dal titolo G.I.L. (Gioventù Italiana del Littorio). Nel 1940 concorse con il presente quadro Il grano della bonifica lucchese che non vinse ma fu segnalato e rappresentò l’arte italiana ad Hannover, in Germania. Anche di questo se ne erano perse le tracce fino al 2022 quando fu recuperato presso un antiquario di Grosseto. Le altre opere di grandi dimensioni sono: l’affresco Le nozze di Maria sulla facciata della chiesa di San Giuseppe a Viareggio del 1936, oggi molto deteriorato; il ciclo degli affreschi della chiesa di San Martino in Freddana del 1944, e i due affreschi nella chiesa di San Tommaso a Castagnori del 1945, tutti in perfette condizioni.
Castagnori (Lucca), Chiesa di San Tommaso
- La chiamata dei discepoli, 1945, affresco, cm 300 x 280, Chiesa di San Tommaso Apostolo, Castagnori, Lucca
- La chiamata dei discepoli sul lago di Tiberiade, 1945, affresco, cm 300 x 280, Chiesa di San Tommaso Apostolo, Castagnori, Lucca
Gli anni tra il 1943 e il 1945 rappresentano il periodo più intenso e prolifico della produzione artistica di Alfredo Catarsi nella rappresentazione ad affresco di soggetti sacri di grandi dimensioni. Catarsini conduce la tecnica ad affresco seguendo gli antichi e complessi metodi tradizionali e con l’uso di cartoni trasferendo cioè, mediante incisione, il disegno dai bozzetti preparatori disegnati su carta, sull’intonaco ancora umido della parete. Alcuni di quei cartoni sono esposti nel Municipio di Camaiore.
Nel 1945 Catarsini fu chiamato ad affrescare le due pareti ai lati dell’altare maggiore della chiesa romanica di San Tommaso Apostolo in Castagnori. L’artista scelse di rappresentare in entrambe le opere “La chiamata dei discepoli”. Le opere sono state restaurate nel 2008 da Marco Cigolotti. Gli affreschi, di ottima qualità, erano stati danneggiati da infiltrazioni di acqua e sali, che sono riaffiorati sulla superficie dipinta. Una volta eliminati questi fattori di degrado, si è potuto procedere con la reintegrazione pittorica, utilizzando pigmenti naturali e tempere stese ad acquarello e sottotono.
San Martino in Freddana (Pescaglia), Chiesa parrocchiale
- L’Immacolata fra i santi Martino vescovo e Paolino, 1944, affresco, cm 400 x 1000, Chiesa di San Martino in Freddana, Pescaglia
- La cena di Emmaus, 1944, affresco, cm 200 x 150, Chiesa di San Martino in Freddana, Pescaglia
- L’incontro di Gesù con la Samaritana al pozzo, 1944, affresco, cm 200 x 150, Chiesa di San Martino in Freddana, Pescaglia
In una intervista rilasciata nel 1991 l’artista novantenne racconta: “….Gli abitanti del paese, quando seppero che ero pittore decisero di approfittare del mio soggiorno là per chiedermi se abbellivo la loro chiesa, mi pagarono con un sacco di farina dolce, un sacco di fiore di farina bianca, olio, vino e qualche soldarello….e io li ritrassi tutti fra i personaggi degli affreschi, e ci feci anche mio figlio…”
Sono gli anni della Seconda Guerra Mondiale durante i quali molti viareggini lasciarono il litorale per sfollare nell’entroterra. Lo stesso fece Catarsini nel 1943, rifugiandosi nella piccola comunità di San Martino in Freddana assieme alla famiglia. Gli abitanti, nonostante il periodo bellico, che in Versilia fu particolarmente cruento proprio in questo tristemente famoso per eccidi, rastrellamenti, lutti, pericoli e privazioni, non si fecero sfuggire l’opportunità di fargli abbellire la loro chiesa, realizzata fra il 1898 e il 1904 in stile eclettico dall’architetto lucchese Gaetano Orzali. Fu così che Catarsini affrescò nel catino absidale L’Immacolata fra i santi Martino e Paolino e altri due affreschi di minori dimensioni sulle pareti laterali: L’incontro di Gesù con la Samaritana al pozzo e la Cena in Emmaus. Le pareti laterali sono separate dall’abside da un arco che sovrasta l’altare. Il pittore si recò molte volte a Firenze incurante dei notevoli rischi che il viaggio comportava, per poter acquistare le migliori materie prime. La chiesa divenne molto presto mèta di pellegrinaggio da parte della popolazione locale e degli sfollati e Catarsini scelse con cura le persone che avrebbero interpretato i suoi personaggi e le ritrasse, cogliendo la loro espressività per fissarla nella storia che intendeva rappresentare. E così la Madonna ha il volto di Renata la panettiera; san Martino è l’impiegato delle poste, il ragazzo ha il volto del figlio Orazio e san Paolino è il ritratto dello stesso Catarsini.
Gli anni tra il 1943 e il 1945 rappresentano il periodo più intenso e prolifico della produzione artistica di Alfredo Catarsi nella rappresentazione ad affresco di soggetti sacri di grandi dimensioni. Catarsini conduce la tecnica ad affresco seguendo gli antichi e complessi metodi tradizionali e con l’uso di cartoni trasferendo cioè, mediante incisione, il disegno dai bozzetti preparatori disegnati su carta, sull’intonaco ancora umido della parete. Alcuni di quei cartoni sono esposti nel
Municipio di Camaiore.
Camaiore, Municipio
- Cena in Emmaus, 1944, bozzetto in scala dell’affresco di San Martino in Freddana, cm 40 x 30
- L’incontro di Gesù con la Samaritana al pozzo, 1944 bozzetto in scala dell’affresco di San Martino in Freddana, cm 40 x 30
- Cristo parla agli apostoli, particolare dell’affresco La chiamata dei discepoli in Castagnori, 1945, carboncino su carta, cm 61 x 52
- Apostolo (San Pietro), particolare dell’affresco La chiamata dei discepoli in Castagnori, 1945, carboncino su carta, cm 62 x 44
- L’incontro di Gesù con la Samaritana al pozzo, particolare dell’affresco, 1944, carboncino su carta, cm 68,5 x 54,5
Camaiore, Museo d’arte sacra
- La Madonnina delle darsene, 1949, olio su cartone, cm 29 x 24
A Camaiore sono esposte sei opere di Alfredo Catarsini: cinque nella sala a piano terra del Municipio e una al Museo d’Arte Sacra. Nel Municipio le opere descrivono le fasi preparatorie alla realizzazione degli affreschi delle chiese di Castagnori e San Martino in Freddana e si tratta di due bozzetti e tre disegni. I due bozzetti in scala raffigurano gli affreschi realizzati sulle pareti laterali della chiesa di San Martino in Freddana e i tre disegni preparatori degli affreschi sia di San Martino in Freddana, sia di Castagnori. Nel vicino Museo di Arte Sacra è esposta la deliziosa Madonnina delle darsene, dove il volto della Madonna è il ritratto della figlia Mity, che ci rimanda idealmente a Viareggio, ai canali e ai cantieri che il pittore ha amato fin dall’adolescenza e che ha ininterrottamente dipinto per tutta la vita. Di recente, una copia fotografica dell’opera è stata donata alla Capitaneria di porto di Viareggio.
Pietrasanta, Spazio Arte della Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana
- Aula di disegno dal vero, istituto Stagio Stagi Pietrasanta, 1954, inchiostro rosso su carta, cm 56 centimetri x 35
- Ritratto di alunno (Riccardo), 1968, matita su carta, cm 40,7 x 33,4
A Pietrasanta è possibile ammirare due opere esposte nello spazio della Banca Versilia Lunigiana Garfagnana reato recentemente, che ha nella sua importante collezione d’arte anche un disegno preparatorio dell’affresco dell’abside di San Martino in Freddana. Sempre a Pietrasanta, presso la sede del Liceo artistico Don Lazzeri-Stagi è collocato un monitor, visibile dall’esterno, dove scorrono immagini di opere di Catarsini relative al periodo in cui l’Artista insegnò nello stesso istituto (1951-1968) Gli anni di insegnamento corrispondono a un periodo molto fecondo del percorso di Catarsini in cui ha proseguito con maggior convinzione la sua ricerca pittorica, intraprendendo però anche una parallela e feconda attività di conferenziere, di animatore di proposte culturali e di scrittore e illustratore per La Nazione e per importanti periodici, quali Viareggio Ieri e Versilia Oggi, edito da Giorgio Giannelli.
Forte dei Marmi, Villa Bertelli
- Autoritratto, inchiostro su carta, cm 28 cx 20,5
- Ritratto di Enrico Pea, inchiostro su carta, cm 34 x 24
- Ritratto di Leonida Repaci, inchiostro su carta, cm 29 x 21
- Ritratto di Arturo Dazzi, inchiostro su carta, cm 30 x 21
- Riflessismo, Cabina rossa 1950, olio su compensato, cm 30 x 34
- Simbolismo Meccanico Composizione, 1970, olio su compensato, cm 43 x 40
- Marina con capanni, olio su compensato, cm 40 x 50
- Marina con Figure, 1953, olio su tavola, cm 50 x 60
- Cave di Marmo, 1960, olio su tela, cm 60 x 78
- Nudo nero, olio su tela, cm 70 x 50
«Non esiste il problema di passare dall’astrattismo al figurativo o viceversa» scriverà Catarsini. Non esiste per lui passare da pittore a scrittore, da affreschista ad intellettuale e insegnante. Perché non esiste? Perché egli ha in sé un carattere solido, non si lascia confondere dalle apparizioni siano esse ideologiche o fatti. A Villa Bertelli sono in mostra dieci opere. Catarsini ha mantenuto sempre un forte legame con questi territori, vi ha esposto più volte, ha collaborato con la rivista Versilia Oggi e frequentato al Caffè Roma, nel centro di Forte dei Marmi, gli intellettuali, come Soffici, Carrà e Nomellini, che si riunivano all’ombra del Quarto Platano. In questo famoso luogo di convivialità e di ritrovo di personalità che avevano scelto la Versilia come luogo di vacanza estiva, si sono creati rapporti e amicizie, stimolato sinergie e contatti. Molti di questi erano suoi buoni amici, come Enrico Pea, nume tutelare del luogo, Leonida Rèpaci, fondatore del Premio Viareggio e il grande scultore Arturo Dazzi.
Catarsini ne eseguì i ritratti ora esposti a Villa Bertelli, insieme a un autoritratto dell’artista, ad alcune marine, a una veduta delle cave di marmo di Carrara e a composizioni realizzate fra gli anni Cinquanta e Settanta, decenni contrassegnati da sperimentazioni figurative che lo portarono ad elaborare due originali linguaggi pittorici: il Riflessismo e il Simbolismo meccanico. La Fondazione Catarsini ha organizzato a Villa Bertelli la mostra Esplorazioni nel 2021 e la mostra Catarsini e Treccani allo specchio nel 2022. Vittorio Sgarbi scrive su Catarsini: «… se c’è un artista che ha provato a guardare oltre le mura del proprio municipiio, cercando altrove gli stimoli da portare e sviluppare a casa, questi è proprio Catarsini. Godendo peraltro della congiuntura favorevole per cui l‘altrove gli arrivava direttamente a casa senza aver bisogno di andarlo a cercare .. grazie alla presenza di artisti e intellettuali..». Viareggio, Villa Museo di Paolina Bonaparte
L’Atelier e l’Archivio storico di Alfredo Catarsini
Questa tappa tocca uno dei luoghi più interessanti del Cammino, l’Atelier di Alfredo Catarsini che si trova nelle soffitte della Villa Museo Paolina Bonaparte. Catarsini vene in questo Palazzo dopo che il suo precedente studio, che si trovava in alcune stanze del Palazzo Comunale (ex Casino Reale) in Via Regia, fu bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale. L’atelier conserva l’importante archivio dell’artista e le tracce del suo lavoro e della sua vita: disegni, manifesti delle sue esposizioni, cavalletti, tavolozze, pennelli, documenti, foto, cataloghi, articoli, disegni, libri d’arte, lettere, diplomi e onorificenze. Visitandolo si può ricostruirne la personalità e le vicende più salienti della sua lunga vita tutta dedicata all’arte.
Alfredo Catarsini non è stato solo un pittore, ma anche un letterato e un uomo di cultura attento e sensibile. Nell’archivio si trovano i manoscritti dei suoi racconti, le bozze dei suoi due romanzi, uno dei quali – Giorni neri – recentemente rieditato da La Nave di Teseo, i suoi diari e gli articoli che per molti anni ha scritto per i giornali locali e le riviste culturali. In appositi faldoni sono custodite le pubblicazioni che, dagli anni ‘30 in poi, si occupano delle sue esposizioni e di innumerevoli notizie della vita culturale e artistica del Novecento. Di grande interesse la raccolta di tutti i cataloghi e le brochure delle numerosissime esposizioni a cui ha partecipato fin dal 1927, e i cataloghi di artisti a cui era particolarmente legato, nonché la corrispondenza che ha intrattenuto con molti di essi.
Numerose le fotografie sue e della famiglia e significative le immagini delle sue mostre, da quelle degli anni 30 all’ultima antologica del 1991. L’archivio contiene tutta la documentazione fino a oggi rinvenuta sull’artista ed è costantemente aggiornato. La fascinazione che si avverte in queste stanze è data, oltre che dai documenti, dall’atmosfera che ancora si avverte fra queste mura; guardando il suo cavalletto, la sua tavolozza, i pochi arredi, le tracce di colore sulle pareti avvertiamo l’intensità di una ricerca pittorica profonda e sincera a cui Alfredo Catarsini ha dedicato tutta la sua esistenza. Viareggio, Biblioteca comunale “Lorenzo Viani”, Sala Guglielmo Marconi
La donazione di Mity e Orazio Catarsini al Comune di Viareggio
- Autoritratto, 1941, olio su tela, cm 84 x 66,
- Viani, 1930, china e matita su carta, cm 35 x 25
- Nudo femminile, 1950, carbone su carta, cm 71 x 51
- Giovane con berretto, 1930, disegno su carta, cm 25 x 22
- Darsena viareggina, 1966, penna su carta, cm 38 x 50
- Cavallino, 1953, monotipo su carta, cm 20 x 27
- Darsena, 1945, olio su tavola, cm 19 x 25,5
- Fabbriche, 1960, olio su tela, cm 60 x 80
- Capanno e barca, olio su tavola, cm 33 x 50
- Gatto, 1960, china su carta, cm 30 x 20
- Ritratto di Mity, 1945, olio su tela, cm 47 x 36
- Simbolismo meccanico, tecnica mista su cartone, cm 40 x 49
- Fiori, 1950, olio su tela, cm 56 x 41
- Don Chisciotte, 1961, olio su tela, cm 85 x 60
- Draga, 1956, olio su tela, cm 70 x 99
La donazione è costituita da trenta opere accuratamente selezionate e donate al Comune di Viareggio, con atto ufficiale del 2001, da Mity e Orazio Catarsini, figli dell’artista. Si tratta di una collezione preziosa in quanto consente di seguire il percorso stilistico di Alfredo Catarsini e la grande varietà di tecniche grafiche e pittoriche utilizzate, a testimonianza del complesso lavoro di ricerca che ne ha caratterizzato il profilo artistico. Allo stesso tempo, il lascito valorizza la storia di Viareggio, dei suoi luoghi e dei suoi personaggi, lungo gran parte del Novecento.
Paesaggi e ritratti, nature morte e composizioni pittoriche, nudi e figure costituiscono i motivi dei disegni e dei dipinti oggi conservati nei depositi della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Lorenzo Viani” e vengono esposti a rotazione nello stesso palazzo, in una sala della Biblioteca Comunale “Guglielmo Marconi” per l’occasione del Cammino I luoghi di Catarsini. Attraverso la varietà dei linguaggi utilizzati dall’artista, essi tracciano un percorso di vera e propria esplorazione figurativa che, dalla radice naturalista arriva all’invenzione di originali forme espressive, come il Riflessismo e il Simbolismo meccanico, passando per suggestioni cubo futuriste e surrealiste.
Le trenta opere della donazione costituiscono, dunque, un vero e proprio autoritratto figurativo dell’artista, lungo 65 anni di pittura, dai primi anni Venti fino alla metà degli anni Ottanta. Tra l’altro Catarsini volle che il suo Autoritratto del 1941, che per lui era il più bello, restasse alla sua città insieme a una selezione di opere che rappresentano i suoi soggetti preferiti, i suoi originali stilemi, così come le varie ricerche pittoriche. Il suo desiderio fu realizzato nel 2001, a pochi anni dalla morte, con la donazione di 30 opere dei figli Mity e Orazio al Comune di Viareggio. Nello spazio saranno esposte, oltre all’Autoritratto, altre 14 opere a rotazione, in modo da offrire, nel tempo, l’opportunità di ammirarle tutte.
Massarosa, Antico Opificio della Brilla
- Campagna di Massarosa, 1941, olio su tavola, cm 55 x 70
- Il lago di Massaciuccoli, 1960, olio su cartone, cm 26,5 x 20
- Capanno sul lago, 1955, olio su compensato, cm 45 x 52
L’Antico Opificio della Brilla, proprietà del comune di Massarosa e porta del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli, sorge in prossimità del versante massarosese del lago di Massaciuccoli. Se l’edificio chiamato La Brilla potesse parlare racconterebbe una storia che ha inizio a metà dell‘800 quando il Conte Minutoli lo fece costruire e quando Massarosa era incentrata sulla produzione del riso, oggi purtroppo scomparso, il particolarissimo “Riso rosso di Massarosa”.
All’antico Opificio della Brilla avveniva, come dice il nome stesso, “la brillatura del riso”, ovvero la raffinazione del chicco tramite macchinari e un complesso sistema di ingranaggi e cinghie. Oggi di quella storia è possibile respirare l’atmosfera camminando nelle stanze un tempo affollate di instancabili contadini e contadine, sotto il tetto di travi originali dell’epoca tra gli antichi macchinari restaurati, e sembra ancora di sentire il cigolio delle cinghie e degli ingranaggi.
Un edificio che è diventato la porta del Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli del versante massarosese del lago di Massaciuccoli, un territorio suggestivo, un’oasi naturalistica raggiungibile seguendo i percorsi della Via delle Erbe e dei Fiori. Un percorso nella natura che abbraccia tutto il territorio di Massarosa, frutto dell’impegno dei soci dell’Associazione Versilia Verdelago, fruibile gratuitamente e in autonomia in ogni stagione per vivere da protagonisti esperienze uniche a contatto con la natura nel cuore verde della Versilia. Il contesto paesaggistico è molto suggestivo e la struttura accoglie tre opere emblematiche di quanto questa zona e il lago di Massaciuccoli del versante massarosese fossero noti e cari a Catarsini che spesso vi andava a dipingere.
BIOGRAFIA DI ALFREDO CATARSINI
Alfredo Catarsini nasce a Viareggio il 17 gennaio del 1899 e inizia a disegnare sin da bambino, appassionandosi all’arte grazie ai tanti pittori che si potevano incontrare nella Viareggio dell’epoca e che spesso dipingevano en plein air. Tranne alcuni brevi periodi (come ad esempio un soggiorno parigino nel 1914 durante il quale conobbe Amedeo Modigliani) trascorse tutta la vita nella sua città natale.
Nel 1919 si diploma al Regio Istituto di Belle Arti di Lucca dove frequentava anche il Caffè Caselli in via Fillungo, ritrovo per appassionate discussioni fra artisti e letterati lucchesi. Successivamente, attraversa una prima fase di ricerca naturalista grazie anche alla vicinanza con Lorenzo Viani che lo riteneva uno dei più interessanti artisti viareggini, per avvicinarsi poi alle suggestioni di Novecento, al primitivismo e al ritorno all’ordine, che ispireranno molta della pittura di quel periodo. All’inizio degli anni Trenta conosce Filippo Tommaso Marinetti, che lo chiama a esporre alle mostre del gruppo del Secondo Futurismo.
Fino agli anni Quaranta partecipa alle maggiori mostre che si tengono in Italia e all’estero, tra cui il Premio Bergamo, il Premio Cremona, l’Ausstellung Italienischer Bilder di Hannover, la XXIII Biennale di Venezia e la IV Quadriennale di Roma, ottenendo premi e attestati prestigiosi, tra cui il secondo premio al Premio Cremona del 1939. Numerose sono anche le personali, a Roma, Milano, Lucca, Prato, Bastia, Napoli, Firenze, Viareggio e Forte dei Marmi.
Nel periodo della guerra sperimenta un’interessante stagione pittorica a cui dà il nome di Riflessismo e, nel 1944, sfollato con la famiglia a San Martino in Freddana, vicino a Lucca, affresca l’abside della chiesa del piccolo borgo con un’iconografia unica, in cui l’evento sacro è immerso in un paesaggio offeso dalle barbarie della guerra. Nel 1945 realizza due affreschi anche nella duecentesca chiesa romanica di Castagnori. Stimolato anche dal Fronte Nuovo delle Arti, nel 1948, continua la sua personale ricerca, approdando a una nuova fase creativa che definirà Simbolismo Meccanico, in cui immagini tecnologiche si uniscono figure umane e a forme surreali con risultati di ambiguità visiva e di suggestione. Nello stesso tempo continua la sua produzione figurativa con paesaggi, ritratti e nature morte caratterizzate da un realismo fortemente espressivo.
Partecipa alle Biennali veneziane del 1942, 1948 e del 1950, a varie Quadriennali romane, a numerose edizioni del Premio di Pittura F. P. Michetti, alle più importanti mostre fiorentine e romane e alle più significative collettive di quegli anni. Nel 1951 inizia a insegnare all’Istituto d’Arte Stagio Stagi di Pietrasanta e intraprende una parallela carriera di giornalista e scrittore. Nel 1969 pubblica Giorni Neri, romanzo ambientato durante la lotta partigiana in Lucchesia, recentemente rieditato da La Nave di Teseo. Nel 1971 ottiene la Medaglia d’oro al Salon Babylon di Parigi per le opere del Simbolismo Meccanico, una cui selezione sarà poi esposta al Palazzo dei Diamanti a Ferrara nel 1982, in una mostra interamente dedicata a questo periodo. Negli anni Ottanta la sua pittura ritorna alla rappresentazione della sua terra, alle darsene laboriose, alle marine e ai nudi sulla spiaggia, senza abbandonare sperimentazioni di originale ricerca pittorica; è del 1981 la grande personale a Palazzo Strozzi di Firenze, con oltre 250 opere in mostra e poi le personali al Museo del Risorgimento a Milano, a Torino, a Parigi. Personalità colta, sensibile e vitale, l’Artista continua a dipingere, disegnare, scrivere ed esporre fino alla sua scomparsa, avvenuta il 28 marzo del 1993. fondazionecatarsini.com