Berggruen Arts & Culture apre Palazzo Diedo, uno dei più grandi spazi dedicati all’arte contemporanea a Venezia. Palazzo Diedo, nuovo spazio dedicato all’arte contemporanea, il più grande a Venezia nell’ultimo decennio, apre al pubblico il 20 aprile 2024 con 11 interventi originali site-specific di altrettanti artisti di fama internazionale: Urs Fischer, Piero Golia, Carsten Höller, Ibrahim Mahama, Mariko Mori, Sterling Ruby, Jim Shaw, Hiroshi Sugimoto, Aya Takano, Lee Ufan e Liu Wei.

La mostra, intitolata Janus, e i due progetti speciali, presentati in collaborazione rispettivamente con The Kitchen di New York e con la Polaroid Foundation, riaprono il Palazzo dopo un importante restauro in concomitanza con la 60° Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia 2024. Gli interventi degli artisti sono stati concepiti in dialogo con l’architettura e le caratteristiche dell’edificio settecentesco realizzato da Andrea Tirali, un tempo sede di una delle più potenti famiglie veneziane e successivamente utilizzato come scuola elementare e come tribunale. Le opere sono ispirate ai mestieri tradizionali legati a Venezia, come gli affreschi, il vetro di Murano, i tessuti preziosi e i pavimenti con il loro tipico design. La mostra prende il nome da Giano (Janus), il dio romano degli inizi, spesso visto con due facce, una che guarda in avanti e l’altra all’indietro, a indicare l’obiettivo della mostra di unire simbolicamente la storia con la contemporaneità.

Janus a Palazzo Diedo ospiterà in anteprima Peace Crystal: A Prayer for Peace di Mariko Mori, opera che dal 13 maggio sarà poi visibile al pubblico nei Giardini di Palazzo Corner della Ca’ Granda, a San Marco. L’opera è la terza di una serie realizzata con la Fondazione Faou e la mostra includerà un filmato delle precedenti installazioni in Giappone e Brasile, nonché un modello e un progetto di Peace Crystal per offrire al visitatore una comprensione più completa dell’opera. Parallelamente a Janus, la celebre istituzione culturale interdisciplinare The Kitchen porta a Palazzo Diedo una mostra personale di Rhea Dillon (nata nel 1996). Il lavoro dell’artista e scrittrice londinese esamina spesso i modi in cui la Blackness è concettualizzata nella pratica estetica e teorica. The Kitchen presenterà il film di Dillon (titolo provvisorio) Browning 2025; in questa occasione, il rapporto con l’opera di Dillon potrà essere approfondito anche in una mostra con sculture di grandi dimensioni.

Sarà presente a Palazzo Diedo anche la Polaroid Foundation che inviterà gli artisti in mostra a creare un’opera originale utilizzando la camera istantanea più diffusa nel mondo, la Polaroid 20×24. Andy Warhol, Chuck Close, Jim Dine, Maria Magdalena Campos-Pons, Mary Ellen Mark, Mickalene Thomas, Robert Frank, Robert Mapplethorpe, Robert Rauschenberg e Sally Mann sono tra gli artisti che in passato hanno lavorato con questa iconica macchina fotografica. John Reuter, che utilizza la Polaroid sin dal 1980, supporterà gli artisti nella produzione di immagini di 20 x 24 pollici (50 x 60 cm) per Palazzo Diedo. Palazzo Diedo ospiterà al suo interno anche un piccolo cinema che proietterà tutti i giovedì, fino a novembre, OUSSS l’ultimo film di Koo Jeong A, artista che rappresenta la Corea del Sud alla Biennale Arte di quest’anno.

Negli ultimi due anni, Berggruen Arts & Culture ha completato un importante restauro di Palazzo Diedo, riportando alla luce la sua storia. Due importanti cicli di affreschi di Francesco Fontebasso (1707-1769) e Costantino Cedini (1741-1811) al primo piano e sei capricci romani – scene che combinano elementi storici e di fantasia – sono stati completamente restaurati. Istituito da Berggruen Arts & Culture, fondazione benefica creata dal collezionista e filantropo Nicolas Berggruen, Palazzo Diedo si propone di approfondire il legame tra l’arte contemporanea e il passato, e tra l’Oriente e l’Occidente. Ospiterà residenze d’artista, mostre, eventi, film e performance su cinque diversi livelli con una superficie totale di 4.000 metri quadrati. Nel 2022, Sterling Ruby ha presentato il primo progetto a Palazzo Diedo, una scultura su facciata chiamata HEX, installata prima del completamento del restauro.

Venezia è storicamente un catalizzatore di creatività, idee, sperimentazioni e scambi. Con Berggruen Arts & Culture, ci proponiamo di far rivivere la produzione di opere d’arte, per animare lo straordinario tesoro di Palazzo Diedo”. – Afferma Nicolas Berggruen, collezionista, anche fondatore del Berggruen Institute – “Insieme all’Istituto Berggruen, che ospita dibattiti e un programma di residenze alla Casa dei Tre Oci, vediamo Venezia come un generatore di cultura e di idee. Janus simboleggia il nostro impegno a costruire sul passato in modo contemporaneo“.

Venezia è famosa in tutto il mondo sia in quanto vetrina per l’arte contemporanea che naturalmente per la sua cultura di tradizioni storiche e artistiche.” – Dichiara Mario Codognato, direttore di Berggruen Arts & Culture e curatore della mostra – “Palazzo Diedo si aggiunge a questo già incredibile panorama con le sue sale espositive e con una novità: gli studi d’artista. Con un programma di residenze prolungate gli spazi consentiranno agli artisti di immergersi nelle tradizioni e nell’atmosfera di una città perennemente collocata in un’altra epoca. Sono davvero entusiasta di vedere cosa emergerà“.

Janus è curata da Mario Codognato, Direttore di Berggruen Arts & Culture e da Adriana Rispoli, Curatrice di Berggruen Arts & Culture.  Nel 2021, Nicolas Berggruen ha acquisito anche la Casa dei Tre Oci, a Venezia, per farne il centro europeo del Berggruen Institute, una casa delle idee e un luogo di dialogo globale che avrà un programma internazionale di summit, workshop, simposi e mostre. Il Berggruen Institute Europe e le Gallerie dell’Accademia presentano congiuntamente opere provenienti dal Berggruen Museum di Berlino, nella mostra che inaugura lo spazio dei Tre Oci, Affinità Elettive: Picasso, Matisse, Klee e Giacometti (in entrambe le sedi dal 24 marzo al 23 giugno 2024). berggruenarts.org

Artisti in mostra:

Urs Fischer, nato nel 1973 a Zurigo, Svizzera Vive e lavora a New York, Stati Uniti

Piero Golia, nato nel 1974 a Napoli, Italia. Vive e lavora a Los Angeles, Stati Uniti

Carsten Höller, nato nel 1961 in Germania. Vive e lavora a Stoccolma, Svezia

Ibrahim Mahama, nato nel 1987 a Tamale, Ghana. Vive e lavora ad Accra e Tamale, Ghana

Mariko Mori, nata nel 1967 a Tokyo, Giappone. Vive e lavora in Giappone

Sterling Ruby, nato nel 1972, Bitburg, Germania. Vive e lavora a Los Angeles

Jim Shaw, nato nel 1952, Michigan, USA. Vive e lavora a Los Angeles

Hiroshi Sugimoto, nato nel 1948 a Tokyo, Giappone. Vive e lavora a New York e Tokyo

Aya Takano, nata nel 1976, Saitama, Giappone. Vive e lavora a Tokyo

Lee Ufan, nato nel 1936 a Kyongnam, Corea del Sud. Vive e lavora in Giappone

Liu Wei, nato nel 1972 a Pechino, Cina. Vive e lavora a Pechino, Cina.

Presentato in collaborazione con The Kitchen:

Rhea Dillion, nata nel 1996 a Londra, Regno Unito. Vive e lavora a Londra, Regno Unito.

Berggruen Arts & Culture

The Kitchen e Berggruen Arts & Culture

La recente enfasi di The Kitchen su un approccio “senza pareti” alla sua programmazione – iniziata durante la ristrutturazione della sua sede nel quartiere Chelsea di New York – prende una nuova forma in questa collaborazione con Berggruen Arts & Culture. La visione della storica organizzazione newyorkese di riconsiderare e trascendere i limiti dello spazio istituzionale ha portato l’arte più d’avanguardia in trasmissioni radio e tv, in luoghi non convenzionali ed evocativi (da una stazione di servizio, alle strade di New York, al regno virtuale), in collaborazioni inter-istituzionali, e ora in questa nuova partnership intercontinentale, in una chiara articolazione della sua portata internazionale.

Informazioni su The Kitchen

Fondata nel 1971 come collettivo guidato da artisti, The Kitchen oggi riafferma ed espande la sua visione originaria come istituzione culturale dinamica che mette al centro gli artisti, privilegia le persone e mette al primo posto il processo. Con un modello di kunsthalle che riunisce sotto lo stesso tetto performance dal vivo, mostre e programmazione pubblica, The Kitchen consente al suo pubblico e alle comunità di pensare in modo creativo e radicale a ciò che significa plasmare un futuro multivalente e sostenibile nell’arte. The Kitchen cerca di coltivare e dare spazio al pensiero libero, al gioco rischioso e alla creazione innovativa e sperimentale, incoraggiando gli artisti e gli operatori culturali a sfidare i confini per rifare la storia dell’arte e catalizzare il cambiamento creativo.

Tra gli artisti che hanno presentato lavori significativi a The Kitchen ci sono Muhal Richard Abrams, Laurie Anderson, ANOHNI, Robert Ashley, Charles Atlas, Kevin Beasley, Beastie Boys, Gretchen Bender, Dara Birnbaum, Anthony Braxton, John Cage, Lucinda Childs, Julius Eastman, Simone Forti, Philip Glass, Barbara Hammer, Leslie Hewitt, Darius James, Joan Jonas, Bill T. Jones, Sara Jordenö, Devin Kenny, Lynn Hershman Leeson, Simone Leigh, Ralph Lemon, George Lewis, Robert Longo, Robert Mapplethorpe, Sarah Michelson, Tere Opplethorpe. Jones, Sara Jordenö, Devin Kenny, Lynn Hershman Leeson, Simone Leigh, Ralph Lemon, George Lewis, Robert Longo, Robert Mapplethorpe, Sarah Michelson, Tere O’Connor, Okwui Okpokwasili, Nam June Paik, Charlemagne Palestine, Sondra Perry, Vernon Reid, Arthur Russell, Cindy Sherman, Sable Elyse Smith, Laurie Spiegel, Talking Heads, Greg Tate, Cecil Taylor, Urban Bush Women, Danh Vō, Lawrence Weiner, Anicka Yi e molti altri.

Informazioni sulla Fondazione Faou

Coniata dall’artista Mariko Mori, la parola “faou” significa “forza creativa”. La Faou Foundation accresce la consapevolezza dei tesori naturali del nostro pianeta e promuove l’idea, attraverso installazioni artistiche pubbliche permanenti e una programmazione educativa comunitaria, che l’umanità e la natura abbiano lo stesso valore. Faou non è solo una fondazione artistica, ma utilizza l’arte come mezzo per conservare le risorse naturali e celebrare le culture locali. La Fondazione Faou sta lavorando costantemente alla creazione di una serie di ambiziose installazioni di Mariko Mori in contesti ecologici unici in tutto il mondo, ciascuna collocata in uno dei sei continenti abitabili. Queste installazioni offriranno testimonianze durature della bellezza naturale dell’ambiente circostante.

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