Muschio: basta ascoltare la parola perchè nella mente si formino immagini che donano pace e benessere, che subito tornino alla memoria i profumi del bosco e dell’umidità. Della pace. Non stupisce che in Giappone il muschio sia l’elemento naturale che riveste un tempio dove si va a meditare.
Una pietra, come un’isola che si staglia nel bosco. Una pietra come una montagna potente che collega il fondo del mare al cielo delle nuvole.
Questo gioiello verde, prezioso per riuscire a esistere e resistere perché lontano dall’inquinamento della città. L’ho incontrato nella valle ombrosa appena sopra l’Eremo di Niasca, dove nella ripida discesa, stavo per cadere. Mi sono aggrappato ai tronchi di castagno e alle liane del caprifoglio selvatico, come nella vera giungla…E qui mi sono incantato in questa opera della natura vestita di muschio.
Penso che Yves Klein l’avrebbe subito dipinto di blu oltremare, saturo e luminoso, come i monocromi realizzati con le trouvaille della natura. Facendolo diventare un segno formidabile e inconfondibile nella storia dell’arte moderna. “Muschi di un verde blu, fino alle ginocchia. Arcobaleno di primavera”. Così sogna in sole tre righe la fine dell’inverno il poeta giapponese Kobayashi Issa.
A Kyoto c’è un famoso tempio dedicato al muschio dove veramente ci si immerge in un atmosfera silenziosa. Perfetta per meditare, perché si è avvolti in un paesaggio sospeso, in cui la terra è coperta da un tappeto continuo di muschio. È interrotto solo dai tronchi delle canfore, degli aceri e delle conifere.
Sempre in Giappone, a Tokyo, il duo Herzog e De Meuron ha progettato un patio contemporaneo che, secondo diverse inclinazioni dei muri, evidenzia la crescita del muschio.
Invece, nel perennemente clima uggioso belga Jaques Wirtz ha disegnato con grande sapienza il parco per il castello di Axel Vervoordt. Lì ho ammirato i bellissimi sentieri realizzati in muschio misto alla sabbia che scandiscono le campiture dell’orto.
Tra boschi e muschi planetari, il ‘wood*ing’ è un movimento italiano, tutto da esplorare, volto alla raccolta e alla preparazione di muschi e cortecce quali ingredienti primordiali per la tavola.
E quando arriva l’estate, il velluto che copre questa pietra svanisce insieme al Polypodium cambricum. Poi, come per magia, riappariranno alle prime piogge di settembre.
Elogio della lentezza e del calendario del muschio.
Testo e Foto di Marco Bay
©Villegiardini. Riproduzione riservata
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