Sophora japonica (con la nuova classificazione oggi si chiama Styphnolobium japonicum) è un albero davvero molto pregevole a livello ornamentale. In primis per la sua soave fioritura che dona un tocco di grazia e bellezza al giardino in un periodo della stagione vegetativa, per ovvie ragioni specie al nord e al centro Italia, piuttosto parco in tal senso, e in secundis per tutte le sue caratteristiche che spaziano dal portamento dell’albero alla forma della sua chioma e delle sue foglie, passando dalla facilità di coltivazione.
Sophora japonica è un albero che conferisce enorme bellezza ai giardini medio-grandi ma purtroppo non è ancora sufficientemente apprezzato e, quindi, nemmeno diffuso come meriterebbe.

Un esemplare di Sophora japonica adulto
Un esemplare di Sophora japonica adulto in fioritura – Foto [ziopoldaccio]/stock.adobe.com

Origine e nomenclatura

A differenza dell’altra grande protagonista per la sua fioritura, Magnolia grandiflora, che origina in America, S. japonica nasce in Asia, soprattutto Cina e Giappone. È arrivata in Europa nel XVIII secolo. scoperta da padre d’Incarville, un gesuita missionario appassionato di botanica che ha introdotto numerosi nuovi generi e specie provenienti da quei paesi. Il primo esemplare di Sophora japonica fu seminato con successo nel 1747 nel Giardino Botanico di Parigi dove vive ancora attualmente. Da ciò si può dedurre che sia un albero molto longevo. L’epiteto generico Sophora deriverebbe dal termine arabo sufayrà, che fa riferimento alla forma dei fiori mentre, l’epiteto specifico, all’area di provenienza. Styphnolobium, invece, deriva dal greco styphnos (che significa denso o compatto) e lobos (che si riferisce alla forma allungata e a guscio). Si evince quindi che il nuovo epiteto generico faccia riferimento alla morfologia dei frutti che produce l’albero dopo la fioritura.

Sophora japonica, conoscerla meglio

Appartiene alla famiglia delle Fabaceae. Come già detto, è un albero molto importante, dal punto di vista ornamentale. La globosa morbidezza della sua chioma, la fioritura che, particolarmente se vista in distanza, crea effetti di sfumati bagliori su tutta la massa fogliare, specie in una stagione dove è difficile scorgerne nelle alberature, e la grazia del suo lieve fogliame unitamente alla bellezza dei colori autunnali, ne fanno un albero davvero di pregio estetico. Non va trascurato il fatto che Sophora japonica ben si presta anche all’uso nel verde pubblico di viali e parchi, specie nelle grandi città, per la sua resistenza all’inquinamento (e alla salinità) e per le sue poche necessità colturali. La sua diffusione in Europa, dalla sua introduzione nel 700, si può ben comprendere, viste le sue caratteristiche. Cresce fino a circa venti metri, se vengono osservate le sue necessità almeno di massima e, nel giro di non molto tempo, assume un portamento allargato e globoso. Da ottobre si apprezza la formazione dei suoi frutti (lomenti, ossia frutto secco deiscente) che persistono sui rami tutto inverno, connotando ancora molto piacevolmente l’albero.

Foglie e corteccia di Sophora japonica

Le foglie sono imparipennate e composte da sette o tredici foglioline di forma lanceolata con il vertice leggermente acuminato. La pagina superiore è di color verde medio/scuro e di consistenza liscia al tatto, mentre quella inferiore è sericea e di color verde argenteo ma in autunno entrambe le pagine assumono una bella colorazione dorata. Il fogliame ricorda quello della Robinia pseudoacacia, tanto da averle fatto dare, in alcune regioni italiane, il nome volgare di robinia del Giappone.
Anche la corteccia è interessante. Nei rami nuovi e nei fusti di esemplari più giovani, è di color verde scuro ed è punteggiata dalle lenticelle. In maturità, invece, la corteccia del tronco si copre di fissurazioni lignificate e piuttosto rugose.

Fiori e frutti di Sophora japonica

Fiorisce in estate, fra luglio e agosto, in base all’andamento stagionale. Produce infiorescenze a racemo – lunghe fino a venti-venticinque centimetri – che portano piccoli fiori color avorio-crema, leggermente profumati, dalla struttura tipica dei fiori delle Fabaceae:  un grande vessillo, ali e carena molto vistose e aggraziate. Nella carena, pistillo e circa dieci stami dalle antere stracariche di polline. La lievità della fioritura fa sì che l’albero, se visto in distanza, sembri punteggiato da delicate macchie sfumate di colore bianco avorio mentre, se più da vicino, appaia come una nuvola vaporosa. Il gioco dei contrasti tra i fiori e il fogliame vaporoso, crea un effetto scenico di intensa grazia e inusitata romantica bellezza.

A circa un mese e mezzo- due dalla fine della fioritura, compaiono i frutti. Si presentano come baccelli (lomenti) contenenti da uno a sei semi, cui si evidenziano le caratteristiche strozzature. Sono persistenti a lungo sull’albero. Di color verde chiaro, fino a maturazione completata quando assumono un aspetto accartocciato e divengono color marrone. I semi sono di forma elissoidale, di colore nero. Proprio i lomenti sono una fra le chiavi di riconoscimento dell’albero.

Tecniche colturali

Come anticipato, Sophora japonica non necessita di particolari cure di coltivazione. Predilige un’esposizione, ove possibile, con qualche ora in mezz’ombra ma sopporta tranquillamente anche lunghe esposizioni assolate. Non ha particolari richieste relativamente al substrato, si adatta a qualunque tipo di suolo, purché ben drenato, malgrado preferisca i terreni sciolti e di medio impasto. Va irrigata abbondantemente durante i primi anni dall’impianto, dopo di che sopporta senza problemi periodi siccitosi. Non necessita concimazioni dopo i primi quattro anni dalla messa a dimora e riguardo le potature vale la regola di non potare, salvo per la rimonda del secco o per i rami che mettono a rischio la stabilità dell’albero. Sempre, però, affidandosi a tree-climber o a professionisti davvero preparati in tema alberi, onde evitare danni che pregiudichino la vita della pianta. Può essere colpita da alcune patologie fungine. S. japonica si può moltiplicare da seme ma, in tal caso, i tempi per vederla fiorire, sono decennali.

Come il dipinto di un impressionista
Una fioritura che pare il dipinto di un impressionista – Foto [Marc]/stock.adobe.com

Sophora japonica, varietà ‘Pendula’

Una cultivar famosa e diffusa, di Sophora japonica, è quella denominata ‘Pendula‘ che mostra sostanziali differenze dall’albero da cui origina. Ossia ha portamento ricurvato, appunto pendulo, molto allargato a maturità, rami nuovi (secondari) flessuosi che nel tempo lignificano assumendo aspetto contorto conferendo così, alla pianta spoglia, notevole valore estetico nei giardini durante l’inverno. Inoltre, ha crescita lenta e molto contenuta che la rende perfetta nei piccoli giardini (raggiunge al massimo i quattro metri di altezza e i tre, al massimo, di larghezza e fiorisce meno di Sophora japonica. Fondamentale perché mantenga l’aspetto a rami contorti durante l’inverno, è evitare potature inadeguate.

Caratteristiche di Sophora japonica

  • Tipo di pianta: albero; caducifolia
  • FamigliaFabaceae
  • Origine: Cina e Giappone
  • Dimensioni: altezza 20 metri circa
  • Colore e particolarità dei fiori: infiorescenze a grappolo bianco-crema, dolcemente profumate
  • Foglie: composte, imparipennate, con foglioline ovate la cui pagina superiore è di color verde medio e liscia mentre quella inferiore è sericea e di color verde argento
  • Periodo di fioritura: luglio-agosto
  • Esposizione: preferibilmente sole/mezz’ombra
  • Resistenza al freddo: sì
  • Tossicità per animali e bambini: no
  • Interessante per api, impollinatori e farfalle: sì

 

Delicatezza e grazia estiva
Delicatezza e grazia estiva – Foto [Jianyi Liu]/stock.adobe.com

Ivana Fabris
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