Dal 2 giugno al 10 settembre 2023, Wifredo Lam, il principale artista cubano del ’900, sarà protagonista di un’esposizione ospitata dal Museo della Ceramica di Savona e dal Centro Esposizioni del MuDA di Albissola Marina.
In mostra, oltre trenta opere di Lam, tra totemismo e nuovi primitivismi, in dialogo con altri protagonisti della fertile stagione che tra gli anni ‘50 e ’70 ha reso Albisola e le sue botteghe artigiane fulcro della ceramica artistica internazionale: da Lucio Fontana a Enrico Baj, da Giuseppe Capogrossi a Roberto Crippa, da Asger Jorn a Maria Papa Rostkowska ed Eva Sørensen.
È stato “globale molto prima che il mondo fosse globalizzato”, meticcio di nascita e poi di cultura, ha ideato un linguaggio artistico sincretico in cui ha fuso modernità europea, influenze surrealiste, cultura afrocubana e rimandi tropicali: Wifredo Lam (Sagua la Grande 1902 – Parigi 1982) ha un posto del tutto particolare nella storia dell’arte del Novecento. Viaggiatore instancabile, quasi nomade, ha eletto Albissola Marina a suo rifugio stabile all’inizio degli anni Sessanta, periodo in cui la cittadina si trasformava in un effervescente laboratorio artistico internazionale, innestando l’arte contemporanea su una tradizione ceramica secolare, capace di rinnovarsi in epoca moderna.
L’opera di Lam, affiancata a quella di altri artisti che hanno scelto questa terra di Liguria come teatro di sperimentazione, sarà al centro della mostra ‘Lam et les Magiciens de la Mer. Totem, figure e segni primordiali nella Ceramica di Albisola tra gli anni ’50 e ’70, in programma dal 2 giugno al 10 settembre 2023, nella doppia sede del Museo della Ceramica di Savona e del Centro Esposizioni del MuDA di Albissola.
Il progetto è promosso dalla Fondazione Museo della Ceramica di Savona e dal Comune di Albissola Marina, con il sostegno della Fondazione De Mari, il contributo scientifico dell’Estate Lam e i patrocini del Museo Nacional de la Cerámica Contemporánea Cubana, del Oficina del Historiador, e dei Comuni di Savona e Albisola Superiore.
Il titolo evocativo, ‘Lam et les Magiciens de la Mer’, richiama volutamente l’esposizione ‘Magiciens de la Terre’ tenutasi al Centre Pompidou di Parigi nel 1989. La mostra parigina aveva lo scopo di coinvolgere artisti provenienti dai cinque continenti, sfidando la presunta supremazia culturale occidentale, attraverso il confronto aperto a soggetti solitamente esclusi dal circuito istituzionale europeo e americano. ‘Lam et les Magiciens de la Mer’ prende spunto da questa riflessione e la trasla in un contesto – e in un luogo – molto particolari per la storia dell’arte italiana e internazionale. Siamo in quella dinamica stagione che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, vede le Albisole diventare un centro di ritrovo internazionale per artisti, critici, collezionisti e mercanti d’arte italiani ed europei; momento in cui molti pittori e scultori iniziano ad affrontare i temi del totemismo, della metamorfosi, della forza misteriosa e generatrice di miti e spiriti soprannaturali.
L’arrivo ad Albissola Marina di Wifredo Lam, invitato nel 1954 dall’artista danese Asger Jorn, non è casuale e avrà un forte impatto sul territorio. A partire dal suo trasferimento definitivo nel 1961, infatti, le forze vitali della natura, gli spiriti primordiali, le figure totemiche animali e sciamaniche iniziano a proliferare su vasi, piatti, piastre e rilievi realizzati a ritmi serrati da Lam presso le Ceramiche San Giorgio. Simultaneamente, temi affini compaiono su opere di altri artisti che gravitavano intorno alle botteghe ceramiche albisolesi, a partire dalle celebri Ceramiche Mazzotti (che celebrano quest’anno il 120esimo anniversario, festeggiato anche da una project room dedicata all’interno del Museo della Ceramica di Savona): è il caso di Enrico Baj, Giuseppe Capogrossi, Roberto Crippa, Ansgar Elde, Lucio Fontana, Franco Garelli, Asger Jorn, Maria Papa Rostkowska, Mario Rossello, Rinaldo Rossello ed Eva Sørensen.
Questi sono allora ‘i maghi del mare’: artisti – Lam in testa – che ad Albisola hanno rivolto la propria attenzione a figure totemiche, a esseri zoomorfi e antropomorfi, alle forze primordiali della materia e a gesti essenziali che portano segni, buchi e graffi su di essa. E maghi sono anche i maestri artigiani albisolesi, capaci all’epoca di incredibili effetti materici e coloristici, e che ancora oggi custodiscono e tramandano tecniche necessarie a plasmare, cuocere, decorare l’argilla.
Autori che hanno scelto «la periferia invece dei grandi centri metropolitani, un microcosmo (internazionale), provinciale ma imbevuto di arte, ingegno, pensiero e manualità, dove artigiani e artisti che affollano fornaci, fabbriche, studi, locali balneari, gallerie d’arte – anche quelle improvvisate nei ristoranti e nei caffè – parlano la lingua comune della ceramica, fatta di materia plastica, processi, attese, colori e condivisione. Con l’onda mediterranea che sbatte incessante sulla battigia, stringendo il borgo e i suoi abitanti contro la collina»: spiegano due dei curatori della mostra, Luca Bochicchio e Stella Cattaneo, all’interno del catalogo edito da Electa.
Le opere di questi artisti, molte delle quali inedite e di eccezionale valore, saranno allestite nei due musei attraverso quattro itinerari tematici ispirati ai macro-temi Totem, Animali, Metamorfosi e Segni. Una parte della mostra, con il titolo ‘Lam entre Mares. De Albisola a La Habana’, sarà presentata successivamente al Museo Nacional de la Cerámica Contemporánea Cubana dell’Avana (dicembre 2023-marzo 2024), a cura di Surysday Reies Martynez.
«È stato un momento magico per la nostra terra quello della ceramica e degli artisti nelle Albisole tra gli anni ’50 e ’70, durante il quale abbiamo svelato capacità e intuizioni insospettabili. Wifredo Lam e gli altri ‘maghi del mare’ ci aiutano a riconoscere in quel tempo la virtù dell’arte e della cultura capace di materializzare una coscienza di luogo che dobbiamo continuare a tesorizzare. Il valore artistico e i protagonisti di questa mostra gli conferiscono una caratura internazionale e contribuiscono in modo determinante a definire i nuovi orizzonti del Museo della Ceramica di Savona»: ha dichiarato Luciano Pasquale, Presidente Fondazione Museo della Ceramica di Savona.
Wifredo Lam
Wifredo Lam nasce a Cuba nel 1902 da padre cinese e madre afro-ispanica. Nel 1923 riceve una borsa di studio e si trasferisce in Spagna, dove resterà per 14 anni, unendosi anche alle forze repubblicane nella lotta contro Franco. Nel 1938 si sposta a Parigi: conoscerà Picasso e, grazie a lui, Braque, Matisse, Miró, Léger, Eluard, Tzara. Nel 1939 tiene la sua prima personale. Si sposta quindi a Marsiglia, dove si trovano molti dei suoi amici, per lo più surrealisti, raggruppati attorno ad André Breton a Villa Air-Bel. Nel 1942 rientra a Cuba: qui approfondisce la sua ricerca artistica attingendo all’infanzia, alla giovinezza e alla cultura afro-cubana; dipingerà oltre 100 quadri, tra cui La Jungla, poi acquistata dal MoMA di New York. Nel 1946 soggiorna a Haiti e assiste a cerimonie vudù assieme a Pierre Mabille e André Breton. Si reca dunque a New York, dove rivede Marcel Duchamp.
Verso la fine degli anni ’40 si divide tra l’Europa, l’Avana e New York. Frequenta numerosi artisti, tra cui Noguchi, Hare, Motherwell, Pollock, Asger Jorn e il gruppo CoBrA. A partire dal 1947 lo stile di Lam evolve. L’influenza dell’arte oceanica si mescola a quella dell’arte africana e la presenza di elementi esoterici si fa dominante. Il suo lavoro assume un rilievo internazionale. Nel 1952 si stabilisce a Parigi. Nel 1954 si reca anche in Italia, ad Albissola Marina, dove per iniziativa di Asger Jorn e Édouard Jaguer viene organizzato un incontro internazionale di scultura e ceramica. Durante gli anni ’60 l’opera di Lam riflette un crescente interesse per l’incisione. A partire dal ’64, si divide tra Parigi e Albissola Marina, dove allestisce il suo studio nella sua nuova casa. Qui, grazie anche alla collaborazione con le locali Ceramiche San Giorgio, sperimenterà le molte possibilità offerte dalla ceramica, tramutando piatti, vasi e rilievi in sculture e dipinti con figure totemiche, mostruose e animali, sintesi di arte primitiva e avanguardia europea. wikipedia.org
Museo della Ceramica di Savona
Con oltre mille opere conservate al suo interno, il Museo della Ceramica di Savona custodisce sei secoli di storia della ceramica, dal 1500 ai nostri giorni. Inaugurato nel 2014, trova spazio in pieno centro, nelle sale del Palazzo del Monte di Pietà – uno dei più antichi d’Europa –, oggi proprietà della Fondazione De Mari, che ha voluto restituirlo alla città dopo un attento restauro. Un contenitore storico di pregio per una collezione che attraversa i secoli raccontando tanto il territorio quanto le sue connessioni artigianali e artistiche internazionali.
– Prossime mostre in programma / 120 Mazzotti
Project Room dedicata al 120° anniversario della manifattura Giuseppe Mazzotti, fondata nel 1903 ad Albissola Marina e ancora attiva attraverso le due fabbriche di famiglia G. Mazzotti 1903 e Ceramiche Mazzotti. Fra le più importanti sedi del Futurismo italiano negli anni ‘30, Mazzotti si è affermata grazie all’innovativo lavoro dei suoi artigiani e dei numerosi artisti internazionali che hanno lavorato nelle sue fornaci, da Fontana a Jorn, da Sassu ad Appel, da Baj e Dangelo a Fabbri, fino ai nostri giorni.
– Prossime mostre in programma / Francesca Anfossi e Rochester Square
La mitica esperienza di Rochester Square approda a Savona. Nel cuore di Camden Town a Londra, Francesca Anfossi ha creato il suo studio condiviso di ceramica in cui unisce la convivialità dei pranzi e delle cene alla cura del giardino e alla creazione ceramica, in una convivenza tra artisti affermati e semplici appassionati unica nel suo genere. Il 2023 sarà dedicato ad approfondire e far conoscere al pubblico italiano questa realtà, attraverso una Summer School durante la quale si realizzeranno i pezzi per le installazioni che definiranno la prossima mostra autunnale.
Centro Esposizioni MuDA – Museo Diffuso Albisola
Inaugurato nella primavera del 2014, in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita di Asger Jorn, il Centro Esposizioni di Albisola è uno spazio multifunzionale che accoglie la collezione artistica comunale, mostre temporanee e la biblioteca locale. Tra gli artisti in esposizione Lucio Fontana, Wifredo Lam, Asger Jorn, Agenore Fabbri, Roberto Crippa, Emilio Scanavino, Emanuele Luzzati, Carlos Carlé, Adriano Leverone, Sandro Lorenzini e Loris Cecchin.