La Barbera o Il Barolo ….Se fosse un derby non ci sarebbero sconfitti solo vincitori la Barbera e il Barolo due vini di eccezione che hanno deliziato il palato di molti.
La Barbera che, grazie alla sua forte adattabilità al tipo di terreno e clima dell’astigiano tanto da diventare l’uva piemontese per eccellenza e vino protagonista indiscusso delle mense con i suoi grandi vini giovani graffianti e morbidi grazie a un tocco di affinamento in legno, è stata definita la Mamma dei contadini piemontesi.
Il Barolo grazie al terroir delle Langhe, dove tra un’aderenza profonda con la propria terra e la fragilità del suo vitigno ha trovato delle condizioni uniche tanto da diventare un vino forte maschio a tratti austero, riesce a elevarsi sugli altri vini prendendo il nome di uno dei comuni della zona di Alba, Barolo appunto.
La Barbera giovane con, il suo profumo di mora e prugna, il suo colore rosso rubino ed acidità avvolgente e a tratti accattivante, ti ammalia. Il Barolo, dal canto suo, è un vino che non può essere bevuto giovane: con il re dei vini non ci sono compromessi, il lungo affinamento, in legno e poi in bottiglia, crea degli aromi raffinati e intensi, ti rapisce; la sua personalità unica e matura è dirompente con il suo bouquet etereo e i suoi profumi di fiori e frutta maturi e con le note di spezie e liquirizia, colore rosso granata ti conquista non a caso Il Barolo, è definito il Re dei vini rossi e vino rosso dei Re!
Nel territorio la coltivazione dell’uva Nebbiolo è antica e, in tempi non meno recenti, il suo vino era molto apprezzato dai nobili e dai Reali di Casa Savoia. Grazie a Juliette Colbert, l’ultima marchesa di Barolo, che intuitivamente propose di chiamare col nome del paese il vino rosso affinato nelle cantine marchionali del proprio castello, grazie a lei, prima donna del vino italiana, il Barolo si accomoda alla tavola di re, generali e ministri. Il Conte Camillo Benso di Cavour al contempo, con l’ausilio di illustri enologi e di Odart commerciante francese, diede il via alla produzione di un vino rosso adatto a sopravvivere ai lunghi viaggi e affrontare la concorrenza con i grandi vini rossi d’oltralpe ne migliorò la tecnica di fermentazione creando il Barolo, così come lo conosciamo oggi, vino famoso e stimato in tutto il mondo.
Il piccolo borgo delle Langhe, rinomato per l’omonimo vino rosso ottenuto da uve nebbiolo, ha poi percorso un lungo viaggio in equilibrio tra tradizione e modernità, in accordo con la natura stessa del Barolo, un vino dalla storia secolare, che negli ultimi 30 anni ha saputo rinnovarsi e aprirsi al mondo, grazie anche alla spregiudicatezza dei Barolo Boys! Negli anni 80 hanno rivoluzionato il Barolo; l’impetuoso giovane produttore di La Morra, Elio Altare, distrusse tutte le vecchie botti dell’azienda e insieme a un gruppo di giovani viticoltori cambiarono la maturazione del vino passando alle famose barriques, piccole botti di rovere, modificando profondamente il profumo e il sapore del vino. Grandi risultati che hanno dato inizio ad una vera e propria rivoluzione del Barolo. Entrano in contatto con Marc De Grazia, che come intermediario sul mercato americano spinse oltre oceano il Barolo, ottenendo negli anni 90 un grande successo, tutti impazziscono per il nuovo barolo che è un’esplosione al naso e al palato: il Barolo diventò il nuovo re dei vini!
Oggi il Barolo è apprezzato in tutto il mondo, come ha scritto E. Martino “Sembrava ormai un mito polveroso, dopo i fasti del secolo scorso, soppiantato da vini spinti soprattutto dalla moda. Ma quando vai a scorrere le classifiche internazionali del bere…ebbene, il re è sempre lui!”
Vino da pasto o meditazione, può essere un vino austero e pungente con un fascino di mistero da meditazione di fronte un camino scoppiettante, ti fa immergere nella storia mescolata tra antico e moderno tradizioni e rivoluzione, sentire il passaggio di eroi re e grandi menti che hanno fatto la storia; con un tocco di magia ti fa ritrovare in un paesaggio bucolico avvolto da profumi di rosa, lampone ribes nero e ciliegia sotto spirito, con sentori di spezie come il pepe verde, e profumo di bosco donati dal passaggio del legno del barrique come caffe tostato e tabacco, che sembrano non volerti lasciare mai. Il Barolo, intenso e persistente, ti accompagna nel viaggio storico culturale.
Oppure un vino da pasto che, con sentori di frutta matura e di fiori appassiti, aromi forti di cuoio e lacca o più morbidi come la liquirizia e noce moscata accompagnata da spezie più tradizionali come il pepe e anice, tutti elementi che richiamano le terre delle langhe, si accompagna con piatti complessi e strutturati, come arrosti brasati e selvaggina ma anche formaggi forti dalla lunga stagionatura, e per stupire i più golosi si sposa con cioccolato e marrons glaces!
Un vecchio scrittore ha detto, “Nulla eguaglia la gioia dell’uomo che beve, se non la gioia del vino di essere bevuto”.