“BAJ. BajchezBaj” A Savona e Albissola, una mostra diffusa indaga l’opera ceramica di Enrico Baj a 100 anni dalla nascita.

 Sosteneva che la ceramica fosse «l’ideale della materia» e l’arte a lui più affine dopo la pittura. In occasione dei 100 anni dalla nascita di Enrico Baj (Milano, 31 ottobre 1924 – Vergiate, 16 giugno 2003), tra i principali protagonisti dell’arte italiana del Novecento, dall’8 ottobre al 9 febbraio 2024, il Museo della Ceramica di Savona e il MuDA – Museo Diffuso Albisola di Albissola Marina, nelle sedi del Centro Esposizioni e di Casa Museo Jorn, ospitano “BAJ. BajchezBaj”.

Enrico Baj, Folla, 1992, maiolica dipinta in policromia, cm 65×531. Collezione Confartigianato Ravenna. Courtesy Archivio Baj, Vergiate

Una esposizione diffusa, a cura di Luca Bochicchio e dei curatori dei musei, che vedrà al centro l’opera ceramica di Baj in tutto il suo sviluppo storico e cronologico, con un approfondimento tematico sull’Incontro Internazionale della Ceramica del 1954. Le tre sedi funzioneranno come capsule del tempo, invertendo le rotte di un percorso storico che ha visto Baj lavorare con l’argilla e gli smalti da Albisola nel 1954 fino a Castellamonte nel 1994, passando per Laveno (1955), Imola e Faenza nei primi anni ’80 e ’90.

Enrico Baj, Arpig Tunig, 1994, terracotta dipinta, cm 38×28. Collezione privata. Courtesy Archivio Baj, Vergiate

Di grande fascino sarà l’allestimento delle prime ceramiche nucleari nel contesto plastico e organico di Casa Museo Jorn, dove la metamorfosi delle immagini e dei materiali sembra richiamare in modo spontaneo la poetica di Baj. Del rapporto tra Enrico Baj, Asger Jorn e il resto della compagine internazionale post-surrealista si occuperà una specifica sezione al Museo della Ceramica di Savona, dedicata all’Incontro Internazionale della Ceramica del 1954, di cui, sempre nel 2024, ricorrono i settant’anni.

Enrico Baj, Ettore Fieramosca alla disfida di Barletta, 1979, transfer serigrafico su gres, diametro cm 40. Collezione privata. Courtesy Archivio Baj, Vergiate

Al Centro Esposizioni MuDA di Albissola Marina saranno allestite le grandi e coloratissime ceramiche figurative e mitologiche della fase kitsch, realizzate alla Bottega Gatti di Faenza nei primi anni ’90. Alcune di queste opere, così come le grottesche maschere tribali prodotte a Castellamonte, troveranno spazio nelle altre sedi museali, in un allestimento sincronico basato sui i dialoghi tra le opere di diverse epoche, a dimostrazione dei passaggi ma anche della grande coerenza espressiva che contraddistinguono la scultura ceramica di Baj.

Enrico Baj
Enrico Baj, Nutaraluk Iyaituk, 1994,
terracotta dipinta. Collezione private. Courtesy Archivio Baj, Vergiate

“BAJ. Baj chez Baj” è anche a Palazzo Reale a Milano. Il catalogo unico edito da Electa

In occasione del centenario della nascita dell’artista milanese, e sempre sotto il titolo di “BAJ. Baj chez Baj”, inaugura l’8 ottobre un’ampia retrospettiva promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta da Palazzo Reale con Electa, e curata da Chiara Gatti e Roberta Cerini Baj con quasi cinquanta opere distillate in un arco temporale che dai primi anni Cinquanta giunge all’alba del Duemila.

La collaborazione scientifica tra Savona e Milano, tra i curatori e le istituzioni coinvolti, ambisce a disegnare due itinerari autonomi ma complementari, capaci di rendere omaggio al genio eclettico di Baj, documentati nel catalogo unico, edito da Electa, nel quale i due percorsi espositivi si dipanano fra luoghi, forme, materiali e incontri, percorrendo l’affascinante cosmogonia di Baj, epifania di intelligenza e creatività. wikipedia.org

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